In Italia le idee innovative non mancano, ma troppo spesso non riescono a fare il salto, trasformandosi da possibilità a impresa.
Il primo ostacolo, tanto ovvio quanto spesso insormontabile, è rappresentato dalla mancanza di capitali. Qui si inserisce il BioInItaly Investment Forum & Intesa Sanpaolo Start Up Initiative, evento di “raccolta fondi” dedicato alle più promettenti start up nazionali che operano nel settore delle biotecnologie, promosso da Assobiotec e Intesa Sanpaolo a Milano, 14 neo-imprese hanno avuto la possibilità di presentare il proprio progetto e business plan ad una platea composta da investitori finanziari, esperti di settore e manager di impresa.
Dalla prima edizione a oggi (quella del 2016 è la nona, la settima insieme a Intesa Sanpaolo), la manifestazione ha visto realizzati oltre 16 milioni di euro di investimenti in 14 start up innovative ed ha permesso di formarne e selezionarne oltre 120, portandole all’incontro con 1.200 investitori internazionali, anche attraverso l’organizzazione di road show a Londra, Francoforte e Tel Aviv. Risultati, ha sottolineato il presidente di Assobiotec, Riccardo Palmisano, «che testimoniano l’alto livello della nostra ricerca biotecnologica. La biotecnologia cresce, in controtendenza rispetto all’economia, con un tasso stimato del 20% l’anno, anche se nel nostro Paese non occupa ancora quel ruolo prioritario che potrebbe avere».
Anche in agricoltura: le stime Ocse riferiscono infatti che entro il 2030 il 50% dei prodotti agricoli (80% farmaceutici, 35% chimici e industriali) saranno biotech. Negli anni passati il Forum ha permesso di trasformare in impresa la Promis biotech, spin-off della Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia, che sviluppa batteri, lieviti e muffe “Doc” per migliorare la produzione di alimenti fermentati tipici e fortemente legati al territorio, come vino, aceto, pane e formaggio.
...
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 18/2016 L’Edicola di Terra e Vita