Vite alle prese con le larve di tignoletta

Larva di tignoletta della vite
Come contrastare la seconda e la terza generazione carpofaga della tignoletta che in questo periodo si accavallano nei vigneti da vino e da tavola del centro-sud

A seconda delle condizioni climatiche, e delle temperature medie, è tra luglio e agosto che in Italia meridionale la tignoletta (Lobesia botrana) completa la seconda generazione o avvia la terza.

Le larvette delle due generazioni, che possono accavallarsi, infestano le bacche nelle quali penetrano appena sgusciate dall’uovo con danni diretti e aprendo la via agli agenti di marciumi.

Dal monitoraggio…

È importante, perciò, tenere sotto controllo le eventuali infestazioni che non devono superare la soglia di danno, variabile a seconda del tipo di coltura (es. da vino o da tavola). L’uso delle trappole a feromone sessuale è importante per seguire l’andamento delle volo degli adulti ma anche il monitoraggio visivo dei danni agli acini è essenziale. Un occhio allenato riesce ad individuare abbastanza facilmente le uova deposte sugli acini in ingrossamento e, ovviamente, le bacche infestate.

Con una lente di ingrandimento anche lo stadio di maturazione delle uova può essere osservato senza difficoltà, ricavando utili informazioni per la scelta del posizionamento dell’eventuale trattamento insetticida. Nelle aree dove sono stati validati, i modelli previsionali saranno particolarmente utili per il corretto posizionamento dei trattamenti o per economizzare sui tempi di monitoraggio.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Acino di vite infestato da tignoletta

…ai trattamenti

Per le uve da tavola la soglia indicativa di intervento si raggiunge al 3-4% di grappoli colpiti, mentre per le uve da vino al 10-15%. Il monitoraggio dei danni consente di posizionare con maggiore efficacia i prodotti insetticidi, sia biologici (spinosad e Bacillus thuringiensis) sia chimici individuando le fasi di maggiore suscettibilità (es. fase di “testa nera” delle uova, che è quella precedente la schiusa).

Il controllo della tignoletta potrà essere impostato con criteri curativi o preventivi e dipenderà dalla scelta delle sostanze attive: 3-4 giorni dall’inizio delle catture se si utilizzano regolatori di crescita (tebufenozide, metossifenozide), 4-6 giorni se s’impiega spinetoram, spinosad, indoxacarb, clorantraniliprole, emamectina o Bacillus thuringiensis (var. Kurstaki e var. Aizawai). In quest’ultimo caso è consigliabile ripetere il trattamento dopo 7-8 giorni dal primo, soprattutto per le uve da tavola.

Nelle aree dove la tignoletta raggiunge solitamente popolazioni elevate e la curva di volo della II generazione è piuttosto lunga, indipendentemente dalla sostanza attiva utilizzata, potrebbe rendersi necessario eseguire un secondo trattamento a distanza di 10-15 giorni dal primo (in funzione della curva di volo) preferendo prodotti dotati di buona persistenza e resistenza alle alte temperature estive.

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Confusione sessuale

In alternativa al controllo con insetticidi, la confusione sessuale per il controllo della tignoletta si è affermata con successo in molti comprensori viticoli, sia per l’uva da tavola sia per l’uva da vino, consentendo anche la completa eliminazione dei trattamenti insetticidi. Un aspetto da considerare nei campi “confusi” è l’impossibilità di seguire il volo della tignoletta con trappole sessuali, perdendo importanti indicazioni per il posizionamento di eventuali trattamenti. A questo, però, si può ovviare con servizi di monitoraggio comprensoriali e con i citati modelli previsionali.

Dove la lotta alla lobesia è completamente biologica, è importante controllare sempre la situazione fitosanitaria del proprio vigneto e non abbassare la guardia verso gli altri insetti fitofagi “secondari” (es. cocciniglia del fico e tignola rigata) che vanno limitati prima che la loro popolazione cresca eccessivamente.

Vite alle prese con le larve di tignoletta - Ultima modifica: 2022-07-16T10:06:38+02:00 da K4

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