Vite, controllare i nematodi prima dell’impianto

Giovane vigneto di Montepulciano nel chietino (anno di impianto 2019) con problemi di nematodi e iniziale comparsa di sintomi di virosi
Inverno tempo di nuovi vigneti, ma guai a dimenticare l’analisi nematologica del terreno. In caso di presenza di carica nematica elevata, ci si accorge infatti dell’errore commesso solo dopo, quando si manifestano i danni di deperimento delle piante o i sintomi di virosi trasmesse da tali parassiti. Ma ormai nessun intervento risulta più efficace.

Con l’arrivo della stagione invernale, i viticoltori pianificano e preparano eventuali nuovi impianti e reimpianti di vite.

Si procede, quindi, all’analisi chimico-fisica del terreno, alla scelta più opportuna delle barbatelle e a una corretta lavorazione del terreno, ma spesso si trascura un aspetto fondamentale per la corretta riuscita del nuovo impianto ovvero l’analisi nematologica del terreno. In caso di presenza di carica nematica elevata, ci si accorge dell’errore commesso solo dopo qualche anno dalla messa a dimora, quando sono visibili i danni di deperimento delle piante o i sintomi di virosi trasmesse da tali parassiti e quando nessun intervento risulta più efficace.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Danni indiretti gravi

Le specie di nematodi con accertata patogenicità nei confronti della vite sono molte. Quella più importante per il danno economico che può avere sui vigneti è la famiglia Longeridae a cui appartengono i principali generi Longidorus e Xiphinema.

Xiphinema

Trattasi di nematodi ectoparassiti migratori di piante erbacee e arboree, che vivono nel terreno allo stato libero, spostandosi tra le radici delle piante ospiti. Possiedono uno stiletto boccale che viene infisso in profondità nei tessuti radicali, generalmente in prossimità degli apici radicali. In loro presenza, lo sviluppo delle radichette si arresta e spesso le radici assumono un aspetto contorto o “coralliforme”.

Radici coralliformi per attacco di Xiphinema

Possono provocare danni indiretti ancor più gravi di quelli diretti: sono in grado di trasmettere, per mezzo di secrezioni ghiandolari esofagee che rilasciano attraverso il loro stiletto di penetrazione, nepovirus da piante infette a piante sane. Xiphinema index, presente in tutte le aree viticole italiane, è vettore del GFLV (Grapevine fanleaf nepovirus). L’associazione virus-vettore risulta molto specifica e il virus riesce a sopravvivere nelle radici anche per 5 anni dall’espianto della coltura. La presenza di tali nematodi è localizzata principalmente tra i 20 ed i 60 cm di terreno e la carica nematica che influisce sul normale sviluppo delle piante si aggira sui 50 individui/litro di terreno.

Virus dell'arricciamento della vite (GFLV), sintomi su diverse varietà di vite

Analisi del terreno imprescindibili

Le misure di contenimento della problematica nematodi-virus nei vigneti sono esclusivamente di carattere preventivo.

Nel caso di reimpianti o nuovi impianti sono fondamentali, pertanto, accurate analisi del terreno al fine valutare la presenza e la carica nematica. È importante il prelievo di terreno secondo specifiche procedure per ottenere uno o più campioni omogenei e rappresentativi.

In caso di presenza di Xiphinema, sarà purtroppo necessario attendere un periodo di almeno 7 anni, seminando nel terreno specie erbacee non recettive per la specie quali cereali ed erba medica. L’utilizzo di piante ad azione biofumigante risulta non di sicura efficacia nei confronti di nematodi longidoridi. Particolare attenzione va rivolta, poi, alla fase di lavorazione del terreno al fine di limitare la diffusione passiva di questi animali in caso di presenza localizzata degli stessi.

Altrettanto fondamentale risulta, infine, l’accurato controllo del materiale di moltiplicazione in quanto i nematodi spesso sono veicolati per mezzo della terra aderente all’apparato radicale delle barbatelle. Le vigenti norme nel settore vivaistico, peraltro, prevedono che tutti i terreni destinati ad ospitare piante madri debbano essere analizzati al fine di escludere la presenza di nematodi vettori di virus. Ovviamente, le barbatelle devono essere virus esenti, poiché se piantate in terreni con presenza di nematodi vettori, l’infezione virale potrebbe dilagare.


Sintomatologia

Le piante interessate mostrano sintomi aspecifici, con sviluppo stentato e riduzione delle infiorescenze.

Per quanto concerne il GFLV i danni sono ben visibili e distinguibili, a seconda dei ceppi in:

1. malformazioni infettive: foglie distorte, asimmetriche con nervature ravvicinate, mosaici giallo-verdastri, tralci con internodi ravvicinati, aspetto della pianta cespuglioso e riduzione quantitativa dei grappoli nonché maturazione irregolare. I sintomi, che si evidenziano maggiormente nel periodo tardo primaverile, si possono manifestare anche soltanto su alcune parti della pianta e la severità dipende principalmente dal vitigno e dall’andamento climatico stagionale.

2. giallumi infettivi: alterazioni cromatiche a carico delle foglie ben evidenti fin dalla ripresa vegetativa; il lembo fogliare può presentare macchie gialle estese o piccole e diffuse. Tali sintomi possono essere assenti nelle foglie sviluppate nella stagione avanzata.

Vite, controllare i nematodi prima dell’impianto - Ultima modifica: 2020-12-16T14:58:47+01:00 da K4

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