Arriva sullo scaffale Nostrano Bio, il primo zucchero italiano e biologico

Il progetto di Italia Zuccheri, lo zuccherificio che fa capo alla cooperativa Coprob, coinvolge 140 aziende agricole in 7-8 regioni

Debutta sul mercato Nostrano Bio, il primo ed unico zucchero grezzo di barbabietola 100% italiano e biologico, che sarà sugli scaffali della Gdo da febbraio 2020 con un pack completamente compostabile.

Per Italia Zuccheri, lo zuccherificio che fa capo alla cooperativa Coprob e associa 7mila aziende agricole che coltivano 33mila ettari di barbabietola da zucchero, il nuovo prodotto rappresenta un’evoluzione delle linea Nostrano, che era stata lanciata nel 2018 all’insegna dell’innovazione (con la gamma di prodotti Zuccherissimo, Semolato 100% Italiano e Nostrano grezzo).

Il progetto bio coinvolge 140 aziende
e più di 1.600 ettari coltivati

Il nuovo progetto, già presentato alla fine dello scorso anno (vedi Terra e Vita del 19 novembre scorso), come ha ricordato oggi alla conferenza stampa di Milano Claudio Gallerani, presidente di Coprob, coinvolge 140 aziende agricole che coltivano più di 1.600 ettari in 7-8 regioni e producono circa 4mila tonnellate di zucchero al 100% italiano  ottenuto da produzione biologica.

Alla base l’autocontrollo volontario delle aziende coinvolte e lo stretto rapporto con gli enti di certificazione e con FederBio Servizi, l’associazione che tutela l’agricoltura biologica. A questo si aggiunge un percorso di formazione tecnica continua per il personale coinvolto nei diversi passaggi di ogni singolo processo produttivo.

I vertici di Coprob e Italia Zuccheri annunciano il lancio di Nostrano Bio sul mercato alla conferenza stampa di Milano

«Anziché le analisi a campione per la ricerca multiresiduale sulle barbabietole agricole – ha spiegato  il direttore di Coprob, Massimiliano Cenacchi - il controllo viene eseguito su tutte le aziende. Nella lotta alla cercospora, il fungo che può colpire tutte le tipologie di barbabietola coltivata, abbiamo anticipato i tempi rinunciando già al rame che in futuro sarà bandito. Per questo abbiamo avviato anche una sperimentazione finanziata dal Psr in Veneto ed Emilia Romagna con applicazioni a base di zolfo».

Grazie alla cooperativa, infatti, la coltivazione di zucchero biologico si distribuisce oggi su sette regioni italiane e la coltura della barbabietola è stata riportata in aree dove era scomparsa. In questo innovativo progetto sul bio, Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Umbria si aggiungono, infatti, ad Emilia-Romagna e Veneto, dove Coprob è presente dal 1962, anno della sua fondazione.

«Il nostro progetto – ha sottolineato ancora il presidente di Coprob - è centrato sulla sostenibilità, sull’eccellenza qualitativa, su forti investimenti in ricerca e sviluppo e, soprattutto, sulla formazione e sull’equa retribuzione per valorizzare l’impegno e la passione degli agricoltori membri della nostra cooperativa. La scelta di alzare ancora una volta l’asticella e di offrire una sempre più ampia diversificazione del prodotto si sta rivelando vincente, considerando la grande adesione al nostro progetto da parte degli agricoltori. Stiamo facendo anche accordi con Fileni Bio e Cerealdocks». L'obiettivo è arrivare a coltivare con il metodo biologico 3mila ettari, il 10% circa della produzione totale di Coprob.

Fabio Guzzetti, il primo produttore biologico di barbabietole

Fabio Guzzetti è stato il primo imprenditore agricolo associato a Coprob a credere nella produzione biologica e a lanciare la proposta in assemblea.  Il giovane, che assieme al padre coltiva 220 ettari nel bolognese, ha cominciato la sperimentazione cinque anni fa e l'anno scorso ha investito a biologico 18 ettari su un totale di circa 110 ettari coltivati a bietole.

Fabio Guzzetti produttore biologico di bietole socio di Coprob

«E' stato piuttosto impegnativo convertire parte della produizione a biologico e anche rischioso - racconta Guzzetti -. L'anno scorso la resa è stata del 35% in meno rispetto a quella del convenzionale, ma ho sempre creduto in questa nuova opportunità che consente di diversificare la produzione e soddisfare una precisa domanda di mercato».

Barbabietola coltura virtuosa per l’ambiente

La coltivazione di barbabietola è una delle più virtuose in termini di emissioni di gas serra ed è di importanza strategica nell’ambito della rotazione agricola, grazie alla sua capacità di rilasciare elementi nutritivi organici e minerali nel terreno: una coltura “miglioratrice” in grado di arricchire i campi dopo la raccolta, aumentandone la resa produttiva, e “da rinnovo” per le lavorazioni e le fertilizzazioni di inizio ciclo rotazionale. Se introdotta nel processo di rotazione, riduce sensibilmente l’impatto ambientale dell’attività agricola secondo l’Università degli studi di Udine.

Con il nuovo progetto biologico la cooperativa è riuscita oggi a potenziare l’offerta produttiva che assicura rese inferiori del 30% circa a quelle della coltivazione convenzionale e sul mercato vale circa il doppio, come ha precisato il direttore di Coprob, Cenacchi.

Sostenibilità per tutta la produzione

«L’obiettivo di Coprob – ha precisato Gallerani  - è quello di ottenere un prodotto di filiera corta tracciato dal campo alla tavola. Siamo entrati nella nicchia del biologico per sodisfare una domanda del mercato. Coprob non si ferma però qui ma punta sulla sostenibilità di tutta la sua produzione  partendo da un utilizzo più spinto della tecnologia ossia dalla precision farming che prevede che ogni operazione e trattamento fitosanitario sia perfettamente calibrato sulle esigenze della coltura».

«I nostri tre valori sono l’origine italiana, il biologico e la sostenibilità dello zucchero grezzo derivato dalla barbabietola anzichè dalla canna da zucchero – ha sottolineato Leandro Cariolo, responsabile marketing & trade marketing di Italia Zuccheri -, a conferma che anche in questo comparto ci possono essere prodotti innovativi e unici».

Italia Zuccheri, produzione complessiva di 250mila tonnellate di zucchero

Ogni anno Italia Zuccheri, come ha ricordato il suo neo-direttore generale, Alessandro Benincà, produce circa 250mila tonnellate di zucchero raffinato partendo dagli oltre 2 milioni di tonnellate di bietole coltivate dalle aziende agricole.

Il neodirettore di Italia Zuccheri, Alessandro Benincà, in primo piano

Una produzione che oggi arriva a coprire il 15% del fabbisogno nazionale dell’Italia, pari a 1,7 milioni di tonnellate di zucchero (di cui il 10% consumato dalla azienda dolciaria Ferrero).

Arriva sullo scaffale Nostrano Bio, il primo zucchero italiano e biologico - Ultima modifica: 2020-01-28T20:24:28+01:00 da Francesca Baccino

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