Carlo Triarico: «Il mondo del bio e della biodinamica resta unito»

convegno agricoltura biodinamica
Carlo Triarico - presidente dell'Associazione per l'agricoltura biodinamica
Per il presidente dell’Associazione Biodinamica la sostenibilità dell’agricoltura resta l’impegno più importante. Ricorda inoltre che Il mercato delle esportazioni sta letteralmente esplodendo e che le aziende biodinamiche non riescono più a soddisfare la domanda

Le forti pressioni provenienti da una parte del mondo scientifico sono riuscite ad ottenere la cancellazione dell’indicazione “agricoltura biodinamica” dalla legge sul biologico, ormai prossima (almeno si spera) all’approvazione. Questo non vuol dire cancellazione della biodinamica, che già risponde alla normativa sul biologico ma, a questo punto, il sostegno a questo tipo di agricoltura potrebbe venire meno.

E mentre qualcuno festeggia la vittoria contro la “stregoneria biodinamica”, il mondo del biodinamico si stringe a quello del biologico per ricomporre la ferita. Per approfondire la questione abbiamo intervistato Carlo Triarico, presidente dell’Associazione italiana per l’agricoltura biodinamica.

Cosa è successo secondo lei? Perché questo ripensamento da parte del Parlamento?

«In Parlamento il partito di Emma Bonino, colei che per prima ha presentato la proposta di equiparazione della biodinamico al biologico, ha presentato emendamenti contro la biodinamica. Leggo sui giornali di pressioni affinché la legge sul bio non fosse approvata, ma non me ne occupo. La legge è stata quindi modificata togliendo la parola biodinamica dall’articolo 1. La biodinamica è citata comunque nel resto della legge, com’è giusto essendo parte costitutiva del biologico sia storicamente, sia giuridicamente. Modificando una parola, però, la legge non è stata approvata in via definitiva e ritorna al Senato per l’ennesima volta, effetto che era lo scopo delle polemiche. Per il bene del Paese mi auguro sia approvata subito e definitivamente».

Vi aspettavate di ricadere in questa situazione?

«È dal 2007 che la legge sul biologico e il biodinamico viene approvata dalle aule parlamentari, ma sempre con piccole modifiche che impediscono l’approvazione definitiva fino al termine della legislatura. È una tecnica parlamentare. Questa volta il pretesto è stato la biodinamica. Come dicevo a proporre per primi l'equiparazione della biodinamica nella legge furono proprio Paolo De Castro ed Emma Bonino, ministri delle Politiche agricole e delle Politiche europee e la presenza della biodinamica è stata sempre approvata dal parlamento in questi anni. Non eravamo stregoni ieri e non lo siamo oggi. Siamo invece tutti davanti a un cambiamento storico irreversibile non solo dell’agricoltura, ma del paradigma economico e produttivo internazionale. La rivoluzione ecologica è l’agenda delle istituzioni europee: potrà essere rallentata con questi “mezzucci”, ma non fermata».

Purtroppo alcune pratiche (a iniziare dall’uso del cornoletame…) del mondo biodinamico fanno fatica ad essere accettate come scientifiche. Più volte è stato evidenziato il loro successo ma poi non c’è niente (o comunque troppo poco) di scientifico a supportarle… Cosa ci può dire in proposito?

Cornoletame

In realtà le pubblicazioni scientifiche referate sono a favore della biodinamica. I vertici politici dell’accademia, in disaccordo con gli scienziati che fanno ricerca sul tema, hanno puntato sulla scarsa conoscenza della biodinamica, diffondendo l’idea che ci siano migliaia di agricoltori a fare pratiche stupide. L’Inrae, il più prestigioso istituto di ricerca europeo in agricoltura, ha esaminato le pubblicazioni scientifiche referate sulla biodinamica e ha certificato, in una meta-analisi pubblicata questa estate, che questa funziona molto bene, che biologico e biodinamico superano per 70 parametri ambientali e di biodiversità l’agricoltura convenzionale e che il biodinamico è l’applicazione del biologico che meglio di tutte raggiunge i parametri (43 in più rispetto all’applicazione base del biologico). La ricerca scientifica non ha paura di esaminare proposte innovative e non si occupa di caccia alle streghe.

In merito ai preparati biodinamici che, lo ricordo, sono un mezzo tecnico di tutto il biologico, soggetto in Italia a una rigorosa normativa, lo studio più recente sul metodo biodinamico conclude: “I risultati confermano le ricerche precedenti condotte già da altri, che hanno trovato che i preparati possono aumentare il carbonio del suolo, la crescita delle radici e la stabilità della resa e che le applicazioni multiple dei preparati hanno maggiori probabilità di indurre aumenti di resa statisticamente significativi” (W. A. Goldstein, et al. Biodynamic preparations, greater root growth and health, stress resistance, and soil organic matter increases are linked, “Open Agriculture”, 2019; 4: 187–202)».

Che cosa pensate di fare per recuperare quella credibilità che una parte del mondo scientifico ha inteso cancellare?

«L’agricoltura biodinamica è parte costitutiva del biologico. Dalla biodinamica sono stati tratti i regolamenti europei del bio. In Centro Europa il biodinamico è considerato l’eccellenza dell’agricoltura e il prestigioso Report della Fondazione Symbola e Unioncamere la definisce “Il fiore all’occhiello della sostenibilità in agricoltura”. 4.500 aziende biodinamiche stimate dal Mipaaf con una media di 34 ettari azienda e 29 addetti. Parliamo di decine migliaia di agricoltori che conquistano mercati che contano con colture di pregio e realizzando la media di 13.300 euro ettaro rispetto alla media nazionale di 3200. Continua intanto in Italia la ricerca scientifica che i vertici politici di alcune accademie hanno sperato di fermare e i risultati scientifici sconfessano le assurde polemiche. Lavoriamo con gli scienziati affinché l’irrazionalità di alcune paure sia fermata dalle sensate esperienze e dalle certe dimostrazioni».

Adesso cosa succederà al comparto della biodinamica? Temete di perdere sostegno economico pubblico?

«Il mondo del biologico e biodinamico è unito e lo ha mostrato in tutta questa fase Federbio è la federazione del biologico e biodinamico. L’organizzazione bio di Coldiretti è biologica e biodinamica. La biodinamica è nata quasi cento anni fa, come prima forma di bioagricoltura. Ha subito divieti e deportazioni dal nazismo e dal blocco sovietico. Davanti ai riconoscimenti scientifici e del mercato, una persecuzione sarebbe oggi anacronistica. La legge chiarisce molto bene che le imprese biodinamiche hanno gli stessi diritti, in quanto riconosciute nel regolamento biologico. Il mercato delle esportazioni sta letteralmente esplodendo, le aziende biodinamiche non riescono a soddisfare la domanda. Si apre una fase nuova e l’approvazione del ddl aiuterà il paese a liberarsi da una retriva paura delle streghe e a tenere salda la posizione di vantaggio che le viene dall’avere la più qualificata presenza europea di aziende biologiche e biodinamiche».

Carlo Triarico: «Il mondo del bio e della biodinamica resta unito» - Ultima modifica: 2022-02-10T17:13:11+01:00 da Alessandro Maresca

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