«Dobbiamo aumentare la nostra capacità produttiva»

«Negli ultimi anni abbiamo perso, grazie alle politiche della precedente Commissione, 40 miliardi all'anno di Plv agricola e l’80% degli agricoltori italiani». Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti fa il punto sulle principali debolezze politiche nel settore primario a livello nazionale ed europeo e presenta, all'assemblea annuale, un piano di sviluppo

«Siamo e vogliamo rimanere l’associazione di categoria di riferimento di quella agricoltura più vocata al mercato, che guarda alla produttività, alla competitività e alla costruzione di un reddito». Lo ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti a margine dell’assemblea annuale della Confederazione svoltasi a Roma.

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Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura.

«A livello europeo stiamo lavorando affinché si inizi a superare la logica del breve periodo. Abbiamo redatto un piano di azione per l’agricoltura europea che ovviamente ci riguarda anche a livello nazionale. Lo abbiamo chiamato "competition plan". Perché non possiamo più accettare la logica degli ultimi anni in cui la Pac è la visione politica europea. La Pac è, invece, lo strumento con cui si raggiungono gli obiettivi. Quindi - ha incalzato Giansanti - chiediamo una Politica agricola che metta al centro la produttività e la competitività dell’agricoltura europea in un quadro di mercato globale, perché, piaccia o non piaccia, noi operiamo in un mercato globale».

Il disastro politico della precedente Commissione europea

Giansanti ha spiegato che negli ultimi anni alcune normative europee hanno contribuito a una riduzione della produzione agricola del 10%. «Grazie alle politiche della precedente Commissione abbiamo perso circa 40 miliardi l’anno di prodotto lordo vendibile, di Plv agricola. Quindi se per dieci anni continuasse questa tendenza perderemmo 430 miliardi, non ce lo possiamo permettere».

«Brics più importante del G7»

Giansanti, ricordando poi la preoccupante supremazia agricola dei paesi Brics, ha ribadito l'urgenza di una presa di posizione netta dell’Europa. «I Brics – ha spiegato – rappresentano il 37% della Plv mondiale contro il 29% del G7. E se tanto mi dà tanto, quello che si decide al tavolo dei Brics è più importante di quello che si decide al tavolo del G7. Il Brasile è il principale produttore a livello mondiale di proteine vegetali e animali. Quindi, mentre in Europa stiamo discutendo se sono migliori le diete su proteine animali o proteine vegetali, domani, quando qualcuno  deciderà, sempre alla porta di Lula dovremo bussare.

E ancora, la Russia è il principale esportatore a livello mondiale di frumento tenero, l'India il principale produttore al mondo di latte ed esportatore di zucchero. La Cina il principale detentore di stock agricoli. Il Sudafrica il più importante produttore al mondo di alcune produzioni frutticole.

Qui c'è un mondo che rimane fermo e probabilmente si culla sugli allori di essere G7 mentre i paesi dell'area Brics dominano il mercato. Credo - ha incalzato Giansanti - che oggi più che mai bisogna suonare la sveglia».

«Risorse a chi fa agricoltura in modo professionale»

Giansanti ha dunque sottolineato un’altra criticità: «Abbiamo perso l’80% degli agricoltori del Paese. Fa piacere leggere da parte anche di altri presidenti di associazioni agricole che finalmente hanno capito l'importanza di qualificare la spesa verso chi oggi vive nel mercato, di chi ha una posizione fiscale attiva. Perché se guardiamo la Pac di oggi vediamo che ancora c'è un numero importante di percettori della domanda Pac che non ha neanche la partita Iva. Allora questo o è il mondo degli agricoltori che producono per il mercato e con sforzi e sacrifici alimentano tutti noi, tutti i giorni e arricchendo le nostre tavole, oppure costruiamo un modello basato sui sussidi, ma a noi i sussidi non piacciono. Gli agricoltori devono essere incentivati».

Nuova Commissione? «Per ora netto cambio di passo»

Alla domanda sulla nuova Commissione Ue, il numero uno di Confagricoltura ha risposto: «C’è un netto cambio di passo già in questi giorni, anche nel confronto col commissario Hansen. Ho avuto modo di partecipare e di intervenire agli Agri days due giorni fa a Bruxelles. C'è una slide rappresentativa del lavoro del commissario in cui vediamo al primo posto la competizione, al secondo la tutela del reddito degli agricoltori, al terzo una visione sulla capacità competitiva e produttiva dell'agricoltura europea. Se manterrà questa linea avrà tutto il nostro sostegno».

Manodopera, il problema più sentito

«La manodopera – ha dichiarato Giansanti – è il problema, o uno dei problemi, più sentito in tutte le agricolture europee. Se la manodopera continua ad arrivare fuori tempo massimo non serve a nessuno».

«Tavolo permanente per la riforma del lavoro agricolo»

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Maria Elvira Calderone, ministra del Lavoro delle Politiche sociali.

Intervenendo all’assemblea, la ministra del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone ha dichiarato: «Se ci state, sono pronta a insediare un tavolo permanente con filo conduttore la riforma del lavoro agricolo a 360 gradi». Secondo la ministra, per investire in lavoro agricolo e gestirne il costo bisogna «cambiare le regole». A riguardo ha detto che sì è importante ragionare sulla stagionalità del lavoro, ma è ancor più importante «ragionare sulla possibilità di valorizzare e stabilizzare le professionalità e come gestire l'istituto della disoccupazione».

Mercosur, forse migliorabile

Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura.

Sull'accordo Ue-Mercosur il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida ha dichiarato: «È un buon affare, ma non per tutti. Deve essere condizionato a regole chiare che mantengano competitivi gli agricoltori europei. Soprattutto l’Europa deve rassicurare gli agricoltori rispetto al rischio di essere sacrificabili e dare loro strumenti per rafforzarsi. Solo a queste condizioni l'Italia darà parere favorevole».

A chiusura dei lavori, alla domanda se l'accordo sia migliorabile, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario per la politica regionale e di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme, Raffaele Fitto, intervenendo da Bruxelles, ha risposto: «È stato sottoscritto, ma abbiamo le condizioni per leggerlo e gli elementi per andare incontro alle esigenze manifestate».

Competition Plan, un piano per la competizione in cinque punti
  1. Politica Agricola Comune:

La Pac rappresenta uno dei principali strumenti a supporto del settore agricolo, ma la sua incidenza sul Pil dell’Unione europea è diminuita progressivamente, passando dallo 0,66% nel 1993 allo 0,33% nel 2023.

Quali trasformazioni sono necessarie?

  • Orientamento strategico: la Pac deve passare da un approccio meramente redistributivo a uno realmente strategico, che premi chi investe in sostenibilità, innovazione e competitività.
  • Sostegno flessibile: le politiche agricole devono adattarsi alle esigenze specifiche dei territori, riconoscendo le diversità climatiche, economiche e produttive all’interno dell’Unione europea.
  • Integrazione delle politiche ambientali: la Pac deve essere il motore della transizione ecologica, sostenendo pratiche agricole che tutelino il suolo, le risorse idriche e la biodiversità.
  • Mentre si discute sulla distribuzione in Europa tra piccoli e grandi, si pone il tema di chi deve essere considerato agricoltore. A nostro avviso solo quelli vocati al mercato e con profilo fiscale attivo
  1. Gestione del rischio

Il cambiamento climatico e la volatilità dei mercati rendono sempre più urgente la creazione di strumenti di gestione del rischio.

Cosa serve?

  • Fondi mutualistici: strumenti che consentano agli agricoltori di condividere i rischi economici legati a eventi climatici estremi o crisi di mercato.
  • Modelli assicurativi avanzati: polizze innovative che coprano non solo le perdite produttive, ma anche i costi legati al ripristino delle attività.
  • Interventi pubblici mirati: un quadro normativo europeo che sostenga i fondi di emergenza nazionali e garantisca risposte rapide in caso di crisi.
  1. Digitalizzazione e innovazione

Dobbiamo accelerare la digitalizzazione del settore agricolo, garantendo che ogni impresa possa beneficiare delle innovazioni disponibili.

Priorità strategiche:

  • Agricoltura di precisione: tecnologie innovative che ottimizzano l’uso di risorse come acqua, fertilizzanti e fitofarmaci, garantendo una riduzione dei costi e un minore impatto ambientale.
  • Piattaforme digitali: strumenti integrati per connettere le aziende agricole con le filiere produttive e commerciali, migliorando tracciabilità, efficienza e capacità di pianificazione.
  • Tecniche di evoluzione assistita (Tea): biotecnologie avanzate per sviluppare colture più resilienti e meglio adattate ai cambiamenti climatici.
  • Nuove frontiere dell’agricoltura: il vertical farming, che consente di incrementare la produzione sia in termini di qualità che di quantità, richiede strategie mirate e investimenti adeguati per sbloccare il suo pieno potenziale.
  1. Politiche commerciali coerenti

Gli accordi commerciali devono essere strumenti per aprire mercati, non per compromettere il nostro modello produttivo.

Quali azioni sono necessarie?

  • Reciprocità degli standard: gli accordi come il Mercosur devono garantire che i prodotti importati rispettino gli stessi criteri di qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità richiesti agli agricoltori europei.
  • Tutela delle denominazioni d’origine: proteggere il made in Italy e le altre eccellenze europee da imitazioni e contraffazioni nei mercati globali.
  • Infrastrutture viarie, portuali e aeroportuali adeguate ad un settore performante e competitivo, integrato con un sistema di agromercati centralizzati, quale elemento caratterizzante di un sistema distributivo moderno.
  1. Investire nella ricerca e nello sviluppo

Solo attraverso l’innovazione possiamo rendere l’agricoltura più efficiente, sostenibile e competitiva.

Le priorità per la ricerca agricola:

  • Tecnologie per la sostenibilità: dallo sviluppo di colture resistenti alla siccità alla creazione di sistemi produttivi a basso impatto ambientale.
  • Modelli predittivi: strumenti basati sull’intelligenza artificiale per prevedere i rischi climatici e ottimizzare la pianificazione agricola.
  • Economia circolare: innovazioni che promuovano il riutilizzo dei sottoprodotti agricoli, riducendo sprechi e impatti ambientali.
«Dobbiamo aumentare la nostra capacità produttiva» - Ultima modifica: 2024-12-13T12:34:08+01:00 da Laura Saggio

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