Il sistema comunitario di scambio di quote di emissione (Ets) è attualmente in corso di revisione a Bruxelles, ma quello che preoccupa il settore agricolo europeo è quello che ancora non c’è. Prima dell’estate, infatti, dovrebbe vedere la luce una proposta legislativa relativa alla riduzione delle emissioni nei settori non coperti dall’Ets: agricoltura appunto, ma anche il settore dei trasporti, della gestione dei rifiuti e quello della costruzione.
Di questo si discute tra i Ministri agricoli riuniti a Bruxelles nel momento in cui si scrive (Consiglio agricoltura del 17 maggio). Il trend della discussione è già immaginabile. Il settore agricolo è pronto a fare la sua parte, ma non si devono dimenticare in particolare tre aspetti essenziali: il ruolo dell’agricoltura nell’immagazzinare CO2, la mission chiave della produzione di alimenti per nutrire il pianeta e i contributo potenziale della bioeconomia.
Ovviamente però il Consiglio sta affrontando anche le problematiche legate alle crisi dei mercati, con particolare riferimento al lattiero-caseario, definito dal Commissario Phil Hogan come l’unico che attraversa veramente un momento di grande difficoltà.
Nessuna misura concreta è attesa come output di questa riunione; decisiva sarà invece la riunione di giugno, l’ultima sotto Presidenza olandese (27 e 28 giugno a Lussemburgo), in cui potrebbero essere sbloccate risorse supplementari per allieviare le sofferenze del settore (probabilmente attraverso l’utilizzo della riserva di crisi). Intanto il mercato del latte continua a registrare una flessione dei prezzi (-4% a livello Ue) e la principale novità del pacchetto anti-crisi, la gestione volontaria della produzione, non sembra sortire gli effetti auspicati, e la produzione continua ad aumentare, a livello comunitario ma anche nel resto del mondo (+1,8 in Usa, +2% in Nuova Zelanda).
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