Erano 319 i prodotti agroalimentari italiani di qualità riconosciuti dalla Ue a fine 2022, quattro in più rispetto al 2021, grazie al lavoro di 81.400 produttori certificati, anch'essi in aumento dello 0,4% soprattutto al Sud (+2,8%) e nelle Isole (+3,1%). Numeri che confermano il primato dell'Italia tra i Pesi europei (la Francia si ferma a 262 referenze e la Spagna a205), come segnala il report Istat sui prodotti di qualità Dop, Igp e Stg.
E nel decennio 2021-2022 il numero dei riconoscimenti è cresciuto del 28,6% (da 248 a 319). In particolare, sono aumentati i prodotti ortofrutticoli e cerealicoli (23 nuove denominazioni), formaggi e degli oli extravergine d'oliva, con l’ingresso, rispettivamente, di 11 e 6 nuovi marchi di qualità. Nel decennio preso in considerazione dall'Itituto nazionale di statistica gli operatori sono cresciuti dell'8,3% passando da 75.148 a 81.403, mentre i trasformatori sono aumentati del 6,8% (da 7.015 a 7.492).
Al Sud crescono i produttori
La lettura congiunta della variazione per ripartizione e per settore evidenzia come nel Nord siano in flessione i produttori del settore lattiero-caseario, delle carni e degli oli extravergine d'oliva. Nel Mezzogiorno si registrano segni positivi in tutti i settori, mentre nel Centro la variazione è negativa per la preparazione di carni e per gli oli extravergine d'oliva.
La vocazione territoriale, definita anche dai vincoli imposti dai disciplinari di produzione, si traduce in una forte localizzazione dei produttori, che nel 2022 per il 41,5% si trovano tra il Sud (14,4%) e le Isole (27,1%), il 19,4% nella sola Sardegna, seguita da Trentino Alto-Adige con il 13,9% e dalla Toscana con il 13,8%. Il 40,4% dei trasformatori, invece, opera al Nord. Nel 2012 le quote per i produttori erano, rispettivamente, dell’8,4% per il Sud e del 20,8% per le Isole, mentre nel Nord era presente il 46,6% dei trasformatori. Nel tempo si sta quindi assistendo a una crescita di produttori operanti nella filiera di qualità nelle aree meridionali del Paese e, in misura minore, di trasformatori.
Sempre più carne
Entrando nel dettaglio, oltre l'80% dei produttori si ripartisce tra formaggi (28,9%) dove spicca la Sardegna con il 44,8%, olio extravergine d'oliva (28,6%), ortofrutticoli e cereali (25,1%). Tra i settori in crescita per numero di produttori ci sono le carni fresche per un totale di 9.458 unità (+3,7%), dove primeggiano le regioni del Nord-ovest Lombardia in testa, seguita dal Piemonte con il 24,4%, mentre i trasformatori segnano una flessione del 7%.
Allevatori che si concentrano, oltre che in Sardegna, anche nel Lazio (11,3%), in Toscana (6,5%) e in Umbria (6,2%). Più variegata è la distribuzione territoriale dei trasformatori localizzati soprattutto in Campania (28,3%), Toscana e Marche. Si conferma al primo posto, per numero di produttori, l'Agnello di Sardegna seguito dal Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale. Il settore ortofrutticolo si concentra prevalentemente in Trentino-Alto Adige (49,7%), mentre in Toscana è presente soprattutto una tradizione legata all'olivicoltura.