Stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia. Lo ha deliberato il Consiglio dei ministri su richiesta della giunta regionale formulata lo scorso 24 aprile. Durerà per 12 mesi e per cominciare sono stati stanziati 20 milioni di euro per sostenere economicamente i primi interventi. Si tratta di una somma davvero esigua che dovrebbe essere incrementata in tempi brevi. Nel dossier trasmesso a suo tempo dal governo regionale la lista degli interventi da realizzare per mitigare gli effetti della crisi dovuta alla assenza di piogge significative.
Le misure proposte
Le soluzioni proposte dalla cabina di regia, guidata dal governatore Vito Schifani e coordinata dal capo della Protezione civile regionale Salvatore Cocina, sono differenziate in base ai tempi di realizzazione. Tra quelle di rapida attuazione, l'acquisto di nuove autobotti nei Comuni in crisi e la sistemazione di altri mezzi in un centinaio di enti locali; circa 130 interventi tra rigenerazione di pozzi esistenti, trivellazione di pozzi gemelli e riattivazione di quelli abbandonati, oltre al rimessa in funzione di una trentina di sorgenti; il potenziamento degli impianti di pompaggio e delle condotte; la realizzazione di nuove condotte di interconnessione e bypass. Per i prossimi mesi, invece, si sta valutando la ristrutturazione e il riavvio dei dissalatori di Porto Empedocle, nell'Agrigentino, e di Trapani, operazioni che richiederanno tempi e procedure di gara più lunghe, in assenza di deroghe sostanziali in materia ambientale e di appalti sopra soglia comunitaria.
Deroghe per gli impegni Pac
Ma cosa si prospetta per l’agricoltura e la zootecnia messe in ginocchio dall’assenza di acqua e di foraggi sia freschi che secchi? La prima preoccupazione degli agricoltori è l’impossibilità di rispettare gli impegni presi con la Ue nell’ambito della Pac. La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale costituisce la condizione essenziale affinché il Masaf riconosca le condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 1, lettera a) del regolamento Ue 2021/2116 sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della Pac. E fin qui non servono risorse economiche. È già successo nel 2023 per fronteggiare la crisi dell’Emilia-Romagna in seguito all’alluvione. Si tratta, ora, di stilare un documento analogo in considerazione delle difficoltà incontrate in Sicilia.
Rinvio delle scadenze fiscali e moratoria sui prestiti
Poi, da parte dell’assessorato all'Agricoltura, tramite il dirigente generale Dario Cartabellotta che riveste anche il ruolo di Commissario per l’emergenza idrica in agricoltura e zootecnia, è stata individuata la necessità di attivare il decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 del Fondo di solidarietà nazionale. Gli articoli che interessano sono il 5, il 7 e l’8. Ovvero quello relativo agli interventi per favorire la ripresa dell'attività produttiva, quello riguardante le disposizioni relative alle operazioni di credito agrario e quello riferito alle disposizioni previdenziali. Tutti benefici economici per i quali la copertura finanziaria è prevista “in deroga” ed è, quindi, necessaria una legge dello Stato che destini le risorse economiche, esattamente come è avvenuto lo scorso anno per i danni da peronospora.
Per molte delle esigenze manifestate in Sicilia da agricoltori e allevatori il modello da seguire, mutatis mutandis, sarebbe quello della norma varata in favore dei territori dell’Emilia-Romagna colpiti lo scorso anno dall’alluvione. Non solo, dunque, rinvio delle scadenze con le banche, ma anche quelle con il fisco, l’Agenzia delle Entrate e, soprattutto, della riscossione. Perchè senza reddito - dicono gli agricoltori esasperati - non si possono onorare le cambiali e non si possono pagare nemmeno le cartelle esattoriali.