L’Italia è il primo esportatore mondiale di produzioni biologiche. Nei prodotti coltivati senza l’uso della chimica di sintesi il nostro Paese investe quasi l’11% della propria Sau (Superficie agricola utile), poco meno del triplo rispetto alla Francia (4,1%) e quasi il doppio rispetto alla Germania (6,3%), due Paesi che però ci precedono ampiamente come mercati di consumo di prodotti bio.
Lo sottolinea Paolo Parisini, presidente della Federazione nazionale dell’agricoltura biologica di Confagricoltura citando i dati dell’ultimo report curato dal Centro studi dell’organizzazione agricola. “Le aziende biologiche italiane sono capaci, in particolare, di spingere sulla multifunzionalità valorizzando al meglio le risorse paesaggistiche ed ambientali dei territori”.
Lo dimostrano iniziative agrituristiche, ricreative e didattiche anche a sostegno della trasformazione in proprio e della vendita diretta, o comunque di filiera corta (e-commerce, ristoranti, commercianti al dettaglio, ecc.), del prodotto. «Si tratta di soluzioni imprenditoriali che – aggiunge il rappresentante di Confagricoltura - consentono di realizzare, sia pure attraverso investimenti impegnativi, quel valore aggiunto per il quale l’agricoltura italiana detiene il primato in Europa».
Per quanto riguarda il consumo di biologico nel nostro Paese Ismea ha stimato un giro d'affari al dettaglio superiore ai 2,1 miliardi di euro senza considerare ristorazione, bar, mense e in generale il food service. I comparti più dinamici si rivelano i derivati dei cereali (+28%) e gli ortaggi freschi e trasformati (rispettivamente +14% e +21,8%).
“Indubbiamente i consumatori – sottolinea il presidente della Federazione nazionale di prodotto - sono sempre più interessati ai prodotti di agricoltura biologica, ma alcune recenti ricerche hanno rilevato come si stiano orientando su un prodotto sostenibile, non solo bio. È chiaro che l’agricoltura biologica si dovrà misurare in futuro in contesti altamente competitivi".
Quali sono le regioni leader nella produzione bio? Vale circa il 20% della spesa dei Psr in Calabria e Sicilia, ricorda Confagricoltura– ma impiega risorse molto limitate in Veneto, Campania, Lombardia e Piemonte (tra l’1,2% ed il 2,5% del budget dei Psr). La Regione che detiene il primato degli investimenti nel biologico è la Sicilia con 280,4 mila ettari, seguita da Puglia a quota 191,8 mila ettari e Calabria (138,3 mila ettari). Negli ultimi tempi gli incrementi più rilevanti si sono registrati in Valle d’Aosta, Calabria e Toscana.