A poco più di un mese dall’avvio della sperimentazione del registro telematico (v. Terra e Vita n. 17, pag.22) non si è fatta attendere la posizione delle associazioni di categoria. Il nodo della questione è la tempistica per l’entrata in vigore dell’obbligo di tenere i registri di cantina in forma dematerializzata, che, stando ai tempi (già prorogati) del DM 30 dicembre 2015, dovrebbe scattare il prossimo 30 giugno.
Il peso del digital divide
È del 4 maggio la richiesta dei rappresentanti della filiera indirizzata al ministro Maurizio Martina: Alleanza delle cooperative, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Federdoc, Federvini e Unione italiana vini chiedono in sostanza di poter testare lo strumento telematico durante la vendemmia, fase cruciale (e quindi più significativa per il nuovo registro) dell’attività produttiva delle cantine. Ciò significherebbe allungare il periodo di sperimentazione per tutto il 2016. «L’estensione della fase sperimentale – sostengono le associazioni – rappresenterebbe per i produttori un’opportunità per consolidare le nuove modalità di gestione della cantina: è importante che le indicazioni che emergeranno dalla sperimentazione siano oggetto di un confronto». Della stessa posizione anche la Coldiretti che ha anche chiesto di tener conto delle imprese vitivinicole di ridotte dimensioni economiche, spesso con un’organizzazione familiare e non attrezzate all’utilizzo di strumenti informatici.
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 20/2016 L’Edicola di Terra e Vita