Audizione del ministro e delle associazioni agricole alla Camera in vista delle proposte Ue

Riforma PAC – L’Italia insiste: aiuti basati sulla Plv

Ottimismo di Romano sui nuovi criteri di ripartizione dopo le aperture del commissario Ciolos

Tappa al Parlamento italiano per la riforma della Politica agricola comune post 2013.
La scorsa settimana, in vista della presentazione delle proposte della Commissione europea in agenda il 12 ottobre, si sono svolte nel giro di due giorni le audizioni delle associazioni di settore e del ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, presso la commissione Bilancio e Tesoro e quella per le Politiche comunitarie.
Il ministro ha espresso un cauto ottimismo sull’efficacia del pressing effettuato su Bruxelles nelle scorse settimane per rivedere i criteri di ripartizione del futuro budget agricolo, prendendo in considerazione la produzione lorda vendibile e il valore aggiunto accanto al tanto temuto criterio della superficie agricola che farebbe perdere all’Italia una fetta importante delle risorse attuali, pari a circa 6 miliardi di euro annui tra aiuti diretti e sviluppo rurale.
«Dal commissario all’Agricoltura Ue, Dacian Ciolos, mi è giunta un’apertura – ha spiegato Romano – per un possibile ricalcolo di quel parametro della superficie agricola che, secondo la bozza della Pac, penalizzerebbe il valore aggiunto dell’agricoltura italiana andando a premiare la semplice estensione delle aziende ».
Il ministro ha anche ricordato le stime effettuate dal Mipaaf secondo le quali, sulla base delle attuali proposte sul bilancio comunitario e con i criteri di riparto dei fondi immaginati da Bruxelles, dal 2013 partirebbe una progressiva diminuzione degli aiuti per i produttori italiani che nel 2020, con il bilancio a regime, raggiungerebbe quasi il 18% (12,6% a titolo di riduzione generale e 5,6% per l’effetto redistribuzione).
Per questo il ministro nel corso dell’audizione ha sottolineato con forza di essere impegnato in «un’opera di concertazione e sensibilizzazione sulle necessità dell’agricoltura italiana che culmineranno il 13 novembre con gli Stati generali dell’agricoltura a Cremona ».
Sul piano delle alleanze europee, Romano ha però messo le mani avanti, precisando che «bisogna capire quale sarà la proposta reale della Pac, ma intanto mi sono attivato con bilaterali già svolte e altre in programma, tra cui Francia e Olanda». Il ministro ha poi tenuto a sottolineare che «la partita della nuova Pac non è assolutamente persa, il negoziato è agli inizi e sto appunto lavorando per modificare quei dati poco simpatici per l’Italia che al momento emergono dalle bozze di regolamento sulla nuova Politica agricola comune ».
Sul tema è intervenuto anche il presidente della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, Paolo Russo, in occasione della riunione dei presidenti delle commissioni competenti per l’agricoltura degli Stati dell’Unione europea che si è svolta a Varsavia la scorsa settimana. «La Politica agricola comune rappresenta uno strumento indispensabile per garantire ai cittadini d’Europa quantità di cibo adeguate e soprattutto qualità, tracciata e certificata », ha detto Russo che ha contestato il possibile riferimento alla superficie agricola come parametro per la ripartizione del futuro budget agricolo Ue: «La Pac deve essere strumento di valorizzazione delle peculiarità regionali e occasione di tutela per i consumatori. La riduzione a cifra invariata dello stanziamento rappresenta una criticità che non può che alimentare desuete politiche che valorizzino le dimensioni delle aree coltivate e non l’ingegno delle aziende agricole, le quantità dei prodotti, la specificità delle produzioni e il loro valore complessivo. Dovremo difendere le diversità evitando omologazioni e massificazioni per ettaro che rendono non tutti eguali, ma, peggio, tutto uguale – ha sottolineato Russo –. Un’agricoltura moderna è quella in grado di tutelare l’ambiente, rispettare i luoghi, valorizzare le tradizioni, consentire utile d’impresa, produrre alimenti e cibo in condizione di sicurezza e a costo contenuto. Per far questo – ha concluso il presidente della commissione Agricoltura della Camera – la Pac dovrà garantire una competizione verso l’alto delle aziende agricole evitando di farle adagiare nella comoda valutazione per ettaro ».
Intanto a Bruxelles si lavora sui testi delle proposte ufficiali che il prossimo 12 ottobre saranno presentate di fronte all’Europarlamento dalla Commissione europea. Solo a quel punto, con le tabelle dei nuovi massimali finanziari per paese scritte nero su bianco, si comincerà a fare sul serio.

Riforma PAC – L’Italia insiste: aiuti basati sulla Plv - Ultima modifica: 2011-09-30T11:30:18+02:00 da Redazione Terra e Vita

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome