Distruggere i rami esca contro gli scolitidi dell’olivo

Fori e rosure di scolitidi su rametto di olivo
Misure cautelari per evitare che questi coleotteri provochino danni a impianti in stress fisiologico. Massima allerta per individuare sintomi di Xylella anche lontano dall'area salentina

I coleotteri scolitidi (Phloeotribus scarabeoides, Hylesinus oleiperda) di solito non rappresentano un problema per impianti di olivo in buono stato vegetativo ma a volte situazioni di stress fisiologico delle piante possono attrarli e favorire le loro infestazioni.

È sempre buona norma, pertanto, mettere in atto delle misure cautelative semplici ma efficaci per il controllo degli scolitidi.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Bruciare il legno morto

Tra queste, il tradizionale metodo preventivo dei “rami esca” è sempre raccomandabile, soprattutto nei nuovi impianti superintensivi dove è molto più difficile e dispendioso intervenire con la rimozione chirurgica dei rami infestati rispetto agli impianti tradizionali. Le esche sono costituite dai fasci di rami lasciati sul terreno durante la potatura invernale. Il legno morto, al pari di quello “sofferente” delle piante, emette delle sostanze volatili che attirano gli scolitidi e in particolare le femmine, di legno debilitato (e quindi con minore capacità di reagire con flussi linfatici o di essudati) per l’oviposizione.

È importante bruciare i rami esca prima dello sfarfallamento degli adulti che, nelle aree meridionali, solitamente avviene tra la fine di aprile e la fine di maggio, in funzione delle temperature medie. I nuovi attacchi degli scolitidi sulle piante sono evidenti per la presenza di cumuletti di rosura sui rami, in corrispondenza dei fori di penetrazione che spesso sono all’ascella dei rami, soprattutto nel caso dell’H. oleiperda.

Fori e rosure di scolitidi su rametto di olivo

Attenzione agli stress idrici

Si ricorda che gli interventi diretti contro gli scolitidi non sono consigliabili mentre è importante rimuovere le cause che predispongono le piante a queste infestazioni come gli stress idrici o la presenza di rami secchi. Nei prossimi mesi, quando la maggiore attività evapotraspirativa renderà più evidenti i sintomi con avvizzimenti e disseccamenti, se si evidenziano forti attacchi, potrebbe essere consigliabile asportare e bruciare i rami attaccati.

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Altri disseccamenti

Non solo in Puglia, dove per il momento sembra confinata l’infezione del batterio xilofago Xylella fastidiosa, deve sempre essere alta l’attenzione ad eventuali sintomi di disseccamento che possano far sospettare la presenza del patogeno da quarantena: disseccamenti rapidi di parti della chioma, imbrunimenti vascolari discendenti, foglie con “bruscatura” a partire dalle porzioni apicali.

La malattia che ha già distrutto buona parte del patrimonio olivicolo salentino sta lentamente (ma sembra inesorabilmente) avanzano verso nord ed ovest e potrebbe estendersi se gli eventuali focolai non vengono rapidamente individuati ed eradicati. Inoltre, c’è sempre il rischio che gli insetti vettori (cicaline, tra cui la specie più efficiente è l’ubiquitaria “sputacchina”) o piantine di vivaio infette possano essere accidentalmente e inconsapevolmente trasportate dall’uomo, anche a lunga distanza.

Ovviamente le cause di disseccamenti di parti della chioma dell’olivo possono essere molte (da infezioni fungine localizzate o sistemiche a vari insetti che vivono a spese del legno o della corteccia) ma sarà meglio eccedere in prudenza, accertandone con certezza la causa, piuttosto che rischiare di ospitare nel proprio oliveto un focolaio di Xylella fastidiosa che farà comunque il suo corso se non si interviene adeguatamente e tempestivamente.

Distruggere i rami esca contro gli scolitidi dell’olivo - Ultima modifica: 2022-04-11T09:36:30+02:00 da K4

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