La direzione indicata dal Commissario Hansen sembra chiara. Ampia la condivisione del mondo agricolo e politico. Ma resta il nodo delle risorse
La Pac è destinata a una svolta significativa. Il Commissario all’Agricoltura Christophe Hansen ha annunciato in Parlamento europeo che il futuro sostegno sarà sempre più mirato verso chi ne ha davvero bisogno. Un messaggio chiaro che pone al centro della strategia la sicurezza alimentare, la sovranità agricola e il reddito dei produttori.
Un nuovo orizzonte per la Pac
Hansen, ex eurodeputato e ora al timone delle politiche agricole europee, ha evidenziato che “farming, fishing & food are strategic sectors & a critical asset for Europe.” In altre parole, l’agricoltura non è solo un settore economico, ma una colonna portante della stabilità sociale e geopolitica dell’Ue. L’obiettivo dichiarato? Un’agricoltura “attractive, competitive, future-proof & fair”, attrattiva per le nuove generazioni, competitiva, resiliente e giusta.
Il nuovo blueprint per il futuro dell’agricoltura europea prevede un rafforzamento del principio della sovranità alimentare come pilastro dell’agenda di sicurezza dell’Ue. Questo significa meno dipendenza dalle importazioni e più investimenti in pratiche sostenibili.
Meno burocrazia, più semplificazioni
Un altro punto chiave del discorso del Commissario è stata la necessità di ridurre la burocrazia per gli agricoltori. Hansen ha promesso due nuovi pacchetti di semplificazione: uno specifico sulla Pac e l’altro sulle normative agricole più ampie.
Inoltre, sarà rivista la legislazione sul benessere animale per rendere il settore più competitivo e sostenibile, e verranno create nuove misure per aiutare gli agricoltori a ottenere prezzi più equi per i loro prodotti, evitando vendite sotto costo. “Il sostegno pubblico della politica agricola comune rimane essenziale per sostenere il reddito degli agricoltori,” ha sottolineato Hansen. La Pac rimane uno strumento fondamentale per garantire la sostenibilità economica delle aziende agricole.
Le reazioni degli eurodeputati: tra sostegno e scetticismo
Le reazioni in aula non si sono fatte attendere. L’italiano Herbert Dorfmann (Ppe) ha accolto positivamente l’idea di una Pac più equa, sottolineando però che servono soluzioni concrete per garantire redditi dignitosi agli agricoltori.
Anche il deputato italiano Dario Nardella (S&D) ha espresso il proprio sostegno, sottolineando l’importanza di investire nella produttività senza sacrificare la sostenibilità. «Non vogliamo una rivoluzione contro la natura, ma una Pac che garantisca regole chiare e semplici per chi lavora la terra», ha dichiarato. Per Nardella, è fondamentale che gli agricoltori abbiano accesso a strumenti moderni per incrementare la produzione senza subire eccessivi oneri burocratici.
Il gruppo Ecr, rappresentato dall’eurodeputata ceca Veronika Vrecionová, presidente della ComAgri, ha insistito sulla necessità di garantire la competitività del settore agricolo. «L'agricoltura deve essere competitiva» ha dichiarato, sottolineando che ogni intervento della Pac deve essere efficace e orientato ai risultati. «Dobbiamo indirizzare i nostri sussidi dove hanno più senso, verso gli agricoltori che si prendono cura del loro suolo, che si prendono cura della campagna e soprattutto forniscono cibo di alta qualità», ha aggiunto, ribadendo che il sostegno finanziario deve essere indirizzato a chi lavora la terra in modo sostenibile.
Dalla Francia, la presidente del gruppo Renew, Valérie Hayer, ha parlato di un primo passo importante ma ha avvertito che «Questo è solo il primo passo di un progetto colossale». Secondo Hayer, è necessario costruire un sistema di sostegno che offra soluzioni concrete per contrastare la concorrenza sleale nel settore agroalimentare. «Dobbiamo rafforzare il potere degli agricoltori nella catena alimentare e affrontare la concorrenza sleale», ha concluso.
Più critico il collega irlandese Luke Flanagan (The Left), che ha attaccato la contraddizione tra il discorso sulla sovranità alimentare e l’intenzione dell’Ue di firmare accordi commerciali come quello con il Mercosur, che a suo dire «distruggerà l’agricoltura europea aumentando la dipendenza da importazioni di materie prime agricole».
Una Pac più equa, ma con quale budget?
L’orientamento della nuova Pac sembra chiaro: meno burocrazia, più equità e sostegni mirati. Tuttavia, la questione del bilancio rimane un’incognita. “Prima di poter effettivamente fornire supporto al reddito, dobbiamo avere un budget,” ha avvertito Flanagan. Senza risorse adeguate, le buone intenzioni potrebbero rimanere solo sulla carta.
Nel frattempo, Bruxelles prepara il terreno per le prossime sfide. Gli agricoltori europei attendono risposte concrete. Riuscirà la Pac a mantenere la promessa di un futuro più giusto e sostenibile per il settore? Lo scopriremo nei prossimi mesi.