Piana di Catania, la conta dei danni mentre si teme l’arrivo del “Medicane”

L’alluvione ha provocato danni ingenti per l’agricoltura, ma si teme l’arrivo di un uragano mediterraneo ancora più intenso. Intanto scoppia la polemica: è un evento raro o prevedibile? La memoria storica degli operatori del settore rileva corsi e ricorsi storici. Mentre la manutenzione del bacino idrico della Piana di Catania continua a latitare, l’alluvione ha seguito il copione di un altro evento simile capitato in Sicilia orientale solo 4 anni fa

Fino a venerdì a Catania chiusi scuole, negozi ed uffici. E poi forse anche oltre, visto il temuto arrivo di un ulteriore fortissimo rovescio.

I dati delle intense precipitazioni che hanno colpito la Sicilia orientale tra domenica e lunedì

Il presidente della Regione Nello Musumeci ha decretato lo stato di emergenza e chiesto al Governo il riconoscimento dello stato di calamità nazionale. Oggi la pioggia ha dato tregua, ma la Coldiretti ha calcolato 20 bombe d'acqua negli scorsi tre giorni che hanno causato ingenti danni a cose e persone, con la perdita accertata di 2 vite. Tra la sera di giovedì e venerdì è però previsto l'arrivo di un ciclone mediterraneo che dovrebbe colpire la costa jonica centro meridionale dell'isola e poi interessare anche la Calabria.

Un “medicane” come lo hanno battezzato gli organi di informazione, un “uragano mediterraneo” che aggiunge ulteriore incertezza per le sorti dell’economia non solo agricola della Sicilia orientale.

Corsi e ricorsi storici

Ma si tratta di eventi eccezionali o di “corsi e ricorsi storici”?

Corrado Vigo

Corrado Vigo, agronomo, ex presidente dell'Ordine degli Agronomi della Provincia di Catania e profondo conoscitore del territorio, asserisce che già dal 1980 si registrano eventi simili.

Elencandoli nel dettaglio: nel 1980 una ragazza morì, annegata, alla Circonvallazione di Catania; nel novembre 1984 precipitazioni “eccezionali”; nel gennaio 1985 la piana di Catania fu interessata da piogge incessanti con danni incalcolabili; nel 1995 iniziò a piovere giornalmente da ferragosto e poi da fine novembre sino ai primi giorni di gennaio 1996.

Risultato: la maggior parte delle arance tarocco delle zone precoci caddero e non si poté effettuare la raccolta. E ancora il 17 settembre 2003 un evento alluvionale colpì Siracusa (362 mm in 6 ore e 425 mm in 7 ore) a cui seguì, il 19 settembre 2003, un altro episodio su Lentini (Sr) con oltre 300 mm di piogge in 3 ore. Nel dicembre 2005 il fiume Gornalunga straripò e la strada statale Catania - Gela rimase chiusa per allegamento per due settimane. Stessa modalità nel dicembre 2015 fino ad arrivare all'alluvione del 2018 che colpì profondamente l'agrumicoltura siciliana con promesse di risarcimenti mai arrivate.

Il problema della mancata manutenzione dei corsi d’acqua

Queste piogge avrebbero provocato gli stessi danni se tutte le sezioni dei corsi d'acqua fossero state quelle originarie? Ogni intervento di pulizia di qualunque corso d'acqua, infatti, deve partire dalla quota più bassa, per poi risalire verso le aree più alte. I pochi interventi svolti non sono stati né regolari né considerando i collegamenti idraulici.

Continuano a pagarne le conseguenze gli agricoltori e anche le nostre città.

Nello Alba

«È stata una esondazione continua, racconta Nello Alba, Amministratore Delegato Oranfrizer. Siamo stati da subito impegnati a cooperare per il soccorso di mezzi e persone in difficoltà che, durante i momenti più acuti del nubifragio, hanno potuto mettersi in sicurezza nei nostri spazi. Stiamo ospitando la Protezione Civile, la Croce Rossa e i Vigili del Fuoco offrendo servizi ed energia elettrica. Circa quattro ettari di impianti produttivi sono stati completamente distrutti da fiumi in piena. Il volume più imponente rimane disponibile, ma ogni ora di pioggia adesso è un problema. Attendiamo che venga dichiarato lo stato di calamità, e auspichiamo che, stavolta, vengano garantite le complete misure di ristoro e in tempi brevi. Gli agricoltori siciliani hanno già subìto l’alluvione del 2018, l’80% delle risorse a copertura dei gravi danni provocati da quella calamità sono stati tagliati. Ad ora quel 20% di esigue risorse per il recupero degli impianti devono ancora essere elargiti. Per recuperare gli agrumeti distrutti è necessario restituire il maltolto al 100%».

Il climate change fa alternare siccità e alluvioni

Domenica sono stati registrati 300 ml nella zona del calatino, ieri 400 ml a Lentini (Sr) e in generale nelle aree interessate, in 72 ore, i valori sono stati compresi tra 123 ml e 595 ml. Ma se si ripercorrono i dati registrati nel corso degli anni, statisticamente il mese di ottobre è il più piovoso.

«E' il rovescio della medaglia della siccità, afferma Giuseppe Puleo, agronomo, ex dirigente del Servizio Informativo Agrometereologico Siciliano. Abbiamo avuto un'estate lunga, calda e senza precipitazioni. Eventi del genere vengono considerati eccezionali, ma l'eccezionalità non è così elevata». Puleo ribadisce l'importanza della manutenzione e la beffa per una terra attanagliata dalla siccità dove, quest'abbondanza di acqua è andata persa in mare, senza la possibilità di convogliarla negli invasi.

Sono passati 4 anni dall'ultimo evento “eccezionale” e gli amministratori dovrebbero prendersi le responsabilità delle proprie scelte e passare dal solito stato di emergenza a quello di prevenzione.

Piana di Catania, la conta dei danni mentre si teme l’arrivo del “Medicane” - Ultima modifica: 2021-10-27T21:55:24+02:00 da Lorenzo Tosi

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