Premio «Produzioni agricole alternative e sostenibili». Ecco i vincitori e i loro progetti

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    Da sx: Francesco Macrì, Alessandro Maresca, Francesco Barretta, Emanuela Laurenzi, Angela Saba, Sebastiano Tundo, Laura Saggio.
    Quinoa birrificata, pecorino anti colesterolo, salumi da suini salvati dall’estinzione, birra alle foglie di olivo: queste le produzioni di nicchia delle aziende premiate da Edagricole a Fieragricola edizione 2022

    A vincere la prima edizione del premio «Produzioni agricole alternative e sostenibili», organizzato da Edagricole a Fieragricola 2022, quattro realtà che si sono contraddistinte per originalità e risultati ottenuti riuscendo a coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale, puntando su innovazione di processo e di prodotto.

    I vincitori

    • Per la categoria Giovani premiato Sebastiano Tundo, titolare dell’Azienda agricola Tundo Sebastiano (Fe).
    • Per la categoria Imprenditoria Femminile premiata Angela Saba, titolare dell’Azienda Agricola Saba Formaggi (Gr).
    • Per la categoria Filiera Zootecnica premiato Francesco Barretta, Direttore della Società Cooperativa Agricola Maiale Nero D’Aspromonte (Rc).
    • Per la categoria Idea Originale premiata Emanuela Laurenzi titolare, insieme al marito Claudio Lorenzini, dell’azienda agricola Birra Alta Quota (Ri).

    Le motivazioni e i progetti

    Premio categoria Giovani, vincitore Sebastiano Tundo, 32 anni
    produzioni agricole alternative
    Sebastiano Tundo riceve il premio

    Motivazione: per aver scommesso sulla filiera italiana della quinoa biologica nel segno di un’agricoltura etica e sostenibile dalla coltivazione alla trasformazione della materia prima in birra, pasta e altri derivati. Pronto a raggiungere nuovi obiettivi nel 2022 passando da 60 ettari coltivati nel 2021 a 200 ettari con un importante incremento della produzione, supportato da un upgrade tecnologico che vedrà l’impiego di macchinari di nuova generazione e l’installazione di un impianto fotovoltaico in ottica green.

    Il progetto

    «Ho puntato sulla quinoa per le sue proprietà nutrizionali eccezionali tanto da essere annoverata tra i cosiddetti ‘superfood’, sempre più richiesti dai consumatori - ha spiegato Tundo -. Ho personalmente ricercato e selezionato il tipo di seme più adatto ai miei terreni, puntando su tecniche colturali a basso impatto ambientale, con l’obiettivo di creare un prodotto sostenibile e di alta qualità. Coltivo una varietà a basso contenuto di saponine (tra 0,1 a 1), la sostanza amara che ricopre naturalmente la maggior parte dei chicchi coltivati all’estero. Il basso tasso di saponine permette di non effettuare la decorticazione del chicco che sostanzialmente rimane integrale mantenendo intatte tutte le sue proprietà quali vitamine, minerali e fibre».

    «La quinoa è una coltura che garantisce una buona resa sia produttiva che economica mediamente rende dai 18 ai 20 quintali all’ettaro. Con i contratti di filiera viene pagata 1,50 euro sotto trebbia e la produzione lorda vendibile varia dai 2mila ai 3mila euro l’ettaro».

    «Stiamo puntando su agricoltura 4.0 ed energia green. La nostra azienda continua a crescere nel segno dell'innovazione e della sostenibilità».

    Categoria Imprenditoria Femminile, vincitrice Angela Saba
    Angela Saba riceve il premio

    Motivazione: per essere riuscita, mettendo in campo determinazione, ricerca, innovazione e antichi saperi a produrre un pecorino sperimentale salutare, in grado di combattere il colesterolo “cattivo”, trasformando il latte crudo nel proprio caseificio aziendale senza l’ausilio di fermenti chimici, e mettendo a punto una particolare alimentazione degli animali a base anche di lino estruso che aumenta gli acidi grassi.

