Nell’ambito delle attività finanziate dalla Regione Toscana tramite la Misura 16.2, con il progetto PROduzione Sostenibile nella MARemma Toscana di carne bovina (PRO-SMART beef), a cavallo degli anni 2017-2019 è stato sviluppato un prototipo di seminatrice combinata a strisce per la trasemina di specie foraggere in erbai, prati e prati-pascolo, elaborando un’idea nata dalla necessità di tutelare il benessere del suolo mantenendo ottimali i livelli di biomassa prodotta.
Lo sviluppo del prototipo di seminatrice combinata è stato ideato e coordinato dalla Tenuta di Paganico Soc. Agr. S.p.A. con il supporto di un gruppo di ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e la ditta costruttrice Sfoggia Agricultural Division S.r.l.
Lo strip tillage o lavorazione a strisce è una tecnica di agricoltura conservativa in cui una striscia di terreno lavorata è alternata a una fascia non lavorata, mantenendo così indisturbata una porzione del terreno, compresi i residui della coltura precedente o la coltura in atto. Nella gestione di erbai, prati e prati-pascolo in un’azienda zootecnica di collina, realizzare la lavorazione e la successiva semina a strisce di specie ad alto valore foraggero, in un unico passaggio, può creare numerosi vantaggi, sia agronomici sia agro-ambientali, anche rispetto alla classica minima lavorazione.
Infatti, tramite la lavorazione a strisce la preparazione del letto di semina si esegue su circa la metà della superficie, con notevole risparmio di ore di lavoro e gasolio. Inoltre, si ottengono contemporaneamente un più veloce riscaldamento del terreno nella striscia lavorata, avvantaggiando così la germinazione del seme, e una migliore stabilizzazione degli aggregati e migliore aerazione e vitalità biologica nelle strisce non lavorate.
A questi effetti positivi si accompagnano anche un potenziale maggiore controllo delle infestanti e un suolo in generale più protetto dagli effetti negativi dei fenomeni erosivi sulla fertilità del terreno. Quest’ultimo aspetto sembra essere il più importante nel contesto dell’agricoltura della collina toscana, dove le limitazioni legate ai terreni con un elevato contenuto di argilla e frequente presenza di scheletro e con pendenze talvolta importanti rendono necessaria una maggiore attenzione alla protezione del suolo dalla erosività delle piogge.
Questo problema è stato oggetto di studi condotti negli anni dalla Scuola Superiore Sant’Anna, specialmente sui seminativi, ed è risultato un fenomeno con effetti negativi sempre più dannosi nell’agricoltura toscana. Le aree interne collinari della regione sono più vulnerabili, per un insieme di fattori legati alle pratiche agronomiche più comunemente adottate e alle caratteristiche orografiche.
Gli effetti legati al cambiamento climatico, inoltre, con precipitazioni con intensità maggiore concentrati in pochi giorni piovosi, hanno effetti deleteri sulla struttura degli aggregati soprattutto se il suolo risulta nudo per assenza di residui o per la concomitanza con le lavorazioni per la preparazione del letto di semina.
Prototipo di seminatrice e collaudo
La seminatrice combinata (foto 1) è composta da quattro diversi organi lavoranti disposti in sequenza su di un fronte di lavorazione di 2,50 m. Gli organi equipaggiati sono dischi dentati per il taglio dei residui e del terreno, ruote a stella flottanti per allontanare i residui dal solco di semina, ripuntatore centrale con dischi laterali a lavoro indipendente (profondità di lavoro del ripuntatore regolabile tra 15 e 30 cm), assolcatori a dente lineare laterali e rullo per la copertura del seme su tutta la striscia.
È possibile configurare la seminatrice anche per la semina a spaglio, grazie agli assolcatori smontabili e a un imbuto spargiseme posto in corrispondenza del rullo stesso. La distribuzione del seme è meccanica, in ogni fila è previsto un movimento indipendente e la pressione sul terreno è regolabile con i distributori idraulici. La tramoggia del seme ha due scomparti separati per semi di diversa dimensione o per la distribuzione localizzata del concime.
Il collaudo in azienda della seminatrice è stato eseguito nel giugno 2019 con la trasemina di sorgo da foraggio (Sudan grass) su diversi appezzamenti, provando settaggi differenti. Gli inconvenienti riscontrati sono stati legati alla eventuale presenza di abbondanti residui colturali, che tendono ad accumularsi sul ripuntatore impedendo il taglio di residui stessi e del terreno, suggerendo di eseguire la trasemina dopo una trinciatura dei residui o con cotico erboso meno sviluppato rispetto alle situazioni provate.
Inoltre, è stato notato un certo slittamento degli organi lavoranti, con il rullo di copertura che tende, in terreni non livellati, a fare leva sui dischi, sollevandoli. Questo ha suggerito di ricercare il settaggio più adatto in base a ogni diverso tipo di terreno e in base alla quantità e alla qualità dei residui colturali presenti.
In seguito a ulteriori prove ed esperienze sulla macchina condotte dagli agronomi della Tenuta di Paganico, sono stati individuati alcuni possibili miglioramenti da applicare alla seminatrice:
a) passare dalla distribuzione meccanica alla distribuzione pneumatica del seme, per evitare in caso di terreni particolarmente compattati il sollevamento dal terreno della ruota meccanica di distribuzione e, conseguentemente, l’interruzione della distribuzione del seme;
b) nella configurazione per la semina a spaglio, delocalizzare la distribuzione del seme (che nella configurazione attuale si trova in corrispondenza del rullo) così da ottenere una migliore copertura dello stesso;
c) modificare la forma del rullo compattatore, in relazione alle peculiarità dei terreni toscani tendenzialmente argillosi e alla loro gestione, dato che i terreni marginali dedicati generalmente ai prati e pascoli hanno presenza di scheletro affiorante, anche di grosse dimensioni;
d) i rulli indipendenti associati a ogni organo di distribuzione del seme potrebbero essere sostituiti da un unico rullo compattatore dentato su tutto il fronte di lavoro, così da permettere di interrare lo scheletro affiorante e da facilitare i successivi passaggi di sfalcio o di trinciatura;
e) la presenza di un rullo dentato in grado di rompere più facilmente la crosta superficiale del terreno e, contemporaneamente, garantire una migliore copertura del seme.
