La coltivazione della barbabietola vive oggi un nuovo Rinascimento, grazie alla ricerca e alle innovazioni varietali, alle moderne tecnologie e a fonti di reddito garantite da diverse, talora più profittevoli, destinazioni finali del prodotto.
Cento anni di storia e di tecnica
L’Associazione nazionale bieticoltori custodisce oltre cento anni di storia della bieticoltura italiana lungo i terreni vocati da Nord a Sud e rappresenta le istanze e le aspettative di migliaia di coltivatori.
Sono stati i fondatori di Anb a gettare le basi per la messa a punto del sistema bieticolo-saccarifero del Paese.
Con loro è nata una schiera di imprenditori specializzati.
L'obiettivo dell'economia circolare
Le radici sono le stesse di allora, ma gli obiettivi dei produttori si inseriscono attualmente in un ambito d’azione mutato sul fronte nazionale e internazionale.
Occorre quindi salvaguardare la bieticoltura e la filiera dello zucchero italiano su tutti i tavoli che contano, senza però prescindere dalla qualificazione della barbabietola a fini agroenergetici per la produzione di biogas e biometano. Si va verso una economia circolare, in linea con il processo di decarbonizzazione e con il nuovo orientamento della politica ambientale nazionale ed europea.
La valorizzazione delle polpe
È proprio questa la svolta intrapresa da Anb, che dal 2011 guida insieme al Consorzio nazionale bieticoltori (Cnb) la Confederazione generale bieticoltori associati (Cgbi), una realtà che poggia la sua forza su un tessuto produttivo di oltre 5.200 aziende associate e che ha ideato per il biogas un disegno unico e vincente, un modello in grado di valorizzare i sottoprodotti della filiera attraverso la trasformazione agroenergetica delle polpe surpressate, rendendo così possibile un’integrazione di prezzo della bietola pari a 5 euro a tonnellata.
L’intera produzione di polpe conferita dal bieticoltore viene trasformata nei 20 impianti biogas realizzati in Italia dalle società facenti capo a Cgbi.
Cover crop in linea con gli obiettivo del Green New Deal
Da sottolineare poi la rilevanza che assume oggi la coltivazione della barbabietola come coltura cover-crop capace di migliorare la fertilità del suolo, un valore aggiunto che intreccia perfettamente l’indirizzo assunto dalla politica agricola comunitaria post-2020. La prossima Pac vedrà infatti un notevole aumento delle superfici lasciate a riposo con obbligo di copertura vegetale e darà alla bieticoltura interessanti opportunità di sviluppo nell’era della sostenibilità e del Green New Deal.
Continueremo a svolgere l’attività richiesta dalle nostre aziende associate, con l’obiettivo di creare filiere sempre più efficienti che possano assicurare una maggiore redditività aziendale. Lo stiamo facendo anche per il settore delle grandi colture proteoleaginose - girasole, soia e colza -, con una visione moderna e innovativa, portando avanti programmi produttivi in funzione dei mercati di sbocco (“prima si vende e poi si produce”) e rafforzando il potere contrattuale dell’agricoltore.