Agricoltura rigenerativa per produrre di più e impattare di meno

agricoltura rigenerativa
Se n'è parlato durante l'evento "Open Science – Salute del suolo, cambiamento climatico e produttività agricola: parliamo di agricoltura rigenerativa” organizzato da Syngenta Italia al Food&Science Festival di Mantova

Da causa del cambiamento climatico a fattore mitigante e rigenerante. L'agricoltura moderna è un'attività che produce emissioni climalteranti ma grazie a ricerca e innovazione riesce anche a "riparare" i danni, diventando un formidabile strumento di resilienza. Questo modo di produrre perseguendo l'intensificazione sostenibile prende il nome di agricoltura rigenerativa e si basa di rotazioni colturali, copertura permanente dei terreni con residui colturali e cover crop, minima lavorazione dei suoli, creazione di zone verdi per gli impollinatori. Di questo si è discusso durante l'evento “Open Science – Salute del suolo, cambiamento climatico e produttività agricola: parliamo di agricoltura rigenerativa” organizzato da Syngenta Italia al Food&Science Festival di Mantova.

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Nella cornice medievale del Palazzo della Ragione di Mantova, si sono confrontati interlocutori e ospiti di riferimento dal mondo delle istituzioni, locali e nazionali, della filiera agroalimentare e della comunità scientifica, con un obiettivo preciso: individuare definizioni e prospettive comuni su un modello di produzione agricola, che ancora necessita di una più nitida cornice, a partire da criteri di misurabilità universalmente accettati. Affrontando temi quali salute del suolo, carbon farming e integrazione dei modelli produttivi, l’agricoltura rigenerativa può infatti rappresentare un’opportunità concreta per un approccio agricolo più sostenibile e resiliente, su cui i relatori coinvolti, attraverso il confronto continuo e costruttivo, hanno individuato traiettorie che permettano a tutti i modelli di agricoltura di migliorare e progredire in un comune percorso di generazione di valore. 

«Per Syngenta Italia la presenza al Mantova Food & Science Festival ha un grande valore: siamo accomunati infatti dalla volontà di trovare risposte comuni a sfide complesse, una necessità che ha valore ancora maggiore alla luce dei tragici eventi che stanno interessando in questi giorni le zone dell’Emilia-Romagna e delle Marche – ha commentato l'amministratore delegato di Syngenta Italia Massimo Scaglia –. Questo è l’approccio che abbiamo usato parlando di agricoltura rigenerativa, che rappresenta per il presente e per il futuro un’opportunità concreta per un modello di produzione più sostenibile e resiliente».

Scaglia ha poi dato il via ai lavori con la proposta di creare un Open Forum stabile per coinvolgere tutti gli stakeholder interessati in una discussione costruttiva sull'agricoltura rigenerativa, per far emergere nuovi elementi, proporre idee e sviluppare progetti, mettendo in comune esperienze e competenze.

 

Gadda: «Serve un cambio culturale»

«L'agricoltura è un settore produttivo che oggi merita particolare attenzione, alla luce dei cambiamenti climatici – ha sottolineato la vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Maria Chiara Gadda –. Se è certamente uno dei settori più colpiti da alluvioni, siccità e diffusione sempre crescente di fitopatie, al contempo può interpretare in termini positivi il percorso verso la transizione sostenibile. In questi anni si è posta poca attenzione sui fattori produttivi, quali l’acqua, le componenti organiche e soprattutto la terra e la sua capacità di mantenere fertilità: – ha continuato Gadda – è necessario intercettare le opportunità del nostro tempo, che vengono da ricerca, innovazione, formazione e informazione, e l’agricoltura in tal senso può contribuire a cambiare non solo il rapporto tra istituzioni, imprese e ricerca ma anche il Paese dal punto di vista culturale». 

«L'agricoltura rigenerativa è coerente con gli obiettivi del Green deal europeo ha spiegato la senior project manager di Nomisma Ersilia di Tullio – è un set di strumenti che contribuiscono al raggiungimento di Farm to fork e biodiversity. Elemento centrale dell'agricoltura rigenerativa è il suolo, il suolo malato. Ma l'Italia non è messa male da questo punto di vista e contribuisce per il 6% al mantenimento del carbonio nel suolo a livello europeo».

Fonte Nomisma

Nel corso del dibattito, moderato da Deborah Piovan, imprenditrice agricola e divulgatrice scientifica, si sono confrontati mondo accademico e rappresentanti della filiera agroalimentare, come Vincenzo Tabaglio, professore del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili dell’Università Cattolica di Piacenza, Stefano Brenna, responsabile del settore Ricerca e innovazione dell’ente regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle foreste della Regione Lombardia, Amedeo Reyneri, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, Stefano Vaccari, direttore generale del Crea, Giovanni Gioia, imprenditore agricolo e presidente di Anga - Giovani di Confagricoltura, Antonio Dente, responsabile agronomico dell’azienda vinicola Mastroberardino e Giovanni Povero, global head of Plant science di Valagro.

Agricoltura rigenerativa per produrre di più e impattare di meno - Ultima modifica: 2023-05-22T12:19:34+02:00 da Simone Martarello

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