Il paesaggio salentino sta cambiando, bisogna intervenire prontamente per rigenerarlo. È l’indicazione di Donato Boscia, primo ricercatore dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) del Cnr di Bari, che avverte: «Nel Salento, oltre l’olivo, centinaia di esemplari di decine di altre specie stanno morendo a causa della Xylella».
Secca anche l’Acacia saligna
Sta seccando l’Acacia saligna, pianta tipica della macchia mediterranea salentina che rischia di scomparire. Sulla costa jonica sono tantissime le piante di questa specie colpite dall’insidioso e mortale batterio. L’A. saligna, una delle 34 specie ospiti sintomatiche della Xylella fastidiosa subsp. pauca, è un piccolo albero originario dell’Australia occidentale che raggiunge l’altezza di 3-6 metri; è stata introdotta a scopo ornamentale e come pianta ricolonizzatrice, per rinsaldare le dune costiere. Poco esigente, di rapida crescita e molto resistente agli ambienti marini, l’acacia saligna può essere anche usata come pianta pioniera su terreni rocciosi. In Italia viene coltivata a scopo ornamentale e forestale e si è naturalizzata in tutte le regioni dell’Italia meridionale, isole comprese, e in Toscana e Liguria. Fiorisce a febbraio-aprile.
Boscia: «Un tavolo tecnico per gestire la situazione»
«Centinaia di esemplari di questa specie sono seccate, altre mostrano gravi sintomi di disseccamento che porteranno a morte le piante. Si sta realizzando una lenta ma continua strage di piante di A. saligna, specie che magari passa in secondo piano, ma ha un suo ruolo ecologico. Decine sono ormai le specie attaccate dal batterio, come la poligala (Polygala myrtifolia), il rosmarino (Rosmarinus officinalis), l’oleandro (Nerium oleander) e altre. Un intero territorio sta lentamente cambiando pelle, perciò è importante iniziare ad avviare una reale rigenerazione del paesaggio – consiglia Boscia –. Suggerisco che venga istituito un tavolo tecnico che unisca le competenze tecniche non solo di agronomi e fitopatologi, ma anche di paesaggisti ed economisti, affinché lavorino in sinergia per capire come gestire questa situazione».
I danni sugli oleandri a Lecce e in provincia
Particolarmente grave è, negli ultimi tempi, la diffusione a macchia d’olio a Lecce e in provincia, in particolare nelle aree pubbliche e ai bordi delle strade, del disseccamento degli oleandri. La presenza della sputacchina in un contesto urbano non è una novità, all’ingresso di Lecce gli olivi sono tutti attaccati dal batterio. Ma la novità è che da qualche tempo il vettore si è spostato anche sugli oleandri, infettandoli irrimediabilmente. Anche da Galatina (Le) si ha notizia di oleandri in via di disseccamento perché infettati dal batterio Xylella. In questi giorni si sarà a Lecce una riunione operativa fra l’Arif (l’Agenzia regionale attività irrigue e forestali, deputata al monitoraggio della Xylella), l’Ordine provinciale leccese dei dottori agronomi e forestali e il Comune di Lecce per capire come intervenire e con quali risorse.
di Gioia: «Un Piano per i Comuni»
«Vogliamo confrontarci con la Regione – dichiara l’assessore all’Urbanistica di Lecce, Rita Miglietta – per capire se anche le amministrazioni pubbliche possono usufruire di forme di finanziamento per il contrasto alla Xyella». E per l’assessore regionale all’Agricoltura Leonardo di Gioia «serve un Piano per i Comuni, che consenta di destinare parte dei 300 milioni di euro, già stanziati dal Governo nazionale per la Xylella, per affrontare anche la questione degli oleandri infettati dal batterio».