Una moratoria di un anno sulle rotazioni imposte al biologico dal decreto ministeriale del 18 luglio scorso. È quello che FederBio chiede al Mipaaft e alle Regioni.
Per Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, non sarebbe male «prevedere una tempistica di adeguamento alle disposizioni del dm del luglio 2018 considerando l’annata agraria 2018/2019 come periodo di transizione per la revisione dei piani di rotazione, senza che vengano sanzionati gli operatori che non abbiano rispettato la normativa».
Programmi già avviati
Il testo, infatti, è stato pubblicato solo nel settembre 2018 quando i piani di rotazione e contratti già stati impostati. «Sarebbe utile revisionare e ampliare ai sistemi colturali d’interesse regionale le linee guida regionali sui controlli per il riso biologico già in vigore - continua Carnemolla -, con un capitolo specifico sulla definizione dei piani di rotazione nell’ambito della relazione tecnica di cui all’art. 63 del reg. Ce 889/2008 e della verifica di conformità di questi piani da parte degli organismi di certificazione».
FederBio è linea con la proposta di Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura della regione Piemonte, di attuare uno schema quinquennale con non più di tre anni della coltura principale, in linea con il proprio Position Paper, che già contiene alcuni elementi da sviluppare nell’ambito della nuova linea guida regionale, dandogli maggiore dettaglio e concretezza tecnica.
Valutazione della conformità
Secondo Federbio il tavolo tecnico al tempo attivato dall’assessorato all’agricoltura del Piemonte per la linea guida sui controlli per il riso biologico dovrà essere rivisto e ampliato, ma già adesso può rappresentare una buona base di lavoro.
«L’idea di creare una linea guida su definizione e valutazione di conformità delle rotazioni servirebbe a consentire agli agricoltori e ai loro consulenti - sostiene Carnemolla -, di fare piani di rotazione conformi e agli organismi di certificazione e alla Regione e Provincie autonome di valutarne la conformità».