4 milioni di euro per gli allevatori pugliesi di bovini da latte per aiutarli a far fronte alla crisi economica in atto. Li ha messi a disposizione la Regione Puglia con l’approvazione da parte della Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia, del provvedimento che stabilisce entità e modalità degli aiuti per le imprese zootecniche pugliesi.
Sostegno a zootecnia da latte vessata da aumento costi
Questo provvedimento è un altro importante intervento a sostegno di un settore produttivo vessato dall’aumento dei costi delle materie prime e dai forti rincari energetici, determinati prima dall’emergenza Covid e adesso dagli effetti gravissimi del conflitto russo ucraino, dichiara Pentassuglia.
«La delibera indica l’importo complessivo della dotazione messa a disposizione del comparto e stabilisce le modalità e i criteri di concessione degli aiuti in favore degli allevatori pugliesi di bovini da latte. A ogni allevatore è concesso un aiuto di massimo 35mila euro sulla base del numero dei capi, di età minima di 24 mesi, regolarmente censiti nella Banca dati nazionale zootecnica. Le imprese zootecniche, in questo modo, con iniezioni immediate di liquidità, saranno maggiormente in grado di resistere ai gravi contraccolpi del conflitto bellico in atto. Sostenere il sistema allevatoriale significa garantire la tenuta di un sistema peculiare della nostra economia, scongiurando il rischio di una diminuzione delle stalle attive, ma vuol dire anche tutelare il nostro paesaggio e i benefici, di cui gli allevatori sono tra i primi garanti, legati alla conservazione della biodiversità degli ecosistemi agro-pastorali».
Servono anche fondi Pnrr e misure del Governo
Gli aiuti per il comparto zootecnico, aggiunge l’assessore Pentassuglia, seguono di pochi giorni quelli stanziati per la pesca.
«La Regione sta cercando di rispondere con ogni sforzo e strumento a disposizione al grido di dolore delle imprese attive nel settore primario, tra le più colpite in questo durissimo periodo storico per l’intera Europa.
Si tratta di misure straordinarie in grado di offrire una boccata d’ossigeno alle imprese, ma siamo consapevoli che servono altresì strategie di medio e lungo periodo, anche intercettando i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), e azioni decisive da parte del Governo nazionale sul fronte delle speculazioni dei prezzi del gasolio».
Lattiero-caseario: rilevanza economica, sociale e ambientale
Al varo del provvedimento di aiuti da parte della Regione Puglia plaude Coldiretti Puglia. «Per l’effetto congiunto dell’aumento dei costi energetici e dei prezzi dei mangimi il settore dei bovini da latte ha subito incrementi di costi pari al 57% secondo il Crea - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, che evidenzia il rischio concreto di chiusura per la maggioranza degli allevamenti costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione – sottolinea il presidente Savino Muraglia –. L’impennata dei costi, registrata già prima dello scoppio della guerra, aveva determinato la chiusura di oltre 120 stalle in Puglia in un anno. Con le imprese di allevamento da latte allo stremo, avevamo chiesto alla Regione Puglia un intervento concreto per sostenere le aziende zootecniche. Il provvedimento della Regione è una boccata d’ossigeno per garantire la sopravvivenza della zootecnia pugliese da latte, che conta ormai solo 850 allevamenti da latte per produrre formaggi, mozzarelle e burrate. Occorre garantire la stabilità del settore lattiero-caseario che ha non solo importanza per l’economia regionale ma anche rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate».