«Stiamo vivendo una stagione complessa non solo a partire dallo scorso anno con il costo del carrello della spesa. Oggi l'agricoltura è diventata un'arma di guerra e alcune nazioni fuori dall'Europa la utilizzano in questo modo. Il nuovo commissario europeo dovrà capire come rappresentare l’agricoltura per il futuro dell'Europa. Noi agricoltori italiani in Europa dobbiamo garantire, ovviamente, l'autosufficienza alimentare, la qualità e la sicurezza degli approvvigionamenti assieme a un giusto prezzo. Fare questo ovviamente richiede delle decisioni politiche serie, forti, che richiamino anche a un sano pragmatismo».
Così il presidente di Confagicoltura, Massimiliano Giansanti, all’Assemblea estiva dell’organizzazione agricola “Quale Europa? Per una nuova politica agricola sostenibile e competitiva” che si è svolta a Milano il 16 luglio scorso ha indicato le esigenze dell’agricoltura italiana a livello di politica dell’Ue.
«Le scelte adottate dalla precedente Commissione europea, ovviamente, hanno molto condizionato l'andamento produttivo degli ultimi anni. L'Italia è stata tra i pochissimi in Europa a criticarle - ha aggiunto Giansanti - e la Pac ha fatto diminuire del 10% la produzione in Europa. Ovviamente nel momento in cui diminuisce la capacità produttiva arrivano prodotti dall’esterno che a volte non hanno gli stessi stessi standard di sicurezza alimentare e di qualità»
La priorità è, dunque, secondo Giansanti, quella di mettere al centro la capacità produttiva dell'Europa e poter garantire agli agricoltori che in fondo «sono anche e soprattutto degli imprenditori che operano all'interno di un'attività economica. Ma gli agricoltori - ha ricordato - svolgono anche una funzione sociale delle aree interne».
«In Europa chiediamo un sistema fiscale comune»
Chiediamo anche, rispetto proprio alle scelte che dovranno essere definite nella futura Commissione – ha continuato Giansanti – quel giusto riconoscimento cui l'Italia ha diritto. È evidente che oggi, se non arriveremo ad avere un sistema fiscale comune in tutta l’Europa attraverso gli aiuti di Stato alcuni paesi dell'Europa correranno più di altri e questo non lo possiamo permettere. L'Europa o è un condominio o è una casa comune. Noi siamo per la casa comune».
Per quanto riguarda la prossima legge di bilancio deve essere in grado di dare, come ha ribadito Giansanti, certezze e garanzie al settore primario. «Ricordo che in questo momento, il settore agroindustriale, è il primo comparto economico con 580 miliardi di fatturato secondo il rapporto Ambrosetti».
Combattere il caporalato
Sul caporalato in agricoltura Giansanti ha ribadito la necessità, rispetto al recente episodio di Latina, di lavorare assieme ai sindacati dei lavoratori con gli strumenti a disposizione per debellare questa piaga: «Questo episodio ha danneggiato l'immagine di tutta l'agricoltura italiana, sia ovviamente di chi opera nel rispetto della legalità, immagine personale che si continui agricoltori. Noi dobbiamo assolutamente combattere il caporalato».
Sulle Tea (tecniche di evoluzione assistita) e la realizzazione di un primo campo sperimentale in Italia di riso resistente al brusone nel pavese, poi danneggiato da un atto vandalico, Giansanti ha assicurato che il campo «è stato recuperato ed è potuto ripartire» e che questo tipo di colture, realizzate con le nuovoe tecniche genomiche, sono una grande risorsa per l’agricoltura anche di fronte ai cambiamenti climatici estremi come la siccità.
Un Green deal meno estremista
Per quanto riguarda la politica dell'Unione europea il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha criticato «il green deal estremista voluto da Frans Timmermans che avrebbe depotenziato le nostre produzioni europee diminuendole senza fare il bene di nessuno, nemmeno dell'ambiente. Negli ultimi mesi è cambiato questo tipo di scenario, grazie in particolare all'impegno italiano della Presidente Meloni in particolare: rispetto al mondo dell'agricoltura ci sono state tante aperture su tanti ambiti».
Questo non significa non raggiungere, come ha precisato sempre il ministro, gli obiettivi che l'Europa si è data in termini di sostenibilità che deve essere tuttavia intesa su tutti gli ambiti da quello ambientale a quello economico.
Sulla sostenibilità anche Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, ha ricordato che se «L'Europa se vuole riacquisire il ruolo di protagonista mondiale deve essere propositiva nelle scelte che la riguardano e non deve farsi condizionare dai pensieri altrui. Penso che la transizione ecologica possa essere un'opportunità non solo per l'Italia, ma per tutto il continente. A patto che questo processo venga affrontato con il buon senso, non facendo scelte che sono disgiunte dalla sostenibilità economica».
Legato al tema agricolo e alla sostenibilità è anche la questione energetica: «In Italia l'autoproduzione di energia – ha detto Nicola Lanzetta, direttore Italia gruppo Enel – è un aspetto fondamentale: a rivelarlo sono i numeri. Sull'energia ricavata dal sole e dal vento Enel si sta spendendo per creare un sistema di accumulo derivante dall'overcapacity, in maniera che l'energia non venga dispersa, anzi, venga trattenuta e utilizzata quando non ce ne sia».
Sulla questione dei prezzi si parte dalle rilevazioni sui costi di Ismea
Sulla questione dei prezzi agricoli Lollobrigida ha ricordato come Ismea stia lavorando sulla rilevazione in maniera oggettiva dei costi di produzione e su quella base valutare le contrattazioni. «Chi compra a un prezzo inferiore ai costi di produzione deve diventare oggetto di controllo. Non fissiamo prezzi però - ha avvertito - perché un Governo non interviene sui mercati e la libertà di impresa di vendere o comprare è un punto di riferimento. Ma se qualcuno abusa della sua posizione dominante all'interno della filiera e quindi condiziona l'anello più debole della stessa, che molto spesso è proprio quello dell'imprenditore agricolo ci sono delle sanzioni pesanti».