    Il progetto

    «Conduco un’azienda di 43 ettari dedicati al pascolo di 300 pecore e 20 capre. Trasformo il latte crudo senza l’ausilio di alcun fermento esterno - ha spiegato Saba -. Il mio è un pecorino di nicchia sperimentale figlio di anni di ricerca in collaborazione con l’Università di Pisa, con cui ho condiviso l’obiettivo di creare un prodotto salutare. Abbiamo prima creato una razione alimentare naturale e bilanciata in grado di fornire il giusto apporto di sostanze favorevoli all’attività metabolica delle pecore da latte, ottenendo un prodotto di ottima qualità.

    L'innovazione ha poi abbracciato la tradizione. Abbiamo quindi utilizzato un’alimentazione ricca di pascolo con colture già ricche di acidi grassi polinsaturi della famiglia degli omega 3. Successivamente abbiamo lavorato sull’accrescimento della percentuale degli acidi grassi polinsaturi nel latte introducendo il lino estruso, reso digeribile per gli animali. L’effetto è stato un incremento sia della produzione che della qualità del latte.

    Questo particolare formaggio è stato poi testato su pazienti con colesterolemia elevata, a cui è stata data una porzione di 90 grammi al giorno di pecorino per 6 mesi. Il risultato è stato che il colesterolo di questi pazienti si è abbassato di una piccola percentuale».

    Categoria Filiera Zootecnica, vincitore Francesco Barretta
    Francesco Barretta (a dx) insieme al presidente della cooperativa Francesco Macrì (al centro) ricevono il premio.

    Motivazione: per aver recuperato e valorizzato il suino nero d’Aspromonte, razza autoctona a rischio di estinzione (da 100 capi, oggi se ne allevano 4mila) da cui è scaturita la produzione di salumi di nicchia che riesce ad essere un importante fonte di reddito per molti allevatori del territorio, considerando che la quotazione della carne suina ad alto valore aggiunto supera i cinque euro al chilogrammo.

    Il progetto

    «Il nostro è un progetto imprenditoriale economicamente sostenibile che è riuscito ad unire 24 allevatori di due territori calabresi (Crotone e Locride) - ha affermato Barretta -. La nostra cooperativa è formata per l’80% da under 30. Negli ultimi due anni abbiamo non solo recuperato la razza autoctona di suino nero D’Aspromonte, ma abbiamo anche cercato di migliorala. Ci siamo sempre mossi su due direttrici: sostenibilità e innovazione, che sono strettamente collegate, mettendo al centro il benessere degli animali.

    I nostri allevamenti sono allo stato brado o semibrado. Con l’Università di Reggio Calabria abbiamo messo a punto una innovativa alimentazione a base di scarti di bergamotto recuperati. I nostri prodotti sono di alta qualità come dimostra anche uno studio dell’Università del Molise che specifica come grazie alle caratteristiche genetiche dell’animale, alle tecniche di allevamento e l’alimentazione integrata da ghiande e pascolo, la carne e il grasso contengono acidi grassi insaturi, in particolare della serie omega 3, e un buon contenuto di antiossidanti naturali (tannini e vitamina E)».

    Premio categoria Idea Originale, vincitrice Emanuela Laurenzi

    Emanuela Laurenzi riceve il premio.

    Motivazione: Per essere riuscita a dar vita da un’idea originale e ambiziosa a un prodotto unico nel suo genere che unisce due filiere: la prima birra artigianale realizzata con foglie secche di olivo del Lazio ricca di polifenoli puntando sull’energia verde e sull’economia circolare.

    Il progetto

    «La nostra birra artigianale “Olea” nasce da un progetto di economica circolare. Per la sua realizzazione sono necessarie 100 kg di foglie secche di olivo, tutte provenienti solo dal Lazio, che dopo essere state potate per rendere migliore il raccolto, invece di diventare scarto, vengono riutilizzate per dar vita ad un prodotto ricco di polifenoli». Ha raccontato Laurenzi.

    «La scelta degli ingredienti è a km0, come l’acqua che si riversa nell’Alta Valle del Velino. Tutte le materie prime che oggi utilizziamo per la realizzazione delle nostre birre sono autoprodotte.

