Dopo i lunghi mesi di siccità invernale arriva la stagione delle grandi piogge. La tropicalizzazione del nostro clima è ormai evidente e la perturbazione che dal 2 maggio ha colpito il Centro Nord d’Italia lascia un pesante segno sulla nostra agricoltura.
Corsi d’acqua riempiti in un solo giorno
Il livello del fiume Po si è alzato di oltre 1,5 metri nelle ultime 24 ore sotto la spinta della nuova ondata di maltempo che ha colpito la Penisola con precipitazioni intense. È quanto emerge dal monitoraggio del livello idrometrico effettuato dalla Coldiretti al Ponte della Becca sugli effetti dell’ultima perturbazione che ha provocato allagamenti, frane e smottamenti nelle campagne. Lo stato del più grande fiume italiano – sottolinea la Coldiretti – è rappresentativo della sofferenza dei corsi d’acqua che si sono gonfiati per le piogge con straripamenti ed esondazioni. Nelle campagne – precisa la Coldiretti – sono finiti sott’acqua seminativi, frutteti, vigne con danni alle strutture e alla viabilità stradale e ferroviaria.
I danni in Emilia-Romagna
La situazione più grave in Emilia-Romagna dove – evidenzia Coldiretti - sono scattate evacuazioni di emergenza della popolazione, l’esondazione di fiumi e torrenti ha isolato abitazioni, bloccato strade e fermato la circolazione dei treni con fattorie assediate e bloccate dalla marea di fango, vigneti sott’acqua e interi filari di ulivi sradicati dalla furia delle frane che se li sono portati via senza pietà. Intanto – sottolinea Coldiretti - è scattata la solidarietà degli agricoltori delle zone colpite che si sono offerti di ospitare gli sfollati.
L’impatto in Puglia e Sicilia
Ma danni – continua la Coldiretti - si registrano anche in Puglia nell’area del Salento, con alberi sradicati e a strade bloccate e in Sicilia soprattutto nel Messinese con frane e smottamenti e viabilità compromessa nell’area dei Nebrodi. Con l’ondata di maltempo che ha investito l’Italia salgono i danni provocati dagli effetti dei cambiamenti climatici all’agricoltura che – spiega Coldiretti - hanno superato i 6 miliardi di euro nell’ultimo anno, una situazione praticamente mai vissuta in Italia con una devastazione che ha colpito le produzioni, dai campi ai frutteti, e le strutture dalle cascine alle serre.
Le riserve idriche
Le ultime piogge delle ultime ore hanno però rappresentato anche una boccata d’ossigeno per i grandi laghi del nord che – secondo il monitoraggio della Coldiretti – stanno riprendendo vigore dopo settimane di magra quasi estiva. E se il Garda – sottolinea la Coldiretti – è ancora poco sopra i livelli minimi storici con un riempimento ad appena il 43%, va meglio per il Maggiore che ha sfondato il 72% di riempimento, mentre il Como ha superato il 54% e l’Iseo sfiora il 69% e tutti e tre i bacini fanno segnare una tendenza al rialzo dei livelli.
Terreni senza capacità idrica
Se la pioggia è attesa per ripristinare le scorte idriche in laghi, fiumi, terreni e montagne, i forti temporali con precipitazioni violente – aggiunge la Coldiretti – peggiorano la situazione anche con frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
Il Piano invasi
A fronte di questa situazione climatica – conclude Coldiretti – è quindi necessario intervenire con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale.