Canapa da coltura reietta a reginetta al gran ballo del ministero delle Politiche agricole.
Dopo anni di discriminazioni e di scontri tra i ministeri della Salute e delle Politiche agricole, alla nostra novella Cenerentola è stato infatti dedicato un intero tavolo di settore.
La prima riunione è stata convocata ieri 4 febbraio per tracciare compiti ambiziosi:
- lavorare su un piano di settore;
- incentivare la produzione,
- sostenere la ricerca e l'innovazione tecnologica,
- rafforzare le politiche di filiera.
Dieci milioni sul tavolo canapa
La prima riunione del tavolo della canapa industriale si è tenuta ovviamente in videoconferenza. Gran cerimoniere, in vacanza del Ministro, è stato il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L'Abbate.
Ad attirare desideri e attenzione ci sono anche i fondi messi a disposizione per il 2021 dall'ultima legge di bilancio, pari a 10 milioni di euro.
«Abbiamo posto le basi – annuncia il resoconto ufficiale del Mipaaf - per rilanciare e sostenere le produzioni nazionali di canapa, una pianta nelle cui potenzialità crediamo molto».
«Auspichiamo – ha commentato L’Abbate - un confronto attivo e proficuo con i protagonisti della filiera e ci poniamo l'obiettivo di approvare un piano di sviluppo del settore affinchè si evidenzino i fabbisogni e le necessità del comparto, così da intervenire con finanziamenti adeguati in grado di farne crescere la produzione vista la molteplicità di finalità di utilizzo di questa coltura».
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All'incontro in videoconferenza hanno preso parte 48 componenti in rappresentanza dei ministeri dell'Interno, della Salute, dello Sviluppo economico, dell'Ambiente. Presenti anche l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l'arma dei Carabinieri , i tre dipartimenti del Mipaaf, gli enti vigilati Crea, Ismea e Agea e le Regioni interessate.
Il mondo produttivo della canapa
Per il mondo produttivo hanno partecipato le sei organizzazioni professionali agricole, quattro centrali cooperative, sei organizzazioni di rappresentanza nazionale più sei associazioni di settore della canapa e due portatori di interessi. Per la ricerca le Università di Roma La Sapienza e quella di Modena e Reggio Emilia. Raccogliamo gli interventi della parte agricola grazie al contributo dell’agenzia Agrapress.
Coldiretti, uscire da una giungla di norme e controlli
Coldiretti ha puntato il suo intervento sulla necessità di «uscire dalla giungla di norme e controlli e dare più uniformità di applicazione della legge a livello nazionale al di fuori di singole interpretazioni a livello locale».
Da 400 a 4mila ettari in 5 anni
In Italia i terreni coltivati a canapa nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte superando i 4mila ettari da nord a sud della penisola, dal Piemonte alla Puglia, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna.
Si tratta di un ritorno alle origini, visto che fino agli anni '40 la canapa era più che familiare in Italia, tanto che il belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore al mondo dietro soltanto all'Unione sovietica, poi il declino per la progressiva industrializzazione e l'avvento del 'boom economico' che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un’ombra su questa pianta.
Un giro d’affari potenziale da 40 milioni di euro
«La canapa – prosegue Coldiretti - sta vivendo oggi una seconda giovinezza con un vero e proprio boom su più fronti, dall'alimentare alla medicina».
In commercio si trova infatti di tutto: dai biscotti e dai taralli al pane, dalla farina di all'olio, «ma c'è anche chi la usa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra».
Dalla canapa si ricavano inoltre oli usati per la cosmetica, resine e tessuti naturali ottimi sia per l'abbigliamento, poichè tengono fresco d'estate e caldo d'inverno, sia per l'arredamento, grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra.
C'è infatti chi l’ha utilizzata per produrre veri e propri eco-mattoni da utilizzare nella bioedilizia per l’effetto termoisolante, non manca il pellet per il riscaldamento che assicura una combustione pulita. Coldiretti stima un giro d'affari potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro con un rilevante impatto occupazionale per effetto del coinvolgimento di centinaia di aziende agricole.
