L'Italia è assetata stretta nella morsa della siccità. Due terzi della Penisola sono a secco, manca l'acqua per campi e allevamenti di bestiame e le aziende agricole già contano, da Nord a Sud, milioni di danni, tanto che almeno 10 Regioni stanno per chiedere (alcune lo hanno già fatto) lo stato di calamità naturale. Ma a pagare il prezzo di caldo torrido e mancanza di piogge sono anche i cittadini; in diverse città, infatti, sono già state adottate misure di razionamento.
«Stiamo affrontando una delle emergenze idriche più gravi degli ultimi dieci anni. Per l'agricoltura, nello specifico, lavoriamo su tre filoni:
- l'attivazione del fondo di Solidarietà nazionale per bloccare i pagamenti dei mutui e dei contributi previdenziali e assistenziali delle imprese;
- l'aumento dell'anticipo dei fondi europei per gli agricoltori;
- e l'investimento da 700 milioni di euro che stiamo già gestendo per rendere più efficienti le infrastrutture irrigue;
entro l'anno contiamo di assegnare queste risorse ai progetti cantierabili». Con queste parole il ministro alle politiche agricole Maurizio Martina s'impegna a intervenire prontamente e a «valutare la dichiarazione dello stato di calamità».
«A breve convocheremo una riunione tecnica proprio per analizzare esigenze e tempistiche legate alla quantificazione dei danni che viene fatta dalle regioni. Il nostro obiettivo è ora quello di tutelare il più possibile gli agricoltori» sottolinea il Ministro.
«Bisogna intervenire non solo pensando all'emergenza, ma lavorando su una strategia. L'imperativo è la sostenibilita» prosegue Martina, precisando di essere impegnato a «costruire una strategia d'azione per i prossimi dieci anni che punti tutto sull'efficienza. Dobbiamo intervenire sugli invasi, sulle reti di distribuzione e sui metodi di irrigazione. Catturiamo solo il 10% delle precipitazioni annue, vereramente troppo poco».
«In questo senso - aggiunge ancora il ministro - si guarda a un mix di strumenti: da un lato, un progetto di medio periodo per gli invasi e i bacini per immagazzinare acqua quando piove e quando l'eccesso di precipitazioni concentrate in poco tempo provocano danni; dall'altro serve spingere sull'innovazione per ottimizzarne l'uso con agricoltura e allevamento di precisione».
E se non basse la siccità arrivano anche alcuni temporali devastanti (che aggiungono nuovi danni ai danni già subiti dalle colture in conseguenza della carenza idrica): grandine con chicchi grandi come noci nelle Marche, temporali e grandinate anche in Piemonte, nell'Alessandrino e nubifragi nel Veneziano.