Colpo mortale sulla Sicilia orientale

I danni alle aziende agrumicole causati dell'alluvione che ha colpito la piana di Catania visti dall'alto (foto vigili del fuoco)
Dopo il ciclone e il “Medicane” i primi raggi di sole consentono una prima di stima dei danni. Ma l’alluvione delle province di Catania e Siracusa è una “pioggia sul bagnato” che colpisce agrumeti, frutteti e vivai già colpiti tre anni fa da eventi atmosferici analoghi. Le esperienze dei produttori, sfiduciati da una legge beffa che ha ridotto al lumicino gli indennizzi

Oggi splende il sole sulle province di Catania e Siracusa, ma nel fine settimana è prevista nuovamente pioggia.

Una tregua troppo breve per terreni ancora sommersi. Intere aziende distrutte e, dai sopralluoghi, lo scenario è lo stesso: canali e torrenti esondati e pieni di canne e pietre, l'area totalmente invasa da detriti, migliaia di piante abbattute.

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Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia

«Attendiamo dalle autorità - afferma Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia-, la conta reale dei danni di ogni singola azienda dove, oltre agli impianti, l’alluvione ha distrutto le strutture irrigue di agrumeti, frutteti e vivai».

«L’auspicio è che le difficoltà del singolo produttore siano adeguatamente prese in considerazione; mentre come Distretto Agrumi di Sicilia invitiamo la nostra Regione ad agire in maniera più efficace da un punto di vista tecnico ed organizzativo e la nostra comunità ad operare concretamente per contribuire a ridurre gli effetti catastrofici del cambiamento climatico».

Fiume San Leonardo soffocato dai canneti

Il malcontento è generale, anche perché sono passati solo 3 anni e la storia si ripete per la carenza di manutenzione delle foci, degli alvei di fiumi e torrenti e dei canali di scolo.

Il San Leonardo, fiume che nasce dai monti Iblei e che sfocia nel mare Ionio attraversando la provincia di Siracusa e anche l’area della città metropolitana di Catania è esondato nei pressi di Lentini (Sr)

Il restringimento dell'alveo del fiume San Leonardo (Lentini) nella zona termianale dove confluiscono le acque degli affluenti a monte (foto C. Vigo)

«La foto aerea e le misurazioni sovrapposte permettono di valutare la larghezza del fiume (80,50 m) e la parte in cui le acque scorrono durante il deflusso che è di circa m. 17,50 (ossia il 21,74%). Il resto è infestato da canne, arbusti e piante varie. In questa zona l'ultima pulizia è stata eseguita nel 2004».

Indennizzi fantasma

A questo si aggiunge il mancato risarcimento per l'alluvione del 2018 e, come racconta Giuseppe Coco, agronomo, si è arrivati ad una cifra irrisoria rispetto ai danni subiti.

«Da cinque miliardi a 580 milioni fino ad arrivare a (quasi) zero, sostiene Coco. Sono le cifre degli indennizzi promessi e, ancora non erogati, agli agricoltori che subirono enormi danni in occasione della disastrosa alluvione che colpì la Piana di Catania e tante altre zone della Sicilia nell’ottobre del 2018. Il ministro Luigi Di Maio annunciò, cinque miliardi di fondi per i risarcimenti, fino ai nostri giorni.

Promesse tradite

A marzo è stato pubblicato l’elenco delle aziende ammesse al risarcimento, 610 in tutta la Sicilia. Quello che è successo è assurdo, dopo tre anni ancora gli agricoltori non hanno visto un euro, e dubito che lo vedranno, considerando i meccanismi dei rimborsi e il fatto che, ormai, dall’80% promesso, siamo arrivati praticamente al 6% e, in alcuni casi, 1%, una vera e propria beffa. Sembra che sia stato fatto di tutto per non indennizzare le aziende ed usare i soldi in altro modo.

Una legge beffa

Per capire bisogna ripercorrere i vari passaggi. Per accelerare l’iter e dare sollievo rapidamente agli agricoltori “colpiti da un'alluvione causata anche dalla mancata manutenzione del territorio e dei corsi d’acqua”, un provvedimento della Protezione Civile siciliana prevedeva il risarcimento dell’80% dei danni subiti a fronte di una perizia asseverata da un tecnico abilitato. La perizia asseverata doveva essere un modo per accelerare le pratiche, in quanto con questa modalità il tecnico stesso (agronomo, perito agrario o altra figura) si assumeva la responsabilità totale di quanto dichiarato, rispondendone personalmente in caso di falso o di contestazioni.

