Tonnellate di latte sono state gettate per l’impossibilità di consegnarlo ma con il gelo sono in tilt le consegne alimentari anche di altri prodotti deperibili come frutta e verdura a causa delle difficoltà di circolazione nelle aree più colpite dalla neve e dall’abbassamento delle temperature. E’ quanto emerge all’apertura settimanale dei mercati da un primo monitoraggio della Coldiretti che chiede l’avvio delle verifiche per dichiarare le condizioni di calamità naturale per l’agricoltura nelle regioni più colpite dove migliaia di ettari di verdure pronte per la raccolta bruciate dal gelo, serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve, animali morti, dispersi e senz’acqua perché sono gelate le condutture, ma anche aziende e stalle isolate che non riescono a consegnare il latte quotidiano e le verdure.
Il maltempo che ha colpito pesantemente le campagne delle regioni del centro sud dove si contano già decine milioni di euro di danni diretti per le perdite dei prodotti ma anche per i danni alle strutture con il crollo delle serre sotto il peso delle neve e l’aumento esponenziale dei costi per il riscaldamento. Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio sono migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine ma anche – sottolinea la Coldiretti - gravi i danni si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve. Drammatica è la situazione nelle zone terremotate dove con l’arrivo della neve e del freddo occorre assolutamente accelerare le procedure per garantire l’arrivo dei moduli abitativi e delle stalle a tutte le aziende e agli allevamenti danneggiati. La neve – conclude la Coldiretti - va, infatti, ad aggravare la situazione degli animali, che hanno bisogno di ricoveri con le stalle distrutte o inagibili. Ma secondo Coldiretti serve anche garantire in tempi brevi una sistemazione.
«Il nostro appello è a fare presto, a superare i cavilli burocratici – afferma Mario Guidi, presidente di Confagricoltura -. Come ha detto il sindaco di Amatrice, nel Lazio, se serve, le Regioni coinvolgano per la fornitura dei moduli per il bestiame le altre ditte in graduatorie. Dall’emergenza si esce con provvedimenti di urgenza e sburocratizzati. Intanto si intervenga con l’esercito per dare assistenza. È innanzi tutto un dovere morale del Paese. Non si possono lasciare allevatori ed animali all’aperto sotto temperature polari».
La mappa degli effetti del maltempo (Secondo la CIA)
PUGLIA. Chiede lo stato di calamità per l'eccezionale ondata di maltempo. Le gelate hanno compromesso i raccolti di agrumi e ortaggi in tutta la regione. Emergenza neve nei campi con vigneti abbattuti e masserie isolate.
SICILIA. Colpiti gli ortaggi invernali da campo distrutti dal gelo. Gravi danni si sono verificati anche sugli agrumeti e sui vigneti. Problemi per la logistica degli allevamenti e serre distrutte dal peso della neve. Annunciata la richiesta di stato di calamità per diversi Comuni.
LAZIO, UMBRIA e MARCHE. L’emergenza maltempo si aggiunge all’emergenza terremoto. Situazione drammatica per allevamenti zootecnici e aziende ortofrutticole. Problemi legati a mezzi strumentali, gestione del bestiame e logistica. Servirebbero circa 500 ripari provvisori per gli animali.
CALABRIA. Versante Ionico duramente colpito, agrumeti toccati dal gelo.
CAMPANIA. Danni a serre, ortaggi e vigneti. Grosse difficoltà anche per gli allevamenti. L’area più disagiata è il Beneventano.
BASILICATA. Ortaggi invernali in campo, come legumi e carciofi, “gelati”. Si registrano seri danni alle serre, in molti casi distrutte dal peso della neve caduta. Avviato censimento dei danni con probabile richiesta dello stato di calamità al verificarsi delle condizioni.
Una stima approssimativa dei danni individua la perdita o il danneggiamento mezzi strumentali oltre 250 milioni; tra i 25-30 milioni aggravio spese per riscaldamento serre e allevamenti; 400 milioni tra danni alle colture e mancata commercializzazione. La perdita del settore primario per gli effetti dell’eccezionale ondata di maltempo potrebbe aggirarsi già intorno ai 700 milioni di euro.