Secondo i dati del XXVI Rapporto sul mercato del lavoro pubblicato dal Cnel in occasione della Giornata internazionale della salute e sicurezza sul lavoro, nel 2024 gli incidenti sul lavoro nei campi sono diminuiti dell'1,8% rispetto al 2023. Un dato molto più positivo rispetto a quello generale (-0,7%) e peggiore solo del comparto inustria e servizi che ha fatto registrare una diminuzione degli infortuni del 2%.
Ma nel settore primario restano ancora troppi gli eventi mortali (circa 150 nel 2024 secondo le stime preliminari dell'Inail, in aumento del 10% rispetto ai dodici mesi precedenti), soprattutto quelli dovuti al ribaltamento di mezzi agricoli, ben 120. Numeri ufficiali che in un settore con un alto tasso di lavoro sommerso (superiore al 20%, più del doppio di complessivo italiano, pari al 9,8%), sono di sicuro inferiori a quelli reali. E a conferma del fatto che nelle campagne italiane si muore troppo c'è il confronto con gli infortuni mortali totali, aumentati nel 2024 del 4,7% (da 1.029 a 1.077) quindi meno della metà rispetto all'agricoltura.
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Quanto alla diminuzione degli infortuni l'Inail denota nel complesso un calo in tutte le aree del Paese ad eccezione delle Isole, che confermano nel 2024 un dato in linea con l'anno precedente, pari a +0,1%. Il decremento più evidente si registra al Nord, -3% al Nord-Ovest e -2,2% al Nord-Est, seguito dal Sud con il -1,3% e, infine, dal Centro che attesta il calo al -0,9%. Tra le regioni, i decrementi percentuali maggiori si rilevano in Molise e Basilicata, rispettivamente -7,3% e -5,5%, mentre cali intorno al 4% riguardano Liguria, Emilia-Romagna e Abruzzo. Viceversa, dati in aumento per le province autonome di Trento e Bolzano (gli incrementi maggiori, rispettivamente +4,4% e +3,6%) e a seguire Umbria, Calabria, Puglia e Sardegna.
Denuce di infortuni sul lavoro nel periodo 2019-2023

Federacma torna a chiedere la revisione obbligatoria
E proprio nella giornata dedicata alla sicurezza sul lavoro la Federacma torna a chiedere la revisione obbligatoria per le macchine agricole, dato che nel nostro Paese circolano circa 1,2 milioni di trattori privi di cintura di sicurezza e oltre 670mila senza rollbar, strumenti fondamentali per scongiurare infortuni gravi o mortali in caso di incidenti.
«Ogni anno l’Italia è costretta a contare morti che si potrebbero evitare – sottolinea il presidente di Federacma Andrea Borio –. È inaccettabile che, nonostante le tecnologie disponibili, circolino ancora mezzi agricoli privi di cinture di sicurezza e sistemi di protezione. L'obbligo di adeguamento è una scelta di civiltà che non può più essere rinviata. In agricoltura, poi, – aggiunge – il dramma è doppio: la morte di un lavoratore significa spesso anche la fine dell’azienda, con conseguenze devastanti per intere famiglie e comunità».