Elisa Zorzi, 33 anni, di Villafranca di Verona, ha preso in mano l’azienda del padre e ha deciso di coltivare “l'oro rosso" su una superficie di 0,2 ettari. Segue personalmente la coltura, raccogliendo a mano gli stimmi e lavorando il prodotto nel laboratorio aziendale. Ha creato un marchio, Zorzaff, e perfino il packaging. Si è creata un mercato tra privati e ristoranti della zona. Ma con l'emergenza coronavirus la ristorazione è ferma e la gente nella lista della spesa pensa a generi di prima necessità. «Però lo zafferano è un ottimo tonico naturale per l'umore - avverte Elisa - e può aiutare ad affrontare meglio questo periodo difficile».
La coltivazione dello zafferano parte ad agosto, con la piantagione dei bulbo-tuberi. A ottobre la fioritura e la raccolta, che durano circa un mese. «Tutte le mattine durante la fioritura, all’alba, vado a raccogliere i fiori quando sono ancora chiusi, poi li porto in laboratorio – spiega –. Stacco i tre stimmi rossi che, adeguatamente essiccati, costituiscono la famosa spezia. È un lavoro pazzesco sia per la raccolta che la sfioratura, che si può fare solo a mano. Ci vogliono quasi 200 fiori per fare un grammo di zafferano. Tutte le fasi dalla raccolta all’essiccazione sono molto delicate e cruciali per la buona riuscita del prodotto finale».
Questo spiega l’alto costo del prodotto: un grammo di stimmi sul mercato può costare come un grammo di oro! È anche vero che si tratta di un prodotto con una altissima resa, bastano infatti pochissimi stimmi per creare piatti squisiti e particolari.
«In Italia siamo pochi produttori, quasi tutti in Abruzzo e Sardegna. C’è ancora spazio per crescere e far crescere l’oro rosso sul nostro territorio, anche se continuerò a portare avanti l’azienda di famiglia nel segno della tradizione».