«In pochi minuti abbiamo perso tutto»

Gianluca Balzani controlla i danni nella sua azienda frutticola a Fratta Terme di Bertinoro (FC)
Trattori, macchinari e impianti frutticoli portati via dalle ondate di piena che hanno colpito la prima pianura e la fascia pedecollinare da Faenza a Cesena nell'alluvione del 16 maggio. Fabiano Mazzotti di Prada di Faenza (Ra): «Con qualche accortezza in più avremmo potuto salvare almeno qualcosa». Gianluca Balzani di Fratta Terme di Bertinoro (Fc): «E adesso si teme anche l'eccesso di burocrazia».
Fabiano Mazzotti

L’alluvione in Romagna non sarà dimenticata facilmente e gli strascichi sul comparto agricolo andranno avanti per anni.

La zona di Faenza è stata una delle più colpite dato che il fiume Lamone ha rotto gli argini non una ma due volte: ai primi di maggio e poi a metà del mese. Fabiano Mazzotti è un coltivatore della frazione di Prada che ha subito danni nella seconda ondata.

Il parco macchine dell'azienda Mazzotti ancora sommersi a oltre una settimana dall'alluvione

Mazzotti ha un'azienda agricola di una decina di ettari, gestita perfettamente con lavorazioni, diserbi, scoline, sfalci dell'erba: tutto come da manuale. Ma nulla ha potuto contro l’evento del 17-18 maggio.

«In pochi minuti ho perso tutto – esordisce sconsolato l’agricoltore – compresa l’attrezzatura che comprendeva 4 trattrici».

«Premesso che la pioggia caduta è stata enorme e in poco tempo, credo però che dobbiamo fare delle riflessioni per evitare che ciò si ripeta o che, per lo meno, si possano limitare i danni».

«Con qualche accortezza in più forse si sarebbe potuto salvare qualcosa. O, per lo meno, non avremmo avuto questo tarlo, il dubbio che non sia stato fatto abbastanza».

Territorio fuori controllo

Lo sguardo va rivolto al presente per rimettere tutto a posto, ma anche verso il futuro perché le aziende non devono essere abbandonate a sé stesse.

«Alcune pratiche vanno rimesse in campo, senza se e senza ma. Gli alvei di fiumi e torrenti devono essere mantenuti sempre perfettamente puliti. I parchi fluviali, le stradine per le biciclette, le panchine per gli innamorati, non devono prevalere sul lavoro degli agricoltori».

«In una pianura densamente coltivata come la nostra, la prevenzione deve avere il sopravvento e non essere secondari. I parchi fluviali vanno bene dove non c'è agricoltura specializzata. Con gli alvei puliti fin dalle colline, non sarebbero arrivate a valle migliaia di tonnellate di legna e alberi che hanno distrutto ponti, creato ostruzioni e azzerato interi impianti di frutta. Senza contare che ora tutti i nostri campi vanno ripuliti. In seconda battuta, serve monitorare gli argini contro gli animali selvatici che creano gallerie come le nutrie, per cui questi animali vanno abbattuti e mai più immessi nel territorio».

Asfissie radicali tutte da verificare

Inoltre l’agricoltore sostiene che le sezioni dei canali vanno pensate in base alla cementificazione attuale, dato che molti scoli sono ancora quelli di 50 anni fa. E infine anche i ponti e ponticelli vanno calcolati sulla base di eventi straordinari, non sulle piogge normali.

E, conclude Mazzotti: «Ora vedo i peschi su GF 677 in crisi. Mi pare che stiano reagendo meglio quelli su Puebla, ma ancora è tutto da verificare, così come gli impianti di kiwi e susino. E anche quando sarà possibile entrare nei campi per le opportune lavorazioni - conclude sconsolato Mazzotti - con cosa potrò mai effettuarle, dato che tutti i miei trattori sono stati inondati e non sono più funzionanti? Fra l'altro, le macchine più moderne, tutte elettroniche, sono irrecuperabili».

A Bertinoro

Gianluca e Valerio Balzani

Dalla provincia di Ravenna a quella di Forlì-Cesena. L’azienda Balzani conta 18 ettari di frutteto fra due piccoli fiumi, il Ronco e il Rio Salso in località Fratta Terme di Bertinoro. Oltre due metri d'acqua in un frutteto, con quasi un ettaro cancellato dalla furia dell'alluvione.

Due fiumi che hanno esondato, allagando decine di ettari con acqua e fango. E proprio il fango è il nemico numero uno degli agricoltori. «Speriamo di non essere lasciati soli e che le strade, i fiumi e i torrenti e le aziende agricole ricevano degli aiuti per la sistemazione» affermano Gianluca e Valerio Balzani.

Gianluca Balzani mostra il livello delle acque raggiunto dopo le esondazioni del 16 maggio

«Ora la cosa che più temiamo è la burocrazia - aggiunge Gianluca - che già ha fatto molti danni. Se un agricoltore, che conosce il proprio mestiere e non si muove a caso, vuol togliere un tronco che danneggia coltivazioni e ostruisce il corso di un torrente, va incontro a un verbale e a una denuncia penale.

È successo a un nostro vicino due anni fa. Ma è una cosa inconcepibile, che va rivista immediatamente, altrimenti i risultati saranno sempre quelli che abbiamo sotto gli occhi» conclude.


Edagricole sostiene l'iniziativa di raccolta fondi
per l'Emilia-Romagna alluvionata. 

L'Iban per la donazione, intestato a “Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell'Emilia Romagna” è il seguente:

IT69G0200802435000104428964

La causale da indicare è “Alluvione Emilia-Romagna"


«In pochi minuti abbiamo perso tutto» - Ultima modifica: 2023-05-25T10:30:33+02:00 da Alessandro Maresca

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