Le leguminose da granella “minori” hanno, in questi ultimi anni, “risvegliato” l’interesse di molti produttori per diversi motivi: rotazioni colturali, diversificazioni delle produzioni, riscoperta di tradizioni alimentari tradizionali, modificazioni delle diete alimentari ecc.
Fra le specie maggiormente coltivate e utilizzate sono da citare la fava, il cece, la lenticchia e diverse altre (lupino, cicerchia ecc.). Dato che molte di queste produzioni vengono ottenute in regimi colturali a basso impatto ambientale o in sistemi biologici, è necessario conoscere bene le possibili avversità per cercare di intervenire, principalmente, in modo preventivo.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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La fava
La coltura della fava è interessata da numerose patologie fungine e virali. I funghi maggiormente rilevati in campo sono: botrite (B. cinerea), antracnosi (A. fabae), cercosporiosi (C. zonata), ruggine (U. fabae). Tra i virus sono da citare: il mosaico vero (BBTMV), il mosaico a bande gialle (BBYBV), il mosaico giallo (BYMV), il mosaico con imbrunimento dei semi (BBSV).
I virus BBSV, BBTMV e BBYBV si trasmettono anche per seme. I curculionidi Sitona lineatus e Apion trasmettono i virus BBSV e BBTMV. Sono da segnalare ingenti infestazioni di Sitone della fava, che provoca erosioni semicircolari sulle foglie. Solo in caso di gravi infestazioni e con semine precoci si può intervenire con piretroidi registrati. Per tutte le patologie fungine è importante favorire l’arieggiamento della coltura (spaziatura piante). Per i trattamenti chimici si può ricorrere a formulati rameici, oppure, in situazioni particolarmente favorevoli alle malattie, a strobilurine e carbossianilidi. Contro botrite possono essere utilizzati anche prodotti commerciali registrati a base di molecole terpeniche. È da rimarcare che i formulati rameici, se ben utilizzati, risultano tuttora validi prodotti di difesa.
Il cece
Il cece ha diverse avversità fungine come F. oxysporum F.sp. ciceri, R. solani, M. phaseolina, S. rolfsii ecc.). La malattia più ricorrente e più pericolosa su cece rimane la rabbia (teleomorfo: Didymella rabie; anamorfo: Aschochyta rabiei). La disinfezione del seme è la migliore pratica preventiva contro il patogeno. Interventi fogliari possono essere effettuati con rameici e strobilurine.
Contro le malattie radicali, del colletto e vascolari è fondamentale la corretta preparazione del terreno e la prevenzione dei ristagni idrici. Non si ottengono risultati risolutivi con trattamenti fitosanitari su malattie in atto.
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Non è infrequente rilevare sulle coltivazioni di cece anche diverse virosi, tra le quali le più ricorrenti sono: Alfalfa mosaic virus (AMV), Bean yellow mosaic virus (BYMV), Cucumber mosaic virus (CMV), Chickpea stunt virus (CpSV), Beet western yellows virus (BWYV), Faba bean necrotic yellows virus (FBNYV) ecc. Negli ultimi anni risulta particolarmente pericoloso un piccolo Agromyzidae (Liriomyza cicerina). L’insetto viene generalmente contenuto da numerosi parassitoidi. In caso di gravi infestazioni si possono prevedere interventi con insetticidi specifici registrati sulla coltura. Fondamentale risulta la scelta delle sostanze attive, che devono essere dotate di elevata selettività per gli insetti utili.
Oltre le numerose malattie fungine, batteriche e virali, tutte le leguminose sono interessate da siccità, basse ed elevate temperature, ristagni idrici, fitotossicità da diserbanti ecc.
La lenticchia
Anche la lenticchia, in particolare in coltura specializzata, può subire attacchi di numerosi patogeni. Si segnalano, oltre quelle già descritte per le altre leguminose, le infezioni fogliari da ascochitosi (Ascochyta lentis) e antracnosi (Colletotrichum truncatum) e diverse fisiopatie (siccità, disfunzioni nutrizionali, ristagni ecc.).