Etica e sostenibilità lungo tutta la filiera del pomodoro da industria, dall’agricoltura alla trasformazione industriale fino alla distribuzione. È stato questo il tema scelto dall’Anicav (Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali), alla luce delle vicende che l’estate scorsa hanno riguardato il comparto in materia di lavoro irregolare e caporalato, per la terza edizione a Foggia di “Il Filo Rosso del Pomodoro”, l’annuale giornata interamente dedicata alla filiera, occasione di incontro e confronto sulle tematiche più interessanti per il comparto, coincisa con i 70 anni della maggiore associazione di rappresentanza delle industrie conserviere con 110 aziende associate in 12 regioni.
«Legalità, trasparenza, rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente, devono guidare la vita e le azioni delle imprese e rappresentare valori irrinunciabili oltre che condizione necessaria all’attività economica e al sano e pieno sviluppo del territorio: la responsabilità sociale dovrà diventare il nuovo paradigma del fare impresa – ha dichiarato il presidente dell’Anicav Antonio Ferraioli –. L’Expo da poco concluso ci ha “legati al mondo”, come recitava il claim dell’edizione 2014 del Filo Rosso e, ora che il mondo ha imparato a conoscerci e ci guarda, sulla scia positiva di questo grande evento bisognerà lavorare per dimostrare che la filiera del pomodoro da industria, in grado di coniugare il saper fare e le tradizioni con la costante innovazione di processo e di prodotto, rappresenta un’eccellenza nel mercato globale: un comparto da sempre attento ai temi dell’etica e sensibile alla tutela dell’ambiente, alla qualità del lavoro e agli sprechi alimentari».
L’assemblea annuale è sempre un tempo di bilanci e mai come ora, ha affermato Ferraioli, c’è la sensazione di trovarci a un punto di svolta.
«La crisi economica, dalla quale stiamo lentamente uscendo, le riforme in tema di lavoro messe in atto dal Governo, gli assetti internazionali in continua fibrillazione, un sistema concorrenziale che si affolla di nuovi competitori: questi elementi delineano uno scenario che pesa sull’industria alimentare nel suo complesso e anche sul comparto. Alle aggregazioni di tipo orizzontale dovranno affiancarsi anche processi aggregativi verticali tra i vari livelli della filiera, che deve essere aperta, non a compartimenti stagni, compatta, cioè caratterizzata da cooperazione fra i suoi attori, i quali concorrono insieme ad accrescere la competitività del sistema. Un obiettivo che può realizzarsi solo attraverso il dialogo, il confronto, la collaborazione fra tutti i soggetti, nella consapevolezza che il momento attuale e le sfide che siamo chiamati ad affrontare nel prossimo futuro richiedono un’azione coordinata e forte. La costituzione del Polo distrettuale del pomodoro da industria del Centro-Sud ha rappresentato l’inizio di un percorso di integrazione della filiera che potrà portare verso importanti risultati. Nonostante le difficoltà riscontrate in questo primo anno di attività ritengo che il Distretto rimanga uno strumento utile per il comparto».
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