Con una delibera (la n. 41 del 9 agosto scorso), il direttore di Agea Fabio Vitale ha annunciato che dall'1 settembre tutti gli accessi al Sian degli operatori non dipendenti dei Caa sarebbero stati disabilitati. Termine poi prorogato al 15 ottobre. Una decisione che taglierebbe fuori agronomi, periti agrari e agrotecnici liberi professionisti dalla possibilità di operare come consulenti delle imprese agricole per la gestione dei fascicoli elettronici. Si tratta in sostanza dello stesso schema a suo tempo proposto dal predecessore di Vitale, Gabriele Papa Pagliardini, che aveva provocato la reazione dei liberi professionisti con tanto di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Le sentenze sono state favorevoli ad Agea, anche se finora nulla è cambiato, in attesa delle decisioni del Masaf e del nuovo direttore dell'organismo pagatore.
Braga, periti agrari: «Difenderemo il principio di sussidiarietà»
«Con stupore constato che nel bel mezzo delle ferie estive è stata emanata una delibera nella quale si torna al passato, ripartendo dalle posizioni di Papa Pagliardini – commenta il presidente del collegio dei periti agrari Mario Braga – in pratica si vogliono correre i 100 metri spostando i blocchi di partenza indietro di un chilometro».
Braga annuncia di aver chiesto un incontro con il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e con la titolare del Lavoro Marina Elvira Calderone «per valutare una riforma di Agea e la riorganizzazione di tutti i Caa affinché rispondano alla domanda di modernità ed efficenza che deve garantire un servizio pubblico alle imprese. Non tollereremo che qualcuno intacchi il principio di sussidiarietà – ha concluso Braga – che è ormai fondamento dell'Unione europea e delle politiche comunitarie.