Dopo l'intesa in Conferenza in Stato Regioni della scorsa settimana, con la firma congiunta dei ministri Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza energetica), entra in vigore il decreto interministeriale che istituisce il registro nazionale dei crediti di carbonio volontari generati dal settore forestale, ponendo le basi per la creazione di un mercato nazionale del carbonio allineato al Regolamento (Ue) 2024/3012 sul “carbon farming”.
Un tassello atteso da anni che definisce finalmente le linee guida nazionali per il riconoscimento, la certificazione e la tracciabilità dei crediti di carbonio derivanti da pratiche di gestione forestale sostenibile.
«È uno strumento essenziale per dare nuova linfa alla gestione delle aree boschive italiane, mettendo insieme le energie dei privati con l’interesse pubblico», ha dichiarato il ministro Lollobrigida, sottolineando come la misura rappresenti «un passo avanti per contrastare il greenwashing e curare l’ambiente con i fatti».
Cosa sono i crediti di carbonio?
I crediti di carbonio sono certificati che attestano la quantità di CO₂ assorbita grazie a interventi virtuosi sul territorio. Le nuove linee guida stabiliscono i requisiti per l’iscrizione nel registro e prevedono che tali crediti siano generati da progetti forestali duraturi (almeno 20 anni), con benefici aggiuntivi rispetto agli obblighi di legge esistenti, e certificati da enti terzi accreditati.
Cosa prevedono le linee guida?
Le linee guida prevedono che i crediti di carbonio da iscrivere nel registro siano corrispondenti a:
- Una gestione dell’area boschiva che apporti attività aggiuntive rispetto alla mera conservazione prevista dalla normativa in vigore e già oggi obbligatoria;
- Un progetto di gestione dell’area boschiva di almeno 20 anni, certificato da un ente terzo accredito (non diversamente da quanto accade per le Dop e le Igp e la produzione biologica).
I crediti saranno cedibili a terzi dopo cinque anni, consentendo di valorizzare economicamente le pratiche virtuose dei proprietari e gestori forestali.
Crea al centro della governance tecnica. Registro operativo entro il 2026
Il decreto, promosso su iniziativa del presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, stabilisce altresì i criteri di accesso e funzionamento del registro che sarà gestito dal Crea.
«Il Crea è pronto», ha commentato il presidente Andrea Rocchi, annunciando che «l’obiettivo è rendere pienamente operativo il registro entro il 2026», integrandolo nel Sistema informativo nazionale delle foreste (SINFor).
L’ente di ricerca metterà a disposizione le proprie competenze tecniche e scientifiche in materia di monitoraggio, analisi e certificazione per garantire un sistema trasparente e affidabile, in linea con gli standard internazionali.
Crediti di carbonio, un’opportunità per le aree interne e la gestione attiva del bosco
Come ricordato dal Masaf, con oltre 10 milioni di ettari di superfici forestali, l’Italia dispone oggi di uno strumento in grado di mobilitare investimenti privati nella gestione sostenibile del patrimonio boschivo.
Tale misura mira a generare valore condiviso: per i proprietari e gestori forestali, per le comunità locali coinvolte e per lo Stato, attraverso una più efficace tutela del territorio e una riduzione delle emissioni nette di gas serra.
Integrare i redditi forestali
Il sistema dei crediti volontari potrà inoltre rappresentare una leva per integrare i redditi forestali, sostenere progetti di rigenerazione ambientale e incentivare partenariati pubblico-privato orientati alla neutralità climatica.
Settore agricolo ancora in attesa
Ricordiamo che nell’attuale decreto la sezione agricola è prevista ma non è attiva, poiché manca ancora l’emanazione delle linee guida specifiche che ne disciplinano criteri, modalità e certificazione.
Per il settore agricolo inoltre non esiste ancora un mercato strutturato dei crediti di carbonio, ma si registrano passi avanti nella valorizzazione delle pratiche che consentono il sequestro di carbonio nei suoli agricoli, alcune delle quali già previste dalla Politica agricola comune, e che vanno oltre gli obblighi normativi stabiliti dalle buone condizioni agronomiche e ambientali.
Chi può partecipare
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Proponenti: proprietari, gestori forestali, consorzi o soggetti aggregatori.
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Progetti ammissibili:
- Gestione forestale sostenibile con impegni addizionali rispetto alla normativa;
- Rimboschimenti e imboschimenti con specie autoctone;
- Arboricoltura da legno e sistemi agroforestali;
- Utilizzo di prodotti legnosi di lunga durata (≥ 35 anni di vita utile).
- Durata minima dei progetti: 20 anni (35 anni per i prodotti legnosi).
Requisiti tecnici dei crediti (VCC – Verified Carbon Credits)
Ogni credito equivale a 1 tonnellata di CO₂ assorbita, certificata secondo i criteri IPCC 2006 e Reg. Ue 2024/3012.
Per essere iscritto nel registro un credito deve:
- Essere addizionale rispetto alla baseline;
- Garantire stoccaggio a lungo termine e sostenibilità ambientale;
- Essere verificato da un organismo terzo (Oce) accreditato da Accredia;
- Non essere utilizzato nei mercati Eu Ets o Corsia;
- Essere cedibile dopo cinque anni e non rivendibile o esportabile.