Confagricoltura: rilanciamo la filiera agroindustriale
«C'è l'occasione di dare nuove prospettive ad una filiera agroindustriale fondamentale come quella della canapa, attraverso un piano di settore articolato e condiviso». È quanto ha sottolineato Confagricoltura nel corso della prima riunione del tavolo di filiera interministeriale.
«La crisi economica in atto si supera secondo Confagricoltura dando alle aziende agricole anche nuove prospettive e mercati innovativi. «La canapa può essere davvero un'importante opportunità per le imprese, con risposte in chiave produttiva nei settori emergenti della bioeconomia, ma anche in chiave ambientale». L’associazione di Palazzo della Valle ricorda che pure l'agricoltura è chiamata a contribuire al contrasto dei cambiamenti climatici e al raggiungimento dell'obiettivo di neutralità carbonica al 2050. «E la canapa potrà assumere un ruolo incisivo grazie alla capacità naturale di assorbire CO2 in percorsi di carbon farming».
Ad avviso di Confagricoltura è giunto il momento di superare tutte le incertezze legate alle singole destinazioni d'uso della canapa industriale che ne hanno frenato lo sviluppo e di collaborare, ognuno per la propria parte alla costruzione di un percorso di crescita del settore, che possa essere una concreta opportunità per le imprese agricole, anche in relazione ad eventuali riconversioni di alcune produzioni.
Cia: «Avviare subito progetti con i fondi disponibili»
«L'insediamento del tavolo di filiera della canapa industriale, sollecitato da tempo, dia pieno avvio a un percorso di pianificazione, snella e puntuale, per il rilancio del settore». È quanto sostiene la Cia-Agricoltori italiani.
«Oggi le centinaia di aziende agricole che stanno investendo su questa coltura (+200%), portando a oltre 4 mila gli ettari di canapa seminati, chiedono un necessario salto di qualità che sostenga questa importante occasione di reddito agricolo e il loro contributo a sviluppare produzioni sempre più innovative, capaci di ridurre il consumo di suolo, favorire le rotazioni agronomiche, diserbare i terreni e bonificarli dai metalli pesanti».
Migliorare la legge sulla canapa
Dal tavolo di filiera è dunque urgente per Cia che si proceda, subito, anche all'istituzione del tavolo di settore, appena annunciato, e che s'intervenga per migliorare la legge 246/2016 relativa alle disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa. «Occorre orientare al meglio le risorse a disposizione, partendo dai 10 milioni stanziati per le filiere minori nell'ultima legge di bilancio e attrarre le opportunità rappresentate dalla nuova Pac e dalla transizione verde Ue.
Copagri: «Segnali concreti di attenzione al comparto»
Secondo Copagri il tavolo, che ha durata triennale e compiti consultivi e di monitoraggio, rappresenta a tutti gli effetti un fondamentale strumento per garantire il confronto fra tutti gli attori del comparto canapa, «condizione imprescindibile per avviare il necessario dibattito sulla sempre più sentita esigenza di implementare il quadro normativo di un settore che negli ultimi anni ha fatto registrare un significativo aumento delle superfici coltivate».
«Al momento - fa notare la confederazione - i circa quattromila ettari coltivati ci mettono nell'Ue al di sotto solo della Francia, che però ci supera di slancio con quasi diciottomila ettari».
Copagri ricorda che nei fiori di canapa sono presenti elementi non stupefacenti di notevole rilevanza per i nuovi mercati della bioeconomia, quali le produzioni alimentari, la nutraceutica, la biocosmetica, la bioedilizia, le bioplastiche e il biotessile. «In un momento delicato e complesso per il primario ancora alle prese con le ripercussioni derivanti dalle misure messe in atto per contenere la pandemia di coronavirus, è importante dare agli agricoltori tutti i possibili strumenti per poter meglio programmare la produzione».