    Abbiamo scelto di puntare sull’energia verde con un consumo che deriva al 100% da fonti rinnovabili e al riutilizzo delle risorse impiegate durante il processo produttivo della birra. Le trebbie, ovvero il residuo dell’estrazione a caldo del malto d’orzo utilizzato nella fase di ammortamento, vengono cedute ad un’azienda agricola locale, che le utilizza nella preparazione del pasto dei bovini. Nulla viene sprecato nel ciclo produttivo».

    Il webinar sulle produzioni agricole alternatve

    Alcuni dei premiati hanno partecipato anche al webinar sulle produzioni alternative del 17 novembre scorso che Edagricole ha organizzato in collaborazione con la Fiera di Verona nell’ambito del cammino di avvicinamento a Fieragricola, che potete rivedere qui.

    Produzioni agricole alternative sostenibili a 360 gradi

    Il convegno ha voluto mettere in risalto nuove prospettive per il comparto agricolo sia per quanto riguarda le alternative produttive che la possibilità di sostenere il reddito puntando sulla sostenibilità.

    «In questo delicato momento storico, nel quale la redditività di alcune colture e produzioni è in sofferenza, l’abbrivio che queste produzioni di nicchia stanno dimostrando non può non essere preso in considerazione e approfondito. Premiando queste realtà abbiamo cercato di restituire una fotografia di un comparto in fermento che è espressione di un’imprenditorialità dinamica, lungimirante, innovativa e molto spesso orientata verso i principi agro-ecologici». Ha affermato Laura Saggio di Terra e Vita, moderatrice dell’evento.

    «Molte produzioni agro-zootecniche alternative stanno dando vita sul territorio italiano a nuovi business agricoli capaci di conquistare nuovi spazi di mercato ancora in parte inesplorati, rispondendo alle attuali richieste del consumatore sempre più attento alla salute, alla sostenibilità e al benessere degli animali». Ha specificato Alessandro Maresca di Terra e Vita, moderatore dell’evento.

    Filiere minori in crescita

    La premiazione è stata anche l’occasione di approfondire grazie ai contributi di Katya Carbone, CREA - Centro di ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura e Alberto Assirelli, CREA – Centro Ingegneri e Trasformazioni Agroalimentari, come le filiere minori si stiano espandendo e sviluppando e quanto la tecnologia e la tracciabilità possano rappresentare validi strumenti di supporto per accrescerne il valore aggiunto.

    Katya Carbone

    Carbone nel suo intervento ha messo in evidenza come le filiere minori siano in crescita sul territorio italiano. Tra le produzioni alternative maggiormente interessanti per la loro capacità di generare reddito, Carbone ha citato il bambù gigante, la canapa, le piante officinali, le colture proteiche, le colture energetiche, il vertical farming, i cereali antichi, l’orzo distico da malto, l’apicoltura e l’elicicoltura. «Le produzioni agricole alternative  - ha specificato - mostrano prospettive favorevoli in termini di quote di mercato acquisibili e prezzi di vendita». Tra i rischi da considerare per un agricoltore che sceglie di voler investire in questo settore, Carbone ha ricordato «le rese variabili, rendimenti e mercati mutevoli».

    Tracciare la qualità

    Alberto Assirelli

    Assirelli ha fatto il punto su quanto le tecnologie smart già mature e impiegate siano utili per valorizzare le produzioni di nicchia. Tra queste ci sono quelle utilizzate nel post raccolta nei processi di stabilizzazione, selezione, estrazione, confezionamento e per la certificazione delle filiere. «L’infotracing, nello specifico - spiega Assirelli -, permette la raccolta del flusso informativo digitale del prodotto nel suo percorso di filiera con integrazione di informazioni qualitative e tracciabilità (fisica e documentale) all’interno di un sistema informativo online. L’archivio digitale condiviso decentralizzato è garanzia di immutabilità delle informazioni e possibilità di accesso alle stesse da tutti».

    Premio «Produzioni agricole alternative e sostenibili». Ecco i vincitori e i loro progetti - Ultima modifica: 2022-03-04T16:19:23+01:00 da Laura Saggio

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