Un team internazionale ha identificato per la prima volta tutti i geni trascritti nella pianta di girasole 'potenziata' grazie alla simbiosi con un fungo benefico che ne favorisce la crescita e lo sviluppo. La ricerca è stata condotta dai genetisti e microbiologi dell'Università di Pisa, coordinati da Andrea Cavallini e Manuela Giovannetti, e dai bioinformatici del Centro di ricerca inglese Rothamsted Research. Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista 'Scientific Reports' del gruppo Nature.
«Il girasole – sottolinea Cavallini – è una delle quattro più importanti piante produttrici di olio, il prezioso olio di girasole, ricavato dai suoi semi e ricco di acidi grassi insaturi e vitamina E, che è sempre più utilizzato nell'industria alimentare, e con questo studio abbiamo dimostrato che l'espressione di alcuni geni, fondamentali per la crescita e l'assorbimento dei nutrienti nel girasole, aumenta a seguito dell'instaurarsi della simbiosi con un fungo benefico».
Così è stato possibile identificare tutti i geni espressi nella radice del girasole, quando la pianta vive in simbiosi con il fungo Rhizoglomus irregulare. In questo modo, conclude Giovannetti, si potranno «selezionare piante più resistenti agli stress ambientali e all'attacco dei patogeni da impiegare in sistemi produttivi più sostenibili e resilienti e promuovere ulteriori studi sui meccanismi molecolari alla base degli incrementi di crescita e assorbimento dei nutrienti del girasole per prodotti destinati all'alimentazione con elevate proprietà nutritive».