Contro l'emergenza siccità nelle regioni del Sud Italia, assegnati dall'Europa 37,4 milioni di
euro cofinanziabili a cui verranno aggiunti 74,8 milioni da fondi nazionali. Più le risorse economiche investite tra il governo e la Regione Siciliana. I fondi comunitari verranno ripartiti tra le aree che hanno subito questo dramma e «saranno messi materialmente a disposizione attraverso un regolamento la cui approvazione è prevista per la prima decade di ottobre».
Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel corso di un evento sul futuro dell'agricoltura e della pesca in un confronto con le Istituzioni italiane ed europee, organizzato a Siracusa nel quarto giorno dell'Expo DiviNazione che precede il G7 Agricoltura e Pesca.
Sicilia e Calabria le regioni più colpite dalla siccità
Del resto il comparto agricolo è sempre più sofferente, con invasi ai minimi storici come emerge dal bilancio di fine estate tracciato da Greenpeace Italia in collaborazione con l’Osservatorio Siccità Cnr-Ibe, con un focus sulle regioni del Meridione più impattate dal fenomeno. Da giugno ad agosto 2024 l'Italia ha registrato una temperatura media al suolo superiore di 2,1°C rispetto alla media estiva del periodo 1991-2020, con picchi di +4,1°C in Calabria e +3,8°C in Puglia. Nel frattempo, il Nord Italia è stato particolarmente colpito da una siccità severo-estrema di breve durata, con situazioni critiche in Trentino Alto-Adige e Friuli-Venezia Giulia.
Le piogge di agosto non sono state sufficienti a mitigare l'emergenza al Sud, dove il 29% del territorio delle regioni più colpite (Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) è afflitto da una siccità severo-estrema di lungo periodo. In Calabria e Sicilia, questa situazione interessa rispettivamente il 47% e il 69% del territorio.
Ed è proprio in Calabria e in Sicilia che le coltivazioni sono maggiormente a rischio a causa di questo fenomeno: in queste due regioni, la siccità severo-estrema di lungo periodo, riferita agli ultimi 12 mesi, ha interessato rispettivamente il 42% e il 66% delle colture non irrigue (cereali, leguminose e foraggere), il 53% e 73% dei prati-pascolo, il 63% e 73% dei terreni misti. In Sicilia, in particolare, la mancanza di piogge unita alle lunghe e ripetute ondate di calore ha creato condizioni di stress idrico per gli ulivi, tanto che la produzione di olio rischia di dimezzarsi rispetto allo scorso anno.
Preoccupa anche la situazione in Puglia, dove si concentrano quasi un quarto delle produzioni legnose agrarie (con prevalenza di ulivi) e l’11% delle coltivazioni cerealicole italiane, un quinto delle quali in condizioni di siccità-severo estrema. A livello nazionale, il Crea prevede che nel 2024 la produzione di grano duro potrebbe registrare un calo medio dell’8% rispetto al 2023, con punte del 10-15% nella zona ionica e rese addirittura dimezzate in Sicilia.
La crisi idrica che colpisce il Sud Italia è causata dalla scarsità di piogge e dall'aumento dei prelievi idrici aggravati da temperature superiori alla media. Questa situazione mette ulteriormente sotto stress le riserve idriche, con gli invasi del Sud che a fine estate 2024 si trovano in condizioni molto più critiche rispetto al 2023. In Basilicata e Sicilia, i livelli medi di riempimento a fine agosto si attestano intorno a un quinto della capacità massima, con alcuni invasi destinati all'uso potabile ormai a secco in Sicilia e il divieto di prelievi agricoli dal più grande bacino del nord della Puglia.