«Passaggio all’orario diurno del lavoro; razionalizzazione del sistema dei mercati; investimenti su logistica e servizi aggiuntivi a favore dei clienti». Sono le direttrici su cui incentrare un processo di modernizzazione e rilancio del comparto, delineate dal presidente Fedagromercati-Confcommercio Valentino Di Pisa, in occasione della prima giornata nazionale del grossista, svoltasi a Roma nella sede di Confcommercio, in cui si è fatto il punto sulla professione degli operatori grossisti impegnati nei mercati agroalimentari.
«Innescare un cambiamento del settore»
«L’obiettivo – ha incalzato Di Pisa – è innescare un cambio di passo dell’intero settore che possa far fronte alle importanti sfide che ci riguardano, come il ricambio generazionale, la sostenibilità e il tema delle pratiche sleali».
«L’iniziativa organizzata oggi per la prima volta – ha puntualizzato Di Pisa – sarà punto di partenza per porre le basi per un ripensamento del futuro dei mercati all’ingrosso e dei suoi imprenditori attraverso un cambiamento culturale che dia giusto valore a un comparto fondamentale per il sistema ortofrutticolo nazionale come quello dell’ingrosso ortofrutticolo».
Infine, Di Pisa, ribadendo la centralità del ruolo «spesso sconosciuto» della categoria quale intermediario della filiera, specialmente in un momento nevralgico per l’efficientamento delle filiere alimentari, in particolare nei settori del fresco, ha sottolineato: «Dobbiamo lavorare in maniera coesa per raggiungere, migliorare e razionalizzare la filiera agroalimentare. Noi siamo disposti al cambiamento come emerso dal questionario che abbiamo fatto presso le nostre aziende».
L’indagine
“Il grossista, identikit di una professione”, giovane
Durante i lavori è stata presentata l'indagine “Il Grossista, l’identikit di una professione”, realizzata attraverso la raccolta di 100 interviste dirette agli imprenditori e la diffusione di un questionario distribuito ad un campione di operatori provenienti da tutti i principali mercati italiani.
Dall’analisi è emerso che gli operatori di settore hanno un’età medio-bassa, in controtendenza rispetto agli imprenditori agricoli. Nello specifico: gli under 40 anni sono nettamente più numerosi degli over 60. E i quarantenni rappresentano ¼ della categoria.
Aziende prevalentemente a carattere familiare
Il 70% del campione è inoltre costituito da titolari. L’azienda grossista si caratterizza per essere fortemente familiare: le aziende che impiegano 4 membri della famiglia sono di più di quelle in cui il titolare non ha parenti in azienda.
Tra le regioni in cui si concentrano i mercati più importanti troviamo: Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia, Lombardia e Veneto.
I primi cinque prodotti trattati
Gli agrumi guidano la classifica della frutta, seguiti da drupacee, mele, uva e fragole. Mentre i pomodori sono in testa tra gli ortaggi, seguiti da zucchine, insalate, peperoni e carciofi. La Spagna domina le forniture estere.
Un mondo di piccoli e grandi
Il fatturato delle aziende che ha risposto al sondaggio varia, per il 2023, da un minimo di 3 milioni a un massimo di poco inferiore ai 200. Il 53% degli intervistati ha dichiarato che il suo fatturato è cresciuto fra il 2019 e 2023. Soffre il 9%.
Innovazione prima sfida per i grossisti
Nuovi servizi offerti
Crescono i rapporti con l’horeca e Gdo e l’offerta di nuovi servizi: al primo posto selezione e stoccaggio, al secondo posto la frigoconservazione ed al terzo posto consegna diretta al cliente.
Tra i servizi attesi dagli enti gestori al primo posto c’è l’ammodernamento delle strutture, seguito da servizi di logistica interna e informatizzazione. L’orario diurno e le politiche di promozione vengono prima della richiesta di energia sostenibile.
Tra le priorità per la categoria, il ricambio generazionale e la modifica degli orari di lavoro sono le aspettative principali.
«Serve lavoro di squadra»
Dal dibattito è emerso da tutti gli intervenuti un punto fermo: la necessità di coesione e collaborazione dal primo all’ultimo anello della filiera.
Il viceministro Mimit Valentino Valentini ha dichiarato: «Solo lavorando tutti insieme si può competere sui mercati internazionali e dare forza al Made in Italy».
Il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini ha ricordando che grazie al Pnrr sono arrivati 200 milioni per i mercati, «che potevano anche essere utilizzati meglio», ha invocato una alleanza tra e per i mercati. «In Italia abbiamo 137 mercati, troppi. Bisogna arrivare a 20 al massimo 25 come in Spagna e Francia. I mercati all’ingrosso italiani possono e debbono svolgere un ruolo diverso, ma possono farlo solamente se hanno il coraggio di mettere da parte le specificità e scegliere di lavorare a favore del sistema».
Filippo Schiavone, Confagricoltura, ha messo l’accento sull’eccessiva frammentazione che anche in questo settore andrebbe risolta. D’accordo il presidente Cia Cristiano Fini che ha incalzato: «La parola d’ordine deve essere unità di intenti, ovvero cercare di creare quelle condizioni affinché la filiera sia veramente unita dalla parte produttiva fino al consumatore e sappia dare risposte a tutti gli attori dagli agricoltori ai consumatori».
Infine, Salvatore De Meo, membro del Parlamento europeo ha esortato: «Dobbiamo insistere per fare sinergia con il sistema istituzionale e far sì che ci sia un nuovo piano dei mercati, in cui i mercati italiani devono essere classificati in ragione della loro strategicità. È altresì importante lavorare per riconoscere il ruolo strategico del grossista nel garantire l’approvvigionamento e la nostra autonomia alimentare».