Prezzo del gasolio agricolo giù del 30% in un anno. È quanto emerge da un confronto dei listini del periodo dicembre 2013–gennaio 2014, con quelli di gennaio 2015.
Dodici mesi fa il carburante agevolato si acquistava, per volumi d’acquisto di almeno 10mila litri, a non meno di 0,8 €/l, mentre oggi si acquista anche a 0,58 €/l.
Un sensibile calo del prezzo, che farebbe pensare a costi di produzione inferiori per tutti i produttori agricoli, soprattutto nell’ottica di un risparmio per le onerose lavorazioni dei terreni. Meno spesa, uguale meno costi, potrebbe essere, quindi, nel caso specifico del gasolio agricolo, un’equazione di facile applicazione, ma come vedremo, non vale per tutti.
Da una parte gli agricoltori attrezzati di tutto punto, che si arrangiano in maniera autonoma con ogni operazione colturale, sono quelli che ovviamente ottengono i maggiori risparmi dal calo del gasolio. Dall’altra, invece, i produttori che si avvalgono dei contoterzisti per effettuare alcune o tutte le lavorazioni previste dal proprio ordinamento colturale. Quest’ultima categoria, a sentire i diretti interessati, non ha avuto alcun vantaggio dal crollo del barile del petrolio e quindi del costo del carburante agevolato.
Guardando le tariffe delle associazioni delle imprese che svolgono lavori per contoterzi, infatti, si nota che i prezzi delle lavorazioni, dall’aratura, alla raccolta, non sono minimamente calati in 12 mesi. Eppure, considerando che certe lavorazioni, come l’aratura a profondità media oppure l’erpicatura con erpice rotante, sono tariffate a 82-85 €/ora, con un’incidenza del costo del carburante di almeno il 18-20% del totale, si potrebbe pensare che, con il sensibile calo del prezzo del gasolio, i listini debbano diminuire di almeno un 5-6%.
Diminuzioni maggiori, invece, ci aspetteremmo per le lavorazioni il cui costo del carburante incide maggiormente, come l’irrigazione a pioggia, che in tariffa da un anno a questa parte è fermo a 55-60 €/ora. Facendo due conti, per l’irrigazione, la cui incidenza sul costo della lavorazione da parte della componente energetica arriva anche a un 25%, oggi arriveremmo a un risparmio di almeno un 7% rispetto a un anno fa.
Non abbiamo fatto certamente i conti per tutte le lavorazioni prestate dai contoterzisti, ma, dopo anni di tariffe in aumento o nel migliore dei casi rimaste invariate, ci aspetteremmo una diminuzione dei costi delle tariffe delle lavorazioni, compresa fra il 5 e il 7%.
E non è poco, considerato che sempre più agricoltori, non potendo sostenere investimenti onerosi in acquisto di nuove macchine agricole, si rivolgono ai servizi offerti dai contoterzisti, anche per operazioni colturali che tradizionalmente sono sempre state eseguite autonomamente dagli imprenditori agricoli, come l’aratura e la preparazione del terreno per la semina. Un risparmio, in definitiva, che consentirebbe ad esempio ai cerealicoltori di compensare in parte il calo dei prezzi dei prodotti, quest’anno è stato particolarmente penalizzante. Ma anche i produttori zootecnici, alle prese con il latte bovino pagato 36 cent/l, con la trinciatura del mais e il trasporto del prodotto, potrebbero avere la loro parte di risparmi. Insomma, abbassare le tariffe dei contoterzisti si può.