C'erano anche i rappresentanti del mondo agricolo all'inusuale incontro tenutosi al Viminale tra le parti sociali e il ministro degli Esteri Matteo Salvini, il viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia e i sottosegretari al Lavoro Claudio Durigon e al Mef Massimo Bitonci, per discutere della prossima manovra finanziaria.
Confagricoltura, Coldiretti, Copagri e Alleanza delle cooperative hanno chiesto al governo un piano strategico per lo sviluppo dell'agricoltura e dell'agroalimentare con un'attenzione particolare all'innovazione tecnologica, alle infrastrutture, all'indicazione di origine in etichetta, alla riduzione del cuneo fiscale per le imprese. E poi il no all'aumento dell'Iva e al salario minimo. Ecco nel dettaglio le proposte che le rappresentanze agricole hanno sottoposto all'esecutivo giallo-verde.
Confagricoltura, ridurre il cuneo fiscale
«Occorre uscire dall'emergenza e progettare una forte iniezione di innovazione anche nel nostro settore - ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - nel denunciare strumenti, più o meno palesi, di dumping a livello europeo, che secondo l'organizzazione minano profondamente la competitività delle aziende agricole. A cominciare dal sistema fiscale, che in Italia impone un carico eccessivamente gravoso sulle aziende, non prevedendo incentivi per gli investimenti in beni strumentali e altamente tecnologici con appositi crediti d'imposta. Il costo degli oneri sociali in Italia è tra i più elevati dell'Unione Europea e l'agricoltura non fa eccezione: le aliquote previdenziali del settore sono superiori a quelle di tutti i Paesi, tranne Francia e Belgio».
Anche per questo Confagricoltura è contraria all'introduzione di un salario minimo per legge che comporterebbe un maggior costo del lavoro per i datori di lavoro agricolo. Per migliorare le condizioni retributive minime per tutte le categorie di lavoratori, secondo Confagricoltura è preferibile rafforzare lo strumento della contrattazione collettiva. «Innovazione digitale, Big data, IoT, agricoltura di precisione e blockchain, sono le sfide del futuro del settore - ha concluso il presidente - ma è indispensabile lo sviluppo di infrastrutture adeguate, a partire dalla copertura della banda ultralarga».
Coldiretti, no al salario minimo
«La riduzione del cuneo fiscale per abbassare il costo del lavoro rappresenta un obiettivo condiviso per destinare il risparmio ottenuto ai lavoratori che potrebbero così avere più risorse da spendere per i consumi innescando un moltiplicatore della ricchezza che serve alla ripresa - ha detto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - mentre il salario minimo sarebbe una distorsione competitiva del mercato del lavoro che rischierebbe di danneggiare l'Italia senza una dimensione almeno europea». Sui mercati esteri, per
Coldiretti, è invece importante valorizzare il ruolo e il lavoro dell'Ice (Istituto per il commercio estero) a sostegno delle vere produzioni made in Italy un comparto che vale 205 miliardi pari al 12% del Pil e rappresenta il vero simbolo del made in Italy con 41,8 miliardi di euro di esportazioni e 1,3 milioni di addetti a livello nazionale. «In un momento difficile per l'economia - ha concluso Prandini - bisogna snellire la burocrazia semplificando ad esempio i termini autorizzativi per nuove produzioni come il biometano, è necessario ridurre i costi per le imprese e puntare sull'alternanza scuola lavoro per una reale formazione dei giovani per colmare il divario con il resto della Ue».
Cia, investire nelle filiere e nelle aree rurali
«Nel nostro Paese il tema della dotazione delle infrastrutture è cruciale per lo sviluppo e non solo quelle fisiche, ma anche quelle sociali e tecnologiche, dunque servizi per quelle aree interne in cui l’agricoltura è protagonista e svolge un ruolo insostituibile nella manutenzione del territorio e come presidio costante contro il dissesto idrogeologico - ha fatto notare il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino - è dunque essenziale il miglioramento delle condizioni di vita nelle aree rurali per agevolare l'insediamento dell’impresa agricola e arginare il fenomeno dello spopolamento».
«L’agricoltura moderna chiede di non disperdere risorse in meccanismi e strumenti dispendiosi - ha continuato Scanavino in tale ambito, riguardo alla gestione della rete idrica, il sistema delle bonifiche, va governato all'interno di un progetto più ampio del Governo centrale o delle amministrazioni regionali. Così come il sistema allevatoriale, che va profondamente ridisegnato per contribuire a dare competitività alla zootecnia italiana e rispondere alle mutate esigenze delle imprese. E’, inoltre, indispensabile allargare le relazioni di sistema nelle filiere agroalimentari per dare origine a vere e proprie “reti d’impresa territoriali».
Alleanza delle cooperative, guai ad alzare l'Iva
Rilanciare la crescita con l'effettivo sblocco dei cantieri, la ripresa degli investimenti pubblici e incentivi alla sostenibilità; destinare adeguate risorse ordinarie al Mezzogiorno, utilizzando al meglio i fondi europei; valorizzare la contrattazione nazionale "leader". Queste le principali indicazioni al Governo espresse dal presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, Mauro Lusetti, anche a nome dei copresidenti Maurizio Gardini e Brenno Begani, nel corso dell'incontro con le parti sociali convocato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Riguardo al salario minimo orario «può essere definito per legge solo nei settori non coperti».
Tra le richieste anche scongiurare l'aumento delle aliquote Iva. Quanto alla questione dell'autonomia differenziata «per noi - ha detto Lusetti - è una richiesta condivisibile se motivata dalla volontà di rispondere più efficacemente alle esigenze del proprio territorio; ma questo deve avvenire nel rispetto scrupoloso della Costituzione, senza sconfinare nell'indiscriminata devoluzione di potestà non espressamente previste, per non mettere a rischio l'unità e la solidarietà nazionale».
Copagri, tagliare gli sprechi e semplificare
«Riteniamo prioritario puntare con decisione sulla revisione della spesa pubblica, mirando a un forte taglio degli sprechi con l'obiettivo di recuperare risorse utili al fine di, fra l'altro, garantire le risorse necessarie agli investimenti, soprattutto in termini di infrastrutture materiali e immateriali». Queste le parole del presidente della Copagri Franco Verrascina al tavolo di confronto con le parti sociali al Viminale, durante il quale ha ribadito alcune delle proposte già avanzate dalla Confederazione in occasione di altri tavoli ministeriali.
«Analogo impegno andrà destinato alla revisione del cuneo fiscale e contributivo a carico delle imprese, così da poter favorire il più possibile la ripresa economica; queste scelte sono a nostro avviso essenziali per far ripartire i consumi interni, rafforzare l'export e ridare ossigeno all'occupazione - ha aggiunto Verrascina - per il comparto agricolo, in particolare, è fondamentale continuare a puntare con sempre maggiore decisione sulla semplificazione delle procedure e sulla sburocratizzazione del settore, inoltre, è fondamentale perseguire una politica di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari che definisca chiaramente e nel dettaglio obiettivi, strategie, strumenti e soprattutto risorse. Analogo impegno andrà destinato allo studio di politiche che mettano al centro il supporto alla ricerca, all'innovazione e alla formazione e che mirino alla creazione di un legame più stretto tra i programmi di ricerca e l'evoluzione del mondo agricolo».