L’agricoltura della Val Trebbia, incastonata nell’Appennino Piacentino, rappresenta un mosaico di pratiche tradizionali e sfide contemporanee. Storicamente, l’economia della valle si è basata su un’agricoltura di sussistenza, sulla zootecnia estensiva legata a prati e pascoli che costituiscono circa il 93% della Superficie agricola utilizzata (Sau). Questo sistema, fortemente integrato con il paesaggio e il turismo, si trova oggi ad affrontare pressioni significative. I cambiamenti climatici, con l’aumento delle temperature e l’alterazione del regime delle precipitazioni, impongono una riconsiderazione delle strategie colturali, mentre le dinamiche socio-economiche, tra cui lo spopolamento delle aree montane, richiedono l’identificazione di nuove fonti di reddito per garantire la vitalità e la resilienza del territorio.
In questo contesto, si evidenzia la coltivazione del fagiolino (Phaseolus vulgaris) come coltura modello per un’agricoltura montana innovativa, sostenibile e con una duplice vocazione di mercato: il mercato fresco di alta qualità e la fornitura per l’industria di trasformazione (surgelazione e conserviera). Le caratteristiche agronomiche del fagiolino, quali il ciclo colturale relativamente breve, la capacità di azotofissazione che migliora la fertilità del suolo per le colture successive, e l’ampia diversità varietale all’interno della tipologia a cespuglio, lo rendono una coltura ideale per la diversificazione aziendale.
La sua coltivazione può inserirsi virtuosamente in un sistema agricolo che persegue un doppio obiettivo. Da un lato, la produzione per il mercato fresco può rafforzare la filiera corta, creare un legame più stretto tra produzione, gastronomia locale e turismo, e valorizzare l’identità territoriale. Dall’altro, la coltivazione per l’industria può intercettare la domanda delle importanti industrie conserviere e del surgelato presenti nel distretto della Food Valley emiliana, offrendo una fonte di reddito più strutturata e su volumi maggiori, specialmente per le aziende localizzate nel fondovalle piacentino.
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