Le azioni dell’UE per migliorare il benessere animale hanno avuto esito positivo in alcuni ambiti; tuttavia:
- permangono ancora debolezze nel rispetto degli standard minimi,
- è possibile migliorare il coordinamento con i controlli di condizionalità,
- le risorse finanziarie della PAC potrebbero essere maggiormente sfruttate per promuovere standard più avanzati in materia di benessere degli animali.
Sono queste le conclusioni della Corte dei Conti Ue contenute nel rapporto pubblicato il 14 novembre, al termine di un audit svolto in cinque Stati membri che sono Germania, Francia, Italia, Polonia e Romania, per verificare i controlli che si effettuano sul benessere degli animali da allevamento e l’attuazione generale della strategia dell’UE in questo settore.
Gabbie e stabulazioni in gruppo, i risultati positivi
La Commissione ha utilizzato sia orientamenti che provvedimenti esecutivi per conseguire la conformità negli Stati membri. Secondo l’audit Il suo operato è stato efficace in settori importanti, soprattutto per quanto concerne la stabulazione in gruppo per le scrofe e il divieto di usare gabbie non modificate che impediscono il naturale comportamento delle galline ovaiole.
La Commissione e gli Stati membri si sono adoperati per elaborare linee guida che aiutassero la comprensione e un’applicazione uniforme degli obblighi giuridici e ne hanno assicurato un’ampia divulgazione. In genere, gli Stati membri visitati dagli auditor della Corte hanno intrapreso azioni per recepire le raccomandazioni di audit formulate dalla Commissione.
Mutilazioni, trasporti, macelli: le cose che non vanno
Tuttavia, in alcuni settori permangono ancora debolezze connesse a questioni di benessere negli allevamenti come l’abituale mozzamento della coda dei suini, come il rispetto della normativa riguardante il trasporto su lunghe distanze e il trasporto di animali non idonei, e all’uso della deroga per la macellazione senza stordimento e procedure di stordimento inadeguate.
La Corte rileva anche che gli Stati membri visitati hanno impiegato molto tempo per recepire alcune raccomandazioni formulate in precedenza dalla Commissione a seguito degli audit della stessa Commissione.
Il problema dei controlli
I sistemi di controllo ufficiale degli Stati membri sono un fattore essenziale, per la Corte dei conti, per assicurare un adeguato rispetto degli standard relativi al benessere animale. La Corte ha riscontrato buone pratiche in questo settore, in particolare per quanto concerne l’uniformità delle ispezioni ufficiali, ma ha anche rilevato l’esigenza di concentrarsi su settori e operatori economici che presentano un rischio più elevato di non conformità. Inoltre, gli Stati membri potrebbero sfruttare meglio le informazioni acquisite tramite audit interni e denunce per migliorare la propria gestione della politica in materia di benessere animale.
I controlli degli Stati membri hanno riguardato in genere i corrispondenti obblighi in materia di benessere degli animali e la Corte ha rilevato alcuni esempi di buon coordinamento tra le autorità preposte alle ispezioni ufficiali sul benessere degli animali e quelle preposte alle ispezioni concernenti la condizionalità. Tuttavia, sebbene fosse la medesima autorità di controllo a espletare le ispezioni ufficiali e i controlli di condizionalità, alcuni Stati membri non hanno favorito uno scambio efficace di informazioni sulle inadempienze riscontrate durante le ispezioni ufficiali, aventi un potenziale impatto sui requisiti di condizionalità. Inoltre, in alcuni casi, le sanzioni comminate dagli organismi pagatori nell’ambito della condizionalità non erano proporzionate alla gravità delle irregolarità.
Troppe esenzioni in Italia
Osservazioni sono formulate anche sui casi di esclusione dalla popolazione delle aziende da verificare In Italia, le aziende suinicole con meno di 40 suini o sei scrofe e gli allevamenti di caprini, ovini e bovini (eccettuati i vitelli) con meno di 50 capi di bestiame sono escluse dalla popolazione da verificare. Ne consegue che, in Sardegna, non sono sottoposti a verifiche del benessere degli animali l’85% delle aziende suinicole, il 67 % degli allevamenti di caprini e l’86 % degli allevamenti di bovini (eccettuati i vitelli).
Le raccomandazioni della Corte
Il rapporto della Corte europea dei Conti conclude affermando che vi sono margini per migliorare il coordinamento con i controlli di condizionalità e le risorse finanziarie della PAC potrebbero essere maggiormente sfruttate per promuovere standard più avanzati in materia di benessere degli animali per cercare di colmare il divario fra obiettivi ambiziosi e attuazione pratica.
La Corte formula, infine, una serie di raccomandazioni alla Commissione europea affinché migliori la gestione della politica in materia di benessere animale. Esse riguardano:
- il quadro di riferimento strategico per il benessere animale,
- provvedimenti esecutivi più efficaci, linee guida per assicurare la conformità,
- il rafforzamento dei collegamenti tra condizionalità e benessere degli animali,
- azioni per garantire un maggiore benessere degli animali attraverso la politica di sviluppo rurale.