Approvato alla Camera in dicembre (leggi qui), ma poi sparito dai radar dei lavori del Senato. Il disegno di legge con disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico si è arenato a Palazzo Madama dopo gli strali della Senatrice a vita Elena Cattaneo protagonista di una forte campagna mediatica anti-bio, ma le associazioni agricole ora reclamano un po’ più di attenzione per uno dei pochi settori in crescita dell’agroalimentare italiano.
Passo in avanti da fare
«Il ddl – afferma Agrinsieme in un comunicato - rappresenta un importante passo avanti nel definire le regole del comparto della produzione biologica in Italia». Questa la posizione del coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, sul provvedimento all’esame della Commissione agricoltura del Senato, già approvato dalla Camera dei Deputati.
2 milioni di ettari, 3,5 miliardi di fatturato
«Il biologico da diversi anni sta avendo uno sviluppo sostenuto nel nostro Paese, sia sotto il profilo della produzione che sotto quello dei consumi, con 76mila aziende coinvolte che coltivano 2 milioni di ettari e un fatturato di 3,5 miliardi di euro in Italia», ricorda il coordinamento.
«Si tratta di un testo che fornisce numerose risposte alle aspettative degli agricoltori biologici e che mette a sistema alcuni strumenti necessari alla produzione biologica, quali le associazioni di produttori, le filiere, i distretti biologici, il potenziamento della ricerca, giustamente accostata alla formazione”, sottolinea Agrinsieme, ad avviso del quale “di particolare interesse, inoltre, è l’istituzione del Tavolo tecnico quale strumento di discussione e di confronto fra i vari attori della filiera, strumento fondamentale per poter concertare attività concretamente radicate nel mondo produttivo e rispondenti alle sue reali esigenze».
Biologico e integrato in comune accordo
«Se da una parte il provvedimento deve diventare un punto di riferimento il settore biologico, che rappresenta una fetta importante del comparto dell’agroalimentare nazionale, dall’altra esso non deve porsi in alcun modo in contrasto con l’agricoltura integrata e sostenibile e con il contributo che essa porta alla sicurezza alimentare, poiché si tratta di due realtà che devono camminare di pari passo nel reciproco rispetto», conclude il Coordinamento.