Colza e biologico, binomio vincente

Il giallo brillante dei fiori di colza
Bio conviene. La colza è una coltura che ha innescato una marcia in più sia sul fronte agronomico sia commerciale. Gli accorgimenti tecnici per ottenere risultati competitivi

Tempo di semine per la colza. L’incremento dei prezzi registrato nell’ultimo biennio e la stabilizzazione verso l’alto delle rese assicurato dall’ottimizzazione della tecnica colturale e dalla diffusione di varietà indeiscenti ne fa prevedere un piccolo boom delle superfici per l’annata 2022-23, soprattutto nel biologico.

Il mercato delle oleaginose e dei rispettivi derivati (oli, farine e panelli) rimane infatti condizionato dalle variabili innescate dal prolungamento del lockdown e soprattutto dal conflitto in Ucraina, con un clima di forte incertezza collegato alla dinamica dei prezzi dei prodotti energetici.

Articolo pubblicato su Terra e Vita 25

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La carta dell’uso alimentare

E per il biologico, oltre all’uso energetico e a quello zootecnico, la domanda rimane sostenuta anche per il consumo alimentare concentrato su oli bio di qualità molto apprezzati nei mercati del centro e Nord Europa.

Secondo Agroscope, centro di eccellenza della Confederazione Svizzera per la ricerca agricola, è l’elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi (acido linoleico e linolenico, acidi grassi Omega 3), a rendere prezioso l’olio ricavato dai semi di questa brassicacea. E il profilo organolettico particolarmente gradito ne stimola un maggiore impiego nell’industria agroalimentare. Ad aumentare costantemente è soprattutto, come segnala il centro di ricerca svizzero, la domanda dell’olio di colza biologico spremuto a freddo.

La trebbiatura della colza bio
La trebbiatura della colza bio

Qualità e tracciabilità

Una produzione in cui è specializzata Agricola Grains, realtà di Arre (Pd) che costituisce un solido punto di riferimento per le filiere delle colture graminacee e proteoleaginose biologiche italiane.

«Lo stretto rapporto – spiega Michele Galazzo responsabile tecnico di Agricola Grains – con i nostri fornitori ci consente di garantire tutte le caratteristiche di qualità e tracciabilità richiesti dai mercati esteri».

«Per i nostri produttori – continua – questa brassicacea a ciclo autunno – vernino rappresenta infatti una buona soluzione sia sul fronte agronomico, costituendo una coltura remunerativa in più da inserire all’interno delle rotazioni in agricoltura biologica, sia sul fronte commerciale, grazie alle quotazioni in aumento registrate negli ultimi anni».

Metodi di produzione a confronto

Recenti prove di confronto tra tecniche di produzione hanno messo in rilievo la competitività della scelta biologica per questa coltura, con costi di produzione leggermente più elevati, rese simili ma remunerazioni più sostenute che assicurano una Plv mediamente superiore del 50%. Risultati che oggi possono variare significativamente in relazione alla situazione di estrema volatilità dei mercati.

In favore di questa coltura pesa anche la variabile rappresentata dall’avifauna selvatica. A differenza del girasole, ad esempio, la colza non piace infatti né agli uccelli né ai cinghiali, consentendo di evitare almeno questo fattore di rischio per le rese.

Silique mature e semi di colza
Silique mature e semi di colza

Partire con il piede giusto

Per ottenere la stabilità dei raccolti è decisivo partire con il piede giusto: il maggiore problema agronomico della colza è infatti da sempre rappresentato dalla semina. Il suo seme infatti è piccolo e non va interrato, ma appena coperto. I terreni devono essere ben preparati, con passaggi ripetuti con erpici a dischi, cercando di eliminare le zolle.

«Le semine partono da fine agosto – ricorda Galazzo – fino ai primi di ottobre, in relazione all’areale di produzione». Al Nord le semine sono infatti generalmente più anticipate rispetto al Sud. La fase di raccolta è verso la metà di giugno e dipende dal ciclo della varietà seminata.

La semina di precisione è preferibile alla semina a spaglio, per garantire un maggior controllo delle infestanti con le sarchiature, intervento meccanico che assume la duplice funzione di distribuzione del concime e di contrasto delle infestanti. «Occorre valutare – raccomanda Galazzo – l’opportunità di effettuare più di un intervento, anche dopo il periodo invernale».

Gli ibridi più adatti

«Riguardo alla scelta varietale – specifica il tecnico –, risulta particolarmente importante valutare gli ibridi più adatti al proprio areale, considerando attentamente la lunghezza del ciclo, previlegiando gli ibridi medio precoci/ precoci in areali con semine tardive (ovvero metà settembre/primi di ottobre) rispetto a cicli più tardivi».

olio di colza Agricola Grains
L’olio di colza biologico spremuto a freddo ottenuto da Agricola Grains è particolarmente apprezzato nei mercati europei per l’elevato contenuto in acidi grassi polinsaturi

Fertilizzazione

«Le esigenze nutrizionali – prosegue Galazzo – sono abbastanza significative per gli apporti di azoto e zolfo. Interessante il contributo dell’apporto di fosforo in fase di semina per creare l’effetto starter necessario per un’ottimale germinazione iniziale, condizione indispensabile per competere con le infestanti nelle prime fasi di sviluppo».

Un particolare accorgimento necessario per la colza bio riguarda la ripresa dopo la stasi invernale. «Può risultare infatti ottimale un intervento con biostimolanti liquidi dopo il periodo invernale, per stimolare e supportare la pianta a riprendere l’attività di sviluppo».

Piretro, serve la registrazione

I problemi causati dalle possibili infestazioni di insetti sono più limitati rispetto ad esempio alla soia (dove ragnetto rosso e cimice in certi anni possono incidere significativamente). La coltura va comunque monitorata nelle prime fasi di sviluppo: i casi registrati in alcune aziende, in relazione a particolari andamenti stagionali, di attacchi in post-germogliamento della tentredine delle crucifere (Athalia rosae), un imenottero che, allo stadio larvale, può causare gravi defogliazioni, è ascrivibile alla carenza di adeguati mezzi di biocontrollo registrati. Per evitare questo problema sarebbe auspicabile una veloce estensione di impiego del piretro sulla colza. In questi casi particolari può risultare conveniente valutare il ricorso ad eventuali ibridi alternativi per semine primaverili, quando sono superate le criticità di eventuali attacchi di insetti alla coltura.


Rotazioni lunghe

Prima lo hanno capito i produttori bio del Nord-Est. Ora anche quelli del resto del Paese. Per il biologico la colza costituisce una risorsa anche per la preziosa possibilità di soddisfare i vincoli delle rotazioni bio.

Il ciclo autunno vernino consente infatti di allungare a tre- quattro anni il ritorno della stessa coltura nel medesimo appezzamento di terreno in rotazioni che in genere partono da frumento per poi passare a girasole o soia, ortive e infine colza, con notevoli vantaggi per la coltura in successione. «La colza – spiegano i più esperti fornitori di Agricola Grains – è una coltura da rinnovo, non sfrutta il terreno e qualsiasi altro raccolto in successione rende meglio».

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Colza e biologico, binomio vincente - Ultima modifica: 2022-08-31T15:31:01+02:00 da K4

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