La viticoltura italiana affronta il primo anno della parziale liberalizzazione della produzione; dopo 30 anni, è terminato il regime dei diritti di impianto dei vigneti che è stato sostituito dal 1° gennaio 2016 con un nuovo sistema di autorizzazioni per gli impianti viticoli.
Nel nostro paese, le disposizioni sull’attuazione del nuovo sistema di autorizzazioni sono state assunte tramite il decreto ministeriale n. 12272 del 15 dicembre 2015.
I risultati del primo anno di attuazione della nuova politica viticola hanno registrato diverse sorprese: le richieste di impianto di nuovi vigneti sono state 10 volte superiori alle disponibilità.
Il nuovo sistema di autorizzazioni
A partire dal 1° gennaio 2016, fino al 31 dicembre 2030, i vigneti di uva da vino possono essere impiantati o reimpiantati solo se è stata concessa un’autorizzazione ai sensi del Decreto ministeriale n. 12272 del 15 dicembre 2015.
Il nuovo sistema di autorizzazioni per gli impianti viticoli si basa su tre principi:
- abolizione dei regime dei diritti di impianto dei vigneti;
- introduzione di un nuovo sistema di autorizzazione all’impianto dei vigneti;
- aumento controllato delle superfici vitate.
Il nuovo sistema si caratterizza per la possibilità di incrementare le superfici vitate aziendali senza dover acquistare i diritti, seppur all’interno di un quadro di una crescita controllata dell’1% annuo della superficie vitata nazionale.
In Italia possono essere assegnate ogni anno autorizzazioni per nuovi impianti per circa 6.376 ettari, in quanto la superficie vitata nazionale, in base all’inventario viticolo, è di 637.634 ettari (tab. 1).
Il rilascio delle autorizzazioni
A seguito della richiesta di rilascio di un’autorizzazione, possono succedere due fatti:
- se le richieste di autorizzazione ammissibili risultano inferiori ai 6.376 ettari, queste sono tutte accettate;
- se le richieste di autorizzazione ammissibili risultano superiori ai 6.500 ettari, sono concesse in proporzione (criterio del prorata).
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