Nella direttiva della Protezione Civile del febbraio 2019 si stabiliscono tempi velocissimi per la presentazione delle pratiche e che il contributo venga decurtato del 50% nel caso in cui l’agricoltore fosse stato assicurato contro i danni che aveva subito l’azienda. Tra tempi burocratici e richieste di integrazione di documenti passa circa un anno e, nel 2020, arriva la prima “amara sorpresa”. Il problema è che la norma sull’assicurazione era stata scritta in un “italiano imperfetto”, quindi, qualcuno ha disposto la decurtazione del 50% su tutte le richieste delle aziende, che avessero polizza assicurativa o meno.

Indennizzi ridotti al lumicino in maniera arbitraria

La norma recita: “Gli aiuti concessi sono ridotti del 50% salvo quando siano accordati a beneficiari che abbiano stipulato una polizza assicurativa a copertura di almeno il 50% della loro produzione media annua o del reddito ricavato dalla produzione e dei rischi climatici statisticamente più frequenti nella regione per cui è prevista una copertura assicurativa”. Quindi chi non aveva tale copertura doveva essere risarcito per intero? A causa di questa interpretazione restrittiva, il contributo viene ridotto, dunque, per tutti dall’80 al 40% del totale. Non solo! Nelle istruttorie compiute in delega della Protezione Civile agli Ispettorati Agrari Provinciali si ha un ulteriore abbattimento e inspiegabilmente l’importo dei contributi richiesti con le perizie asseverate dal 50 al 90 per cento, senza contraddittorio, senza sentire i tecnici o gli agricoltori. Ed allora, a cosa sono servite le perizie asseverate di un tecnico che, attraverso documentazione fotografica, computi metrici, relazioni garantiscono la quota del danno subito attraverso la propria responsabilità?

Finalmente, dopo ‘soli’ tre anni dall’evento, viene pubblicato l’elenco definitivo e nell’allegata disposizione n. 1385/2021 viene aggiunto (postumo rispetto alla direttiva principale) che “I contributi concessi saranno pari al 50% dell’importo massimo ammissibile per ciascuna impresa’”. Risultato: un taglio ulteriore del 50% del risarcimento.

Rimborsi del 6 per cento

Dopo tutti i tagli e decurtazioni, si arriva a questa analisi: un’ipotetica cifra iniziale di 100 mila euro di danni diviene mediamente 30 mila con la decurtazione da istruttoria, arriva a 24 mila con la riduzione da direttiva dell’80% e a 12 mila con la riduzione ‘coatta’ dell’applicazione dell’italiano imperfetto. Gli ipotetici 12 mila euro si riducono ancora della metà per l’ultima disposizione e diventano sei mila. Così, un danno pari a 100 mila euro verrebbe risarcito con una somma di sei mila euro. L’azienda per poter percepire tali somme dovrà presentare fatture per i lavori di 100 mila euro più Iva, quindi di 122 mila euro (con un incasso dello Stato di 22 mila euro solo di Iva), restituendo in tutto sei mila, un’elemosina o peggio...».

Piove sul bagnato

Lo sfogo di Coco è più che plausibile ed è confermato da altri produttori come Alessandro Scirè, la cui azienda ricade nel territorio di Militello Val di Catania. La sua proprietà, di circa 80 ettari coltivata ad agrumi e drupacce, è attraversata dal canale Cava Monaci che affluisce al torrente Loddiero, il cui flusso attraversa Militello, Scordia e Lentini fino al lago di Lentini.

I danni registrati sono paragonabili a quelli dell'ultimo evento e l'esondazione del torrente ha portato via con sé impianti irrigui, strutture ed alberi per una stima di circa 100mila euro. «Eravamo riusciti a riportare in produzione gli alberi colpiti 3 anni fa, afferma con dispiacere Scirè e, ora, bisogna ricominciare. Anche perché oltre ai danni diretti, bisogna considerare che le piante colpite avranno bisogno di potature, concimazioni e trattamenti straordinari per cercare di normalizzare nuovamente la situazione».

Colpo mortale sulla Sicilia orientale - Ultima modifica: 2021-11-02T21:11:51+01:00 da Lorenzo Tosi

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