Un clima meno freddo e più siccitoso della media ha caratterizzato le prime settimane del 2022 nella maggior parte delle regioni meridionali.
Gli sbalzi termici tra la notte e il giorno, comunque, hanno consentito nella generalità dei casi un buon soddisfacimento del fabbisogno in freddo per le varietà di drupacee più comuni che hanno avviato il risveglio vegetativo (alcune tra le più precoci sono già in fase di bocci fiorali o addirittura in fioritura).
Prevenzione a "gemma gonfia"
Al raggiungimento della fase fenologica di “gemma gonfia” (“bottoni rosa” per il pesco) andranno tempestivamente realizzati importanti trattamenti cautelativi che, se correttamente eseguiti, possono assicurare una buona protezione della nuova vegetazione che, dopo la fioritura, inizierà a ricoprire le piante.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Monilia su mandorlo
Il mandorlo, che tra le drupacee è la specie con la fioritura più precoce, sarà il primo a essere interessato dai trattamenti. Nei mandorleti impiantati in zone più umide, in cui si temono attacchi ricorrenti di monilia (Monilia laxa, M. fructigena), è importante difendere i fiori dalle infezioni di questa crittogama intervenendo preventivamente, in fase di bottoni rosa, con un antimonilico registrato sulla specie in miscela con olio minerale all’1-1,5% che ne migliora l’adesione e la penetrazione.
Successivamente, se durante la fioritura il decorso climatico dovesse essere piovoso, potrebbe rendersi necessario in fase di “caduta petali” un secondo trattamento, senza aggiunta di olio minerale. Il controllo della monilia è importante anche per l’albicocco, specie piuttosto suscettibile su cui si interverrà in prefioritura, con antimonilici specifici (cyprodinil+fludioxonil, ciprodinil, fenexamide, boscalid+piraclostrobin, IBE ecc.), ripetendo il trattamento a caduta petali se il periodo della fioritura sarà piovoso.
Afidi, bolla e corineo su pesco
Per il pesco, in fase di bottoni rosa è opportuno effettuare, in un unico intervento, il trattamento contro afidi (Myzus persicae ecc.), bolla (Taphrina deformans) e corineo (Coryneum beijerinckii). Il trattamento antiafidico è necessario solo negli impianti in cui sono presenti uova svernanti o femmine fondatrigenie il cui rilevamento precoce, però, non è agevole.
Nella pratica, poiché i controlli richiedono molta esperienza e tempo, è più diffuso e tecnicamente accettabile il ricorso alla lotta preventiva. Un’efficace azione antiafidica è svolta dall’olio minerale all’1% attivato con un acetamiprid, flonicamid, tau-fluvalinate o con uno degli altri piretroidi ammesso sulla coltura, i quali hanno effetto anche sulle larve svernanti di anarsia. L’aficida sulfoxaflor, invece, potrà più opportunamente essere utilizzato alla comparsa delle prime forme giovanili.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Tripidi e cocciniglie delle nettarine
Per le nettarine, invece, è possibile evitare il trattamento che sarà sostituito da quello necessario contro i tripidi (Thrips meridionalis, T. major, T. fuscipennis, Frankliniella occidentalis) per i quali è possibile scegliere alla prefioritura tra acrinatrina (anche in miscela con abamectina), spinetoram, spinosad, piretroidi, etofenprox, formentanate, preferendo – in caso di infestazioni afidiche – prodotti attivi anche contro gli afidi.
Negli impianti infestati da cocciniglia di S. José (Comstockaspis perniciosa) a gemma gonfia si potrà intervenire con polisolfuro di calcio, con olio minerale fino al 3% o con olio addizionato di zolfo micronizzato. Per quest’ultima combinazione esistono in commercio formulazioni specifiche già pronte. Uno specifico prodotto anticoccidico è il pyriproxyfen, dotato di lunga persistenza, il cui impiego è consentito su pesco e albicocco ma non oltre la prefioritura.
Per il controllo della bolla, alla miscela insetticida andrà aggiunto un prodotto a base di dodina, ziram, captano, difenconazolo o tebuconazolo, attivi anche contro altri patogeni fungini, come il corineo (Coryneum beijerinckii). Contro quest’ultimo patogeno su susino, oltre che con ziram e captano, si potrà intervenire con prodotti rameici.