Con sette miliardi e 831 milioni di euro, tra aprile e giugno 2024 il settore primario (comprese anche silvicoltura e pesca), è quello che ha fatto registrare il peggior andamento del Pil tra i vari settori economici, con un calo del prodotto interno lordo dell'1,7% rispetto al primo trimestre e dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Segno meno anche per l'industria con un -0,5%, mentre, anche se di poco, sono in terreno positivo tutti gli altri comparti.
In crescita le costruzioni (+0,6%), il commercio, riparazione di veicoli, trasporto, magazzinaggio, alloggio e ristorazione (+0,5%), informazione e comunicazioni (+0,6%), servizi (+0,4%) attività finanziarie e assicurative (+0,2%), attività immobiliari (+0,8%), amministrazione pubblica, difesa, istruzione e sanità (+0,1%), attività artistiche, di intrattenimento e degli altri servizi (+0,1%). Nel complesso l'economia italiana nel secondo trimestre del 2024 è cresciuta dello 0,2%, portando la crescita acquisita allo 0,6%.
Giù anche occupati e ore lavorate
In calo anche gli occupati in agricoltura, diminuiti dell'1,4% rispetto ai primi tre mesi dell'anno e del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre sono in crescita in tutti gli altri settori. Giù anche le ore lavorate in campagna, Tra aprile e giugno sono state 554.247, in calo del 3,3% rispetto al periodo gennaio - marzo e del 2,7% se confrontate con il secondo trimestre del 2023.
Unico segno positivo per il primario l'aumento del reddito medio che nel secondo trimestre del 2024 si è attestato a 6.069 euro (+0,3% rispetto al primo trimestre), ma in calo dell'1,2% rispetto allo stesso intervallo temporale dei dodici mesi precedenti. Il confronto con gli altri settori economici è impietoso, in quanto rispetto a un anno fa sono tutti ampiamente in crescita (industria +4%, servizi +3%).
Ismea: prezzi delle materie prime agricole in calo
Un trend negativo segnalato nei giorni scorsi anche da Ismea nella sua analisi sul secondo trimestre 2024. C'è "forte preoccupazione" per il settore agricolo italiano, "per il decorso, anche quest'anno, delle condizioni meteo-climatiche, dopo i danni provocati alle produzioni delle regioni settentrionali dalle forti piogge di maggio-giugno, e la siccità che sta mettendo a dura prova coltivazioni e allevamenti del Mezzogiorno" l'analisi dell'Istituto di Viale Liegi.
L'indice Ismea dei prezzi dei prodotti agricoli continua a segnalare il calo delle quotazioni su base congiunturale delle produzioni vegetali (stabili quelle dei prodotti zootecnici); mentre resta stabile rispetto al primo trimestre del 2024 il valore medio dell'indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti.
Fiducia in picchiata soprattutto per i seminativi
Ismea ha anche condotto un'indagine trimestrale sulle opinioni delle aziende del panel dell'istituto, dal quale emerge che, nel secondo trimestre 2024, l'indice del clima di fiducia per gli imprenditori agricoli è peggiorato, sia su base congiunturale, che su base tendenziale, a causa soprattutto dalle condizioni meteo-climatiche avverse.
"Sono le imprese del Mezzogiorno a registrare l'indice di clima di fiducia più basso - sottolinea Ismea - d'altronde, è proprio in questi territori che si sono registrati, nel trimestre in considerazione, fenomeni siccitosi molto intensi e persistenti". Il calo di
fiducia, conclude, "si conferma trasversale a tutti i settori, con una prospettiva particolarmente pessimista testimoniata dagli operatori dei comparti dei seminativi".