L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi: «…abbiamo previsto a partire dal 2017 la cancellazione della parte di Irpef agricola che le aziende pagano…». L’operazione dovrebbe essere inserita nella prossima legge di Stabilità, come ha confermato il ministro Maurizio Martina.
Qualche particolare in più è venuto dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta,che in un’intervista avrebbe precisato: «A partire dal 2018 quindi l’Irpef per i terreni destinati ad uso agricolo verrà gradualmente ridotta secondo un andamento progressivo di 3 anni».
A parte la non coincidenza delle date indicate (dal 2017 o dal 2018?), al momento è difficile dire cosa concretamente sarà tagliato e quanto (cancellazione o riduzione?) sulla base di quanto è stato sin qui riportato.
Il taglio potrebbe interessare le sole rendite catastali dei terreni. In tal caso esso riguarderebbe solo il Reddito agrario o anche il Reddito dominicale?
Dobbiamo infatti ricordare che il Reddito dominicale grava sui contribuenti per il solo fatto di possedere un terreno agricolo a titolo di proprietà o altro diritto reale, mentre è il Reddito agrario quello riferito allo svolgimento delle attività agricole sui terreni (tant’è che se il terreno è stato concesso in affitto, il R.D. resta in capo al proprietario, mentre il R.A. deve essere dichiarato dall’affittuario).
Il R.A., tuttavia, come noto è riferito allo svolgimento delle attività agricole entro i limiti dell’art. 32 del Testo unico Irpef. Viene quindi da chiedersi se anche i redditi cosiddetti “eccedenti” la potenzialità dei terreni condotti verranno considerati nelle ipotesi di taglio.
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