Produzioni agricole alternative sul podio ad Eima 2024. L’esposizione internazionale ha ospitato la terza edizione del Premio organizzato da Edagricole. Quattro le categorie premiate: giovani, diversificazione colturale, zootecnia e sostenibilità, alle quali si è aggiunta una menzione speciale.
Prosegue dunque il viaggio della nostra casa editrice alla scoperta delle produzioni di nicchia che stanno dando vita a nuovi business agricoli lungo lo Stivale. L’iniziativa, nata con l’obiettivo di valorizzare innovative realtà imprenditoriali del comparto che hanno scommesso su produzioni non convenzionali altamente sostenibili e in grado di garantire reddito, ha premiato, per la tappa bolognese, cinque realtà che si sono contraddistinte per passione, lungimiranza, adattabilità e coraggio. Attitudini che hanno permesso alle aziende candidate di conquistare nuovi mercati e restare quindi competitive.
I vincitori del Premio Produzioni agricole alternative
Categoria giovani
Per la categoria giovani ha vinto il premio il 33enne Francesco De Musso, dell’azienda biologica Cumento in Salento che è riuscito a far decollare la coltivazione di 1.500 piante Aloe Arborescens Miller, varietà a foglie strette originaria del Brasile, diventata oggi coltura di punta dell'azienda dalla quale viene realizzato un integratore dalle molteplici proprietà. «L’Aloe è stata la mia scommessa. E i conti tornano», ha dichiarato De Musso che ha spiegato che nonostante i costi di produzione siano abbastanza elevati, il prezzo spuntato sul mercato del prodotto finito gli consente di ottenere un buon reddito. «Sono pronto a mettere a dimora altre 1.200 piante di Aloe».
Categoria diversificazione colturale
Per la categoria diversificazione colturale il premio è andato a Gianni Malavolta dell’azienda Aso48, in provincia di Fermo, storicamente specializzata nella produzione di ortofrutta. Da cinque anni l’azienda ha scommesso sui piccoli frutti mettendo in campo una diversificazione mirata, volta a ottenere rese inferiori ma più redditizie. Oggi coltiva 1300 piante di mirtilli fuori suolo a residuo zero e vorrebbe raddoppiare l’impianto. «Il mirtillo, se ben gestito, è una coltura alternativa sostenibile e da reddito. I miei record produttivi sono circa 7 tonnellate l’anno e il prezzo di vendita è interessante. La raccolta dei mirtilli è concentrata in 40 giorni. L’obiettivo – ha spiegato Malavolta – era ottenere un prodotto che per quantità di ore lavorate fosse valorizzato maggiormente sul mercato. Aver diversificato la mia attività è stata una scelta vincente».
Categoria zootecnia
Marche protagoniste anche nella categoria zootecnia dove è risultata vincente Giulia Alberti della Fattoria La Rocca di Montefortino (Fm) che alleva e seleziona ovini di razza Sopravissana, pecora in via di estinzione. La sfida di Alberti è evitarne l’estinzione attraverso un progetto di filiera, di cui è capofila. Oggi alleva 20 capi di Sopravissana di altissimo indice genetico. Inoltre in azienda è stato realizzato un microlanificio in cui si producono filati di lana tinteggiati con le piante, esportati in tutto il mondo. «Ritiriamo questa lana pregiata solo da allevatori iscritti ad Assonapa, che hanno quindi Sopravissana certificata e allevata in purezza, nell’ottica della trasparenza e della filiera corta. Ad oggi hanno aderito 14 aziende. Questo – ha raccontato Alberti – porterà negli anni a un incremento del numero di capi e a un recupero della biodiversità persa».
Categoria sostenibilità
Per la categoria sostenibilità a vincere il premio è Nadia Savino dell’azienda agricola biologica BioLu di Calvi nel Beneventano che sui 27 ettari di superficie, storicamente a vocazione cerealicola, ha puntato su erbe officinali utilizzate per prodotti da forno e sulla produzione di ortaggi in via di estinzione per l’estrazione di polveri biologiche (Pomodoro saccagno, Pappacella rossa, sedano di Gesualdo). «Questa nuova linea di prodotti, lanciata nel 2022 – ha affermato Savino – rappresenta il 20% del fatturato aziendale. Il nostro obiettivo aziendale è valorizzare varietà agricole rare, basandoci sui principi dell'agricoltura rigenerativa, e sviluppare prodotti ad alto valore aggiunto. Questa sfida ci ha permesso di intercettare nuovi e diversificati segmenti di mercato aumentando la competitività. La nostra leva è anche il digitale: tutti i prodotti di BioLu sono tracciati con la blockchain».
Menzione speciale
Infine, la menzione speciale è per Antonio Di Giovanni che ha dato vita a Circular farm, una fattoria urbana senza terra a Scandicci (Firenze) che produce in modo alternativo funghi dai fondi del caffè recuperati dai bar del territorio, attivando un ciclo di rigenerazione delle risorse e limitando al massimo la produzione dei rifiuti. «A partire da quello che è definito erroneamente uno scarto, e con l’impiego di input interni al sistema, il mio modello a circuito chiuso – ha dichiarato Di Giovanni – è in grado di generare funghi edibili, humus di lombrico e micro-ortaggi bio, risparmiando il 90% di acqua». Ultima novità dell’azienda, uno spazio dedicato alla didattica e al reinserimento lavorativo per i più fragili, in collaborazione con la Asl di Scandicci.
Qui i vincitori delle scorse edizioni del Premio produzioni agricole alternative