Prova in campo
Nel settembre 2022, nel corso delle operazioni di semina dei prati aziendali, la Tenuta di Paganico ha eseguito una prova di confronto tra la tecnica di semina solitamente impiegata e la tecnica innovativa di trasemina con il prototipo di seminatrice combinata Sfoggia. La semina ha interessato in località Pian delle Monache (Civitella Paganico, Grosseto) tre appezzamenti consecutivi, in leggera pendenza e simili per caratteristiche del terreno, con in precessione un prato naturale pascolato dai bovini.
La tecnica di controllo, solitamente impiegata da molte aziende agro-zootecniche della zona, ha previsto due passaggi perpendicolari con erpice a dischi e una semina a spaglio di un erbaio di avena e veccia in miscuglio, con una erpicatura a dischi successiva per interrare il seme. La tecnica innovativa ha invece previsto una trinciatura del prato, per sminuzzare i residui colturali e controllare le specie indesiderate.
Successivamente, la trasemina con il prototipo di seminatrice combinata strip-till, con passaggi non lineari ma lungo le curve di livello della pendenza per massimizzare l’effetto antierosione, utilizzando un miscuglio da prato di graminacee e leguminose nella prima tramoggia e trifoglio alessandrino nella seconda tramoggia.
Obiettivo della tecnica innovativa era quello di evitare la distruzione e risemina completa del prato e puntare a sostituire un erbaio con un prato naturale stabile e maggiormente ricco di leguminose, per migliorare l’apporto nutritivo del prato-pascolo oltre alla fertilità del terreno.
Benefici evidenti
Foto 2 - Foto aeree da drone dei due campi seminati con la tecnica di controllo, fotografati dopo le piogge abbondanti di fine settembre
Foto 3 - Foto aeree da drone del campo traseminato con la tecnica innovativa, fotografato dopo le piogge abbondanti di fine settembre
In attesa di valutare i risultati sulla produttività e la qualità del foraggio prodotto, i benefici in termini di protezione del suolo dall’erosione della tecnica innovativa di agricoltura conservativa adottando la trasemina sono stati resi evidenti dalle forti piogge accumulate nei giorni successivi alla semina.
La semina con la tecnica innovativa è stata eseguita il 12/09/2022, mentre per la tecnica di controllo è stata eseguita il 23/09/2022. A breve distanza di tempo dalle due semine, tra il 24/09/2022 e il 30/09/2022, sono caduti 189 mm di pioggia distribuiti in cinque giorni, corrispondenti al 22% delle precipitazioni totali del 2022 (869 mm). Nessun giorno piovoso si è poi verificato fino al 03/11/2022 (4 mm) per un totale di 34 giorni consecutivi senza piogge.
Sono state quindi scattate immagini da drone nell’ottobre 2022, dopo le violente piogge. L’effetto visivo delle immagini nello spettro del visibile (foto 2 e 3) mostrano eloquentemente la situazione di forte ruscellamento con solchi evidenti in direzione della pendenza nei campi lavorati e seminati con la tecnica di impianto generalmente applicata dall’azienda. Il campo traseminato con la tecnica innovativa, invece, non mostra i solchi di ruscellamento e presenta una forte riduzione dei fenomeni erosivi visibili.
Per concludere, avere a disposizione in azienda una seminatrice combinata che permetta di realizzare la trasemina a strisce in un unico passaggio al fine di aumentare la quantità e la qualità della biomassa prato-pascoliva sembra garantire i molti benefici dell’agricoltura conservativa.
Questi benefici diventano evidenti in un contesto di agricoltura collinare, nel quale si ricorre frequentemente alla semina autunnale di erbai o prati. Inoltre, si apprezza maggiormente il grande valore che il controllo dell’erosione ha sulla salute del suolo, soprattutto in vista delle sfide che il cambiamento climatico oggi ci impone, con lunghi periodi di assenza di piogge seguiti da precipitazioni violente e consistenti.
Tutto questo ci impone di ripensare e adattare la meccanizzazione aziendale e la gestione agronomica dei seminativi a una realtà climatica in evoluzione, per una direzione aziendale sempre più caratterizzata dalla produzione di cibo sostenibile e dalla fornitura di servizi ecosistemici.
Fonte dati meteo: Servizio Idrologico Regionale, Regione Toscana, http://www.sir.toscana.it/
LA TENUTA DI PAGANICO
La Tenuta di Paganico è un’azienda agro-zootecnica biologica di 1.500 ha: alleva bovini di razza Maremmana, suini di razza Cinta senese e incroci e cavalli Maremmani allo stato brado in pascoli e boschi per tutte le fasi produttive. Nei 400 ha di seminativi coltiva foraggi e granelle ad uso zootecnico e umano, produce uva e olive che fa trasformare ad aziende del comprensorio. Effettua servizio di ospitalità, ristorazione e didattica; ha un punto vendita aziendale con macelleria, salumeria e bottega alimentare. È partner e azienda pilota in progetti nazionali (gonewton.it) ed Europei (agromixproject.eu).