L’espansione della coltivazione del pistacchio, in particolare in zone climaticamente umide, ha comportato la rapida diffusione di numerose avversità. Fra le più comuni si possono citare:
- Botryosphaeria sp.,
- Alternaria spp.,
- Septoria spp.,
- Pileolaria terebinthi,
- marciumi dei frutti (Alternaria, Aspergillus, Penicillium, ecc.),
- marciumi radicali (Phytophthora spp., Armillaria mellea),
- verticilliosi (Verticillium spp.) ecc.
Fra le micosi fogliari la septoriosi risulta una delle più importanti patologie della specie in tutto l’areale di coltivazione.
Sintomi e danni della septoriosi
La corretta diagnosi e identificazione del patogeno sono fondamentali per conoscere la sua biologia e stabilire corretti metodi di difesa.
La septoriosi si caratterizza per lo sviluppo di macchie necrotiche marroni e irregolari, del diametro di 1-2 mm, che possono ricoprire l’intera superficie delle foglie. Sulle lesioni, con l’avanzare della malattia, si possono osservare numerosi puntini neri che corrispondono ai corpi fruttiferi (picnidi) del patogeno. Questi, in condizioni di elevata umidità, possono originare cirri mucillaginosi biancastri contenenti spore infettanti.
Generalmente le macchie sono limitate alle foglie, piccioli e peduncoli dei frutti. In condizioni di siccità si possono avere estese defogliazioni.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
Agenti causali e ciclo biologico
Recenti studi hanno permesso di identificare quattro specie associate alla septoriosi:
- Septoria pistaciae,
- S. pistaciarum,
- Pseudocercopsora pistacina,
- Cylindroseptoria pistaciae.
Le prime due sembrano essere le più diffuse nei Paesi maggiori produttori.
Il ciclo biologico di S. pistaciarum e S. pistacina sembra essere molto simile. Ambedue le specie passano l’inverno nelle foglie infette cadute a terra l’anno precedente. In autunno il fungo forma le strutture sessuali (pseudoteci). A partire da febbraio-marzo queste maturano e da fine aprile-tutto il mese di maggio, con le piogge primaverili (temperature medie di 10 °C), vengono disperse le spore che daranno inizio alle nuove infezioni dell’anno. Seguono le infezioni secondarie da parte dei conidi che intensificano la dannosità del fungo.
Gestione dell’avversità
Attacchi gravi possono portare a estese defogliazioni premature e riduzione della vigoria della pianta. È raccomandabile l’eliminazione e l’interramento delle foglie cadute a terra per ridurre il potenziale inoculo.
I trattamenti chimici devono iniziare con la formazione delle prime foglioline e continuare fino a tutto il mese di giugno. Le sostanze attive risultate più efficaci sono rame, boscalid, pyraclostrobin, tebuconazolo, fluopyram ecc. È fondamentale controllare gli aggiornamenti di registrazione delle sostanze attive sulla coltura.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
La coltura del pistacchio
Il pistacchio (Pistacia vera L.) è una specie conosciuta da tempi remoti. È originario della zona geografica compresa fra l’Asia Occidentale e l’Asia Minore, e diffuso presso le principali popolazioni come quella egiziana, greca e romana.
Negli ultimi anni la superficie mondiale è notevolmente aumentata fino a raggiungere circa 650.000 ettari. I principali paesi produttori sono l’Iran, con un 49,4% della produzione mondiale, gli Stati Uniti, con un 22,5%, la Turchia e la Siria. La produzione media mondiale si attesta su circa 1.057.